GIUBIASCO – Il dolore, l'incredulità, la rabbia…ci vorrà del tempo perché il tempo, a poco a poco, se le porti via. Oggi è troppo fresca e troppo viva quella scena raccapricciante, marchiata nella mente e nel cuore di Mara come se fosse stata impressa da uno stampo incandescente. Mara è la mamma di Neve (nelle foto): la barboncina di sei anni brutalmente uccisa in via della Posta a Giubiasco da un cane di grossa taglia sfuggito dal controllo dei suoi padroni. Una storia che vi abbiamo raccontato ieri e che ha commosso un numero impressionante di lettori. A parlare, nell'articolo in cui vi avevamo narrato la vicenda, era stata la mamma di Mara. Lei ancora non se la sentiva. Oggi invece Mara ha deciso di raccontarci come ha vissuto quegli attimi di terrore in prima persona. Ma più che un racconto è un sfogo, con le parole che scivolano via mischiate alla commozione ancora viva, alle immagini cruente di quella mattina, ai beffardi incroci del destino, ai dubbi atroci e infondati che sempre si presentano in casi come questi e che si riassumono nella domanda: potevo fare qualcosa di più per salvare Neve? "Non ci riesco ancora a credere – sospira Mara - mi sembra tutto così surreale…io e il mio cane eravamo come in simbiosi anche se da qualche tempo non vivevamo più insieme perché nell'appartamento dove mi sono trasferita non mi hanno permesso di portarlo con me. Ma il nostro legame non era cambiato, anzi. Mercoledì avevo deciso di tenerlo tutto il giorno con me e abbiamo dormito insieme perché mi era stato saltuariamente consentito dai padroni di casa. Abbiamo fatto lunghe passeggiate…poi giovedì eravamo in via della Posta perché mi stavo recando a un appuntamento con una amica, dovevamo andare al Tamaro…".E in quel momento accade il fattaccio: "Vedo sbucare improvvisamente questo grosso cane che si trova a circa 4 metri da me. Siccome so che a Neve non piace giocare con gli altri cani la prendo immediatamente in braccio. Lo faccio sempre quando sbuca un grosso cane…. Ma l'animale non si ferma e continua a correre verso di me. Lì per lì ho pensato: adesso me lo annusa, come accade sempre tra cani, e invece no… me lo ha azzannato! I suoi padroni lo chiamavano "Axel! Axel!" ma lui non rispondeva. Me l'ha letteralmente strappata dalle braccia. E poi ha cominciato ai infierire portandola in un posto e poi in un altro. Neve piangeva di dolore mentre quel cane l'azzannava…quando finalmente lui l'ha mollata e sono riuscita a prenderla in braccio era tutta piena di sangue, aveva una grande ferita sotto il collo. Sono corsa dal veterinario, che è lì a pochi passi, ma non c'era più niente da fare. È stato terrificante. In quel cane ho visto la ferocia, l'aggressività…come un leone che sbrana la sua preda. Sembrava di assistere a uno di quei documentari del National Geographic". Ma a che razza assomigliava il cane "aggressore": "Guardi, non lo so…il veterinario che lo ha soppresso e che ha soccorso anche Neve mi ha detto che era una via di mezzo tra un alano, un pitbull e boxer…era altissimo…""La prima notte – prosegue nel suo racconto Mara - non sono riuscita a dormire. Non si meritava di morire in questo modo crudele, con questa aggressività…. Non avrei mai pensato che lo azzannasse in quel modo brutale. E poi il padrone da come parlava al cane sembrava come rassegnato "io non so più cosa fare con te", diceva, o qualcosa del genere. Mi è sembrato come se quella non fosse la prima volta…. Il che mi ha fatto arrabbiare, passato lo shock iniziale. Sai benissimo che cane hai per le mani e non gli metti il guinzaglio? Non sapevano come contenerlo. Avevano anche paura a metterci le mani durante l'aggressione. E infatti finché non ha ucciso non l'ha mollato il mio cane". E qui subentra la rabbia nel racconto di Mara: "Certo, sì, sono arrabbiata. Il cane va tenuto al guinzaglio, non ci sono scusanti. E non si può dire "mi è scappato". Era lì in mezzo a voi, ha visto un altro cane, e vie è scappato con l'intenzione di mangiarlo. Purtroppo ho capito troppo tardi cosa poteva fare". Non si da pace, Mara. "Ho paura di addormentarmi perché temo di sognare quella scena. Sono disperata. È stata una così mostruosa, agghiacciante, che non auguro a nessuno di provare. Un leone che massacra la sua preda", ripete. "Mi auguro che non succeda mai più – prosegue Mara - e che queste persone, che a quanto pare hanno un altro cane, diventino più responsabili. In quella casa vive anche una bambina. Mi chiedo: e se quel che ha fatto a Neve lo avesse fatto a sua figlia? Purtroppo si impara sempre dalle tragedie, spero che quanto accaduto sarà d'insegnamento, ma non accetto comunque il pensiero che a pagare le conseguenze sia stato il mio cane e con quelle sofferenze…". Dai proprietari del cane aggressore, intanto, non sono neppure arrivate le scuse. "No – afferma Mara - non si sono scusati. Non mi hanno contattata, nulla. Capisco i sensi di colpa, penso che anche loro stanno male in questo momento, però almeno farmi un colpo di telefono poteva essere un bel gesto…"."Ieri abbiamo sotterrato Neve e spero che con il tempo il dolore si passi. Un giorno magari quando me la sentirò prenderò un altro cane", conclude Mara. RED