Il patron del FoxTown precisa la sua posizione: "Abbiamo raccomandato ai negozi di dare la precedenza a personale ticinese o domiciliato"
MENDRISIO – Il caso è scoppiato in seguito a un paio di dichiarazioni rilasciate oggi da Silvio Tarchini, patron del FoxTown di Mendrisio, al portale ticinonline. E ora, nel pieno della bufera, l’imprenditore precisa alcuni punti in un’intervista concessa a liberatv.
L’intervista a ticinonline
In particolare sono due le frasi di Tarchini che hanno scatenato il putiferio.
La prima: “Il Ticino chiuderebbe bottega senza i frontalieri! Pensi che da noi abbiamo un contratto collettivo per cui una commessa di 18 anni senza formazione riceve un salario minimo di 3850 franchi lordi, per 13 mensilità: crede che sia facile trovare una ticinese? Eppure mi sembra un ottimo trattamento. Poi io credo che non si debbano fare differenze tra di dipendenti: tanto più se uno si fa un’ora e mezza di auto tutte le mattine… i frontalieri hanno tutto il mio rispetto”.
La seconda: “Mi trovi un ticinese di Chiasso disposto a andare a lavorare a Bellinzona! Ci sono dei lavori che il ticinese non ha voglia di fare. E meno male che ci sono i frontalieri: se per disgrazia dovessero venire a mancare, in Ticino saremmo costretti a chiudere”.
I giovani UDC: “Tarchini, te li troviamo noi i ticinesi da assumere!”
Apriti cielo: i giovani UDC hanno reagito con un comunicato stampa, definendo Tarchini “un sedicente imprenditore” e hanno creato un’apposita pagina su Facebook. Un “evento” dal titolo: “Tarchini te li troviamo noi i ticinesi da assumere!”. La nota dei giovani UDC è la seguente:
“Apprendiamo dalla stampa delle dichiarazioni del Signor Tarchini, secondo cui sia difficile trovare commesse indigene in Ticino, pur offrendo un contratto di tutto rispetto. Affermazioni che ci lasciano basiti, anche perché siamo a conoscenza di persone a cui è stata rifiutata la candidatura in qualità di vendititori/trici, anche se in possesso di un regolare attestato federale di capacità quali impiegati di commercio al dettaglio”.
E ancora: “Ricordiamo anche al sedicente imprenditore che è pieno di ticinesi che da Chiasso si spostano a Bellinzona o viceversa e che ce ne sarebbero altrettanti disponibili a scendere da Locarno, Lugano o Bellinzona per lavorare nel suo Store!
A noi i conti non tornano, ma vista la disponibilità del Fox Town Factory Store ad assumere residenti come si evince dalle dichiarazioni del signor Tarchini, invitiamo tutti i ticinesi a volerci inviare la loro candidatura all’indirizzo mail gudc.ti@gmail.com, e noi la inoltreremo direttamente a lui.
La candidatura è da corredare con una lettera di presentazione indirizzata al Fox Town, un curriculum vitae e tutti i certificati di lavoro nonché i diplomi relativi al settore. Anche chi non ha un diploma in qualità di venditrice, ma ha esperienza nel settore e sarebbe disponibile a lavorare a Mendrisio, può inviarci la sua candidatura. Inoltreremo tutte le candidature che ci perverranno entro il 10.02.2013, ma solo di persone residenti in Ticino”.
Il mattinoline ospita la lettera di una ticinese licenziata dal FoxTown
Nel frattempo il portale mattinonline ha ricordato che Tarchini ha un patrimonio stimato in 400 milioni di franchi (la fonte è Bilanz) e ha ospitato il racconto di una lettrice che afferma di essere stata lasciata a casa nel 2011 insieme a una sua collega, e di aver scoperto che il negozio in cui lavorava aveva successivamente assunto due commesse frontaliere.
Tarchini: “Mandatemi i curriculi e li girerò ai negozi”
Insomma, contro Silvio Tarchini si è scatenato un putiferio. Raggiunto al telefono da liberatv, l’imprenditore non si scompone, ma precisa alcuni punti. E dice: “Ben venga l’iniziativa dei giovani UDC: mi mandino i curriculi e li sottoporrò ai negozi che cercano personale”.
Aggiunge: “Al FoxTown abbiamo l’80 % di personale frontaliero perché i negozi non riescono a trovare ticinesi o domiciliati disposti a lavorare 5 giorni su 7, comprese due domeniche al mese, per uno stipendio minimo, per chi è senza esperienza, di 3'850 franchi per tredici mensilità. Non ho detto che i ticinesi non hanno voglia di lavorare, ma unicamente che sono meno flessibili rispetto ai frontalieri. Io non riesco sinceramente a capire come mai siamo arrivati a questa situazione, anche perché siamo sempre alla ricerca di personale. Ci sono mille persone che lavorano al FoxTown. Siamo aperti da 18 anni e abbiamo oltre 150 persone che lavorano da noi almeno da 10 anni, quindi significa che le condizioni di lavoro sono ottime”.
“Abbiamo invitato i negozi a dare la priorità ai ticinesi”
Tarchini precisa anche che l’anno scorso la direzione del FoxTown ha diramato una circolare ai negozi del centro commerciale raccomandando loro di dare la precedenza nelle assunzoni a ticinesi o domiciliati.
“Ma alla fine sono i negozi a fare le scelte. Valutano le caratteristiche del personale e decidono le assunzioni. Chiaro: cercano persone tendenzialmente giovani, possibilmente capaci e di bella presenza. Ognuno poi ha la sua linea… Noi siamo unicamente il garante verso i sindacati: sono io che firmo il contratto collettivo e mi impegno a farlo rispettare, ma non posso imporre, poniamo, a una Gucci i collaboratori da assumere”.
“E al FoxTown nessuno può fare il furbo”
Aggiunge Tarchini: “I singoli negozi non hanno interesse a preferire frontalieri rispetto a ticinesi o domiciliati”. E sgombra il campo dalle illazioni di chi sospetta che tra i negozianti del FoxTown ci sia qualcuno che fa il furbo, pagando in realtà salari inferiori al contratto, facendo leva sul fatto che ai frontalieri “va bene così”.
“Abbiamo una commissione paritetica interna, nella quale siamo rappresentati noi, i sindacati e il delegato del personale. La commissione procede a controlli regolari, verifica la lista degli stipendi dei singoli negozi, e posso assicurare che nessuno può fare il furbo. Il problema che spesso ci segnalano i commercianti è che i ticinesi non accettano di lavorare due domeniche al mese. Ma il nostro contratto collettivo prevede questa condizione, e che l’orario giornaliero va dalle 11 alle 7”.
emmebi