CRONACA
E se N.A. fosse stata uccisa in Ticino? Sempre che si tratti di un delitto... Restiamo rigorosamente nel campo delle ipotesi, in attesa dei risultati dell'autopsia, che magari smentiranno la pista dell'omicidio... Ma ecco perché questo giallo potrebbe rie
Proviamo a vagliare, alla luce dei primi riscontri, le ipotesi formulate sulla morte della maestra di Stabio... Il sentiero lungo il quale è stato trovato il suo corpo porta direttamente in Svizzera
Foto: TiPress/Francesca Agosta
CRONACA

È una maestra delle elementari di Stabio la vittima del giallo di Rodero. Prende sempe più corpo l'ipotesi del delitto. N.A., 35 anni, era molto nota in paese, dove suonava anche nella locale filarmonica. Non vedendola in aula questa mattina le sue colleg

17 OTTOBRE 2016
CRONACA

È una maestra delle elementari di Stabio la vittima del giallo di Rodero. Prende sempe più corpo l'ipotesi del delitto. N.A., 35 anni, era molto nota in paese, dove suonava anche nella locale filarmonica. Non vedendola in aula questa mattina le sue colleg

17 OTTOBRE 2016
STABIO - Che N.A. sia stata uccisa è un’ipotesi che prende piede via via che trascorrono le ore. Anche se dai risultati dell’autopsia, effettuata oggi sul corpo della 35enne, potrebbe arrivare una sorprendente smentita. Però sarebbe strano, alla luce dei pochi ma significativi dettagli emersi nelle prime battute dell’inchiesta, coordinata dagli inquirenti lombardi in stretta collaborazione con quelli ticinesi.

Anzitutto il corpo della giovane maestra di Stabio è quasi certamente stato portato da qualcuno nel luogo in cui è stato trovato nel tardo pomeriggio di ieri, una piccola scarpata lungo un sentiero boschivo in territorio di Ròdero, a pochi passi dalla strada provinciale che conduce al valico del Gaggiolo.

Poi, sul cadavere non c’erano documenti e nemmeno indumenti adatti per affrontare una passeggiata nel bosco in questi giorni piuttosto freddi. E che cosa ci fa una donna di Stabio nel bosco da sola e senza documenti, per giunta oltre confine?

Overdose? Saremmo tutti stupiti, ma tanto stupiti, di un’ipotesi del genere, che è comunque stata avanzata tra le tante. Incidente provocato da un pirata della strada (citiamo un’altra ipotesi)? Ma i segni dell’impatto con un’auto sarebbero stati evidenti, mentre le uniche evidenze rilevate dal medico legale a un primo esame del corpo sono state una lieve ferita alla testa e una falange delle dita spezzata.

Suicidio? Ma chi mai si va a suicidare in un bosco e senza usare un’arma? Però è un’ipotesi che va lasciata aperta fino a prova contraria: la 35enne potrebbe aver assunto medicamenti letali.

Resta in ogni caso la pista principale seguita dagli inquirenti: quella del delitto. Passionale o di altro genere? Per esempio un’aggressione a scopo sessuale? Troppo presto per andare oltre. Certo è che la relazione sentimentale che la giovane maestra aveva intrecciato da alcuni mesi andrà indagata, come andranno indagate le sue frequentazioni, sempre che sia confermata la tesi dell’omicidio.

Ma in quest’ultimo caso la domanda è: N.A. è stata uccisa a Ròdero o in Ticino? E se sì, dove? Bisogna sapere infatti che il sentiero lungo il quale è stato trovato il suo corpo porta al confine. È una delle tante “strade dei contrabbandieri”. Da Santa Margherita di Stabio si può raggiungere la località comasca dove è stato rinvenuto il cadavere. Un tratto lo si percorre in auto, poi ci si trova davanti a un cancello che si può varcare solo a piedi. Però si può tornare in auto a quel cancello uscendo dal valico di Gaggiolo e seguendo il sentiero sul versante italiano. Stiamo soltanto facendo delle ipotesi, come in casi del genere è d’obbligo, sia chiaro.

Ma questo “giallo” non può non riportarci alla memoria un caso accaduto sei anni fa: quello del delitto di Obino. L’autore, Marco Siciliano, che allora aveva 33 anni, venne condannato alla reclusione a vita per l'assassinio della moglie, avvenuto la sera del 25 marzo 2010 nella frazione di Castel San Pietro. Circostanze diverse, senza dubbio. Ma in quel caso l’autore varcò il confine per cercare di sbarazzarsi del corpo della vittima, gettandolo nel lago di Como…

Marco Bazzi

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