CRONACA
Chiesa e omosessualità, la storia dell’ex frate: “Ho abbandonato il saio per il mio compagno”
Il racconto di Edio, 45enne grigionese ex frate francescano che ha lasciato l’ordine per inseguire il suo sogno d’amore

BRISSAGO – Non solo l’abbandono, ma anche la decisione di sposarsi nel 2010, con la "benedizione di unione" della Chiesa cattolica cristiano svizzera (vetero cattolici). L’ex religioso racconta il suo percorso sul domenicale il Caffè. 

"Preferisco dire che abbiamo celebrato un'alleanza d'amore. Nel 1988 sono entrato nell'Ordine dei Frati Minori in Lombardia. Vi sono rimasto per 10 anni: prima come postulante, poi come novizio, professo temporaneo e professo solenne. Durante questi anni ho studiato teologia e, dieci anni dopo, ho lasciato spontaneamente l'Ordine" racconta Edio. 

L’ex frate è sempre stato consapevole della propria omosessualità non l’ha mai nascosta ai suoi superiori all’interno dell’ordine: “Gli ultimi anni in parrocchia sono stati duri - ricorda -. Durante il giorno incontravo tanta gente, sempre a contatto con il prossimo, lavoravo in una comunità e facevo la catechesi. Ma sentivo la mancanza di un affetto concreto, non avendo mai vissuto la mia omosessualità”.

Da questo travaglio interiore la decisione: chiedere la dispensa dei voti a Roma e andarsene. Dopo un primo periodo passato a lavorare in fabbrica Edio fa ritorno in Ticino e si allontana sempre più dalla chiesa: “Pregavo per conto mio e avevo la consapevolezza che il Signore mi era vicino, ma senza partecipare alla comunità ecclesiale da cui non mi sentivo accettato. È in quel periodo che inizio a conoscere il mondo fuori dalla parrocchia, quello che mai avevo vissuto, compresi gli ambienti omosessuali, fino a quel momento tabù per me" spiega Edio. 

Una nuova vita senza clamore. Nel 2008 Edio conosce l'attuale compagno e nel 2010 decidono insieme di sposarsi: "Decidiamo di unirci civilmente poi, visto che anche il mio compagno è cattolico e credente, sentivamo tutti e due la mancanza della benedizione della Chiesa. Ci chiedevamo perché, pur credendo nell'amore di Cristo, non riuscivamo a farci accettare dalla comunità ecclesiale. Siamo entrati in contatto con la Chiesa vetero cattolica svizzera, che benediceva le unioni gay. In Ticino siamo stati i primi". 

Nessuna volontà però di vivere sotto le luci della ribalta, vista anche l’eco che una storia simile suscita: "Volevamo e vogliamo tuttora vivere la nostra omosessualità in maniera del tutto normale. Non abbiamo bisogno di urlarla al mondo. Non abbiamo mai partecipato a un Gay Pride, ad esempio" continua Edio.

I diritti e la speranza riposta nel nuovo papa. L’ex religioso si esprime infine su una questione delicata come l’adozione per gli omosessuali, osteggiata fortemente dagli ambienti ecclesiali: "Sono favorevole, purché sia l'occasione, anche, per dare una famiglia a un orfano".
Edio fa parte oggi della Santa chiesa celtica, una comunità cattolica indipendente: "Sono stato consacrato a ottobre dal mio vescovo. Ogni domenica celebro messa a casa mia, ogni tanto Casa Emmaus di Losone mi ospita nella sua cappella. Spero tanto in papa Francesco, per una Chiesa cattolica più aperta."

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