Ieri il deputato è andato a vedere il presunto film scandalo del Festival. Gli abbiamo chiesto un giudizio, due anni dopo la feroce polemica su L.A. Zombie
LOCARNO – “Macchè porno, macchè scandalo, quel film è un’emerita boiata, una boiata pazzesca. L’unica cosa che suscita è un senso di voltastomaco”. Fiorenzo Dadò dixit. Giudizio senza appello da parte del deputato - molto attento alle proposte del Festival - per “Zone umide”, del regista David Wnendt, tratto dall’omonimo romanzo di Charlotte Roche, e interpretato dall’attrice ticinese Carla Juri.
Insomma, se Dadò fosse il ragionier Fantozzi, e se Zone umide (scusate i paragoni) fosse La corazzata Potemkin, la frase sarebbe quella diventata celebre: "La corazzata Potemlin è una cag... pazzesca".
Due anni fa la polemica – e fu una polemica feroce - la scatenò suo padre, Armando Dadò. Disse che L.A. Zombie, film che mostrava esplicite scene omosessuali, aveva trascinato il Festival nel fango. Per sostenere la sua tesi allegò alcuni fotogrammi hard della pellicola al suo periodico, La Rivista di Locarno, che inviò poi a giornalisti, politici e opinion maker. Perfino al Consiglio federale.
Ieri pomeriggio Fiorenzo Dadò, uno dei politici ticinesi con meno peli sulla lingua, è andato a vedere il nuovo film scandalo, o presunto tale del Festival. Un film che racconta la vita di Helen, diciottenne alla ricerca di risposte su sesso e sessualità. E allora gli abbiamo chiesto un giudizio.
“Non ho trovato una storia in Zone umide – dice Dadò -. È un film che scorre via sul filo del trash e che finirà nel nulla, in un cassetto. Non è porno. È schifoso. Vedi tamponi, sangue, gabinetti… La scena della depilazione, che avrebbe dovuto preludere a chissà quale scandalo, è quella che si vede nel trailer della pellicola. Nulla di più. Un film che dopo averlo visto, per un paio d’ore non riesci a mangiare. Perché, appunto, fa venire il voltastomaco. Se quello era l’obiettivo, è stato raggiunto”.
Niente a che vedere con gli zombie hard del 2011, conclude il deputato, anche se la sala era stracolma come allora. “Ovvio, è stata creata artificialmente molta aspettativa attorno a Zone umide, ma almeno questa volta la direzione del Festival ha evitato di spacciare il film per un capolavoro”.
emmebi