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Cronaca
29.01.2014 - 08:240
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Cannabis: richiesta la regolamentazione per uso ricreativo anche in Ticino

L’obiettivo è quello di “limitare gli effetti criminogeni del mercato aperto, instaurare un contatto personale con i consumatori, controllare la qualità e imporre il prelievo fiscale”

BELLINZONA – Cannabis social club. È questo il nome del modello che l’Associazione cannabis ricreativa Ticino (ACRT) ha scelto per il progetto di regolamentazione dell’uso ricreativo della canapa.  Lo riporta oggi il Corriere del Ticino.

La richiesta è stata inoltrata al direttore delle Istituzioni Norman Gobbi, che dovrebbe a sua volta inoltrarla al Consiglio federale. Obiettivo: “limitare gli effetti criminogeni del mercato aperto, instaurare un contatto personale con i consumatori, controllare la qualità e imporre il prelievo fiscale”.

Il dibattito sulla legalizzazione è tornato in maniera prepotente all’attenzione dell’opinione pubblica, sono recenti infatti le decisioni di diversi paesi di orientarsi verso politiche di depenalizzazione o addirittura legalizzazione: ad esempio in Francia se ne sta discutendo, diversi stati americani hanno approvato riforme “legalizzatrici” negli ultimi mesi, o ancora l’Uruguay , paese che si è spinto oltre e dal prossimo aprile sarà il pirmo al mondo a legalizzare in maniera totale la produzione e la vendita della marijuana. 

Non una prima svizzera. Il modello proposto dall’associazione ticinese al ministro Gobbi è infatti analogo a quelli elaborati a Ginevra, Berna, Lucerna e Zurigo, che hanno già richiesto le rispettive deroghe a Berna. 

Secondo l’ACRT la cannabis rappresenta in Svizzera una parte “considerevole del mercato illegale della droga”, con una cifra d’affari annuale vicina al miliardo di franchi. A fumare sarebbe il 6-8% della popolazione, all’incirca mezzo milione di persone. A sud delle Alpi sarebbero invece tra i 21 e i 29mila i consumatori regolari che, se il modello dovesse essere introdotto, potrebbero portare fino a 21 milioni di gettito fiscale alle casse cantonali. Il progetto prevede infatti il prelievo di una specifica tassa, oltre al controllo del tenore di thc, il principio attivo, e delle quantità prodotte, che non potranno andare oltre al consumo personale stabilito. 

red

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