I dati sono contenuti in una analisi dell’UST che fotografa la qualità di vita nei più popolosi agglomerati della Confederazione. Rapporto che vede Lugano primeggiare sulle altre in settori inaspettati, come nel numero di musei per abitanti
NEUCHÂTEL – Come se la ‘passano’ gli abitanti delle grandi città Svizzere? Qual è, insomma, la qualità di vita nei più popolosi agglomerati della Confederazione? Questo il tema al centro di una statistica pubblicata oggi dall’UST (qui il documento integrale) che, prendendone in esame i vari indicatori, illustra i molti aspetti che concorrono alla misura della qualità di vita nei dieci centri più abitati del Paese: Zurigo, Ginevra, Basilea, Berna, Losanna, Winterthur, Lucerna, San Gallo, Bienne, nonché Lugano.
E l'agglomerato ticinese riesce in alcuni casi a uscire bene dal confronto, regalando anche qualche chicca, su cui però torneremo più tardi. Inizialmente va detto che l’analisi non è esaustiva: in forma statistica vengono presentati i dati relativi ai vari indicatori ‘base’ che, sommati, danno poi un’idea della qualità di vita media in una regione, ma questa rimane anche un fattore soggettivo.
In ogni caso, spiega l’USTAT nell’introdurre la pubblicazione, la qualità di vita è un indicatore del “benessere della popolazione nelle sue svariate dimensioni. Il benessere, infatti, dipende sia da alcune condizioni di vita materiali sia dalla percezione individuale della qualità di vita. Tra le condizioni materiali rientrano il reddito, il lavoro e la situazione abitativa. Le dimensioni non materiali della qualità di vita, invece, comprendono la salute, la formazione, la qualità dell’ambiente, la sicurezza personale, l’impegno civico e la conciliabilità tra lavoro e vita privata. Le varie dimensioni possono poi manifestarsi in maniera diversa a seconda della struttura spaziale di una città o una regione”.
Si tratta quindi di un concetto pluridimensionale, undici, nello specifico, gli elementi presi in considerazione: reddito e lavoro, situazione abitativa, salute, formazione, qualità dell’ambiente, sicurezza personale, impegno civico, conciliabilità tra lavoro e vita privata, infrastrutture e servizi, mobilità e cultura e tempo libero.
Veniamo quindi ai risultati mostrati dall’illustrazione e cominciamo dalla prima dimensione, quella relativa al ‘reddito e lavoro’, che si apre con la presentazione del tasso di attività del 2013, ossia la percentuale di popolazione tra i 15 e i 64 anni che partecipa al mercato del lavoro. Confronto in cui Lugano si piazza all’ultimo posto fra le città prese in esame, con circa il 70% di occupati a tempo pieno (rispetto al 90% della capofila, Berna), ma, soprattutto, con il maggior divario tra uomini e donne impiegati. Un valore che si rispecchia parzialmente nel tasso di disoccupazione. Qui Lugano è quarta. Il primato negativo va invece a Losanna, mentre il minor tasso si registra a Lucerna, seguita, a pari merito, da San Gallo e Berna.
L’immagine fornita dai dati sulla situazione abitativa dà invece una fotografia diversa rispetto a quella che emerge ‘in loco’. Insomma, a Lugano gli affitti sono cari e trovare un appartamento, soprattutto per una famiglia o per chi ha un reddito medio, non è cosa facile; un aspetto infatti anche al centro di molte interrogazioni. Ebbene, Lugano risulta, di poco, seconda per quanto riguarda il tasso di abitazioni unifamiliari (ma rimaniamo abbondantemente sotto il 20%). Un valore che, si legge, oltre a esser dovuto a ragioni storiche, testimonia anche della struttura di una città: sono solitamente più spaziose e hanno un giardino privato, elementi che si traducono in un fattore positivo per la qualità di vita. Ma a stridere, pensando alla situazione della città, è la spiegazione che si accompagna alla statistica sul tasso di abitazioni sfitte e la posizione della Città.
“Un tasso elevato di abitazioni vuote – si legge – facilita la ricerca di un’abitazione e incide sui prezzi dell’offerta immobiliare. Una scarsa offerta immobiliare può portare a scegliere abitazioni più care o può indurre a cambiare quartiere o a spostarsi verso la periferia”. Qui Lugano risulta terza, un risultato positivo sulla carta. Si tratta però, va detto, di un piazzamento ottenuto con circa l’1.2% di appartamenti sfitti, mentre per creare una vera situazione di vantaggio per l’inquilino è necessario almeno il 3% (valore che non si raggiunge in nessuna delle città).
Lugano risulta poi la città con la maggior percentuale di “superfici boscate e di riposo” e quella con la minore di insediamento e traffico. Fattori positivi nel quadro della qualità dell’ambiente, minati però dall’indice di inquinamento a lungo termine, che misura, sulla base delle concentrazioni di polveri fini, biossido di azoto e ozono, l’inquinamento medio dell’aria delle città su una scala da 1 «basso» a 6 «molto alto». La qualità dell’aria di Lugano, con un valore pari a 5 (dati 2011), risulta, assieme a Ginevra, la peggiore (le altre città si piazzano fra il 4 e il 3).
Per quanto riguarda il fronte della sicurezza personale, Lugano risulta la città con il minor numero di reati ogni mille abitanti (meno di 100 a confronto dei quasi 300 casi di Losanna), ma quarta nel numero di furti con scasso.
Un aspetto che incide molto nella qualità di vita è poi la mobilità e i trasporti pubblici vi giocano un ruolo importante, garantendone una gestione più sostenibile. E allora se il prezzo medio di un abbonamento mensile risulta fra i più bassi (praticamente terz’ultimo, quasi a pari merito con Losanna), Lugano, con poco più di tre soste, non fa altrettanto bene per quanto riguarda il numero di fermate per chilometro quadrato, che è indicatore della densità dei trasporti pubblici (“una rete estesa dei trasporti pubblici aumenta la libertà di scelta del mezzo e favorisce il passaggio dal trasporto individuale motorizzato ai trasporti pubblici”). E infatti Lugano risulta la città con la maggior percentuale (40%) di utenti che scelgono il mezzo privato per il tragitto casa-lavoro. Il numero di fermate però, si precisa anche nella statistica, ha subito un brusco calo fra il 2012 e il 2013 a causa dell'aumento di superficie dovuto alle fusioni: due anni fa, con poco più di 5 fermate per chilometro quadrato, Lugano si piazzava in quarta posizione, davanto, di poco, rispetto a Zurigo.
Ma veniamo infine alla chicca. Paragonata a grandi città come Ginevra, Zurigo o Berna, se si pensa all’offerta culturale difficilmente si può immaginare un piazzamento alto in classifica per Lugano. E invece la città in riva al Ceresio si guadagna, per numero di musei ogni 100mila abitanti, il secondo scalino del podio, quasi a pari merito con la capolista Basilea. Medaglia d’argento che cozza però con una domanda culturale decisamente carente: per numero di visitatori per abitante Lugano risulta infatti solamente penultima. Peggio di così, solo Bienne, che nella classifica precedente era però penultima.