L'autopsia ha stabilito che N.A. è morta per edema polmonare. Un esperto di patologia forense spiega cosa può averlo provocato: "Dall'infarto acuto all'overdose di farmaci o stupefacenti. Anche il soffocamento, ma avrebbero dovuto emergere evidenze durant
Per i risultati occorreranno alcuni giorni. Intanto la Polizia cantonale ha interrogato i famigliari e il fidanzato della giovane maestra di Stabio
Foto: La Provincia di Como
STABIO - L’autopsia eseguita ieri ha stabilito la causa del decesso di N.A., la maestra 35enne di Stabio trovata morta domenica pomeriggio lungo un sentiero boschivo a Ròdero, non lontano dal confine del Gaggiolo: edema polmonare. Niente segni di violenza o ferite letali, dunque, come era già emerso dopo le prime verifiche medico-legali sulla salma. A parte una leggera contusione alla testa e una falange spezzata, che sarebbe però riconducibile a un evento accidentale.
L'autopsia svolta su ordine del sostituto procuratore di Como Massimo Astori ha dunque accertato che la donna è morta per un edema polmonare. Resta ora da stabilire che cosa l'abbia causato, ma ci vorranno alcuni giorni per saperlo: il medico legale ha infatti prelevato dei tessuti necessari per svolgere accertamenti tossicologici. Occorre capire se nel corpo della vittima ci sono eventuali tracce di stupefacenti, farmaci o veleni.
Ma cosa può provocare un edema polmonare? Liberatv lo ha chiesto a un medico legale, esperto di patologia forense.
“L’edema polmonare indica che nel soggetto c’è stato uno compenso cardiaco acuto, in genere della parte sinistra del cuore. È una situazione tipica di chi muore per overdose di farmaci o di stupefacenti, o a causa di un infarto con un grave scompenso cardiaco”.
L’edema polmonare, spiega il medico, è un denominatore comune di molti tipi di morte. “Può anche essere compatibile con il soffocamento, con una morte asfittica, dunque. Ma in questo caso durante l’autopsia dovrebbero emergere alcune evidenze interne: ecchimosi delle gengive o del palato, e diversi altri segni indicatori. Questo, anche se la vittima fosse stata soffocata con un cuscino e non strangolata”.
Ma anche un’eccessiva assunzione di farmaci psicoattivi, aggiunge il medico, può provocare un edema acuto. “In casi come quello di cui stiamo parlando decisiva è la tossicologia. Sapere se nel corpo della vittima ci sono oppure no sostanze come droghe o medicamenti crea un grosso spartiacque ed è fondamentale dal profilo medico-legale e soprattutto investigativo”.
L’esperto conclude con una valutazione ad ampio raggio, pur non disponendo di informazioni dirette sul caso. Ma sulla base della sua esperienza dice: “Siamo di fronte a un soggetto ‘normale’, senza frequentazioni o abitudini strane, una donna professionalmente attiva, ben integrata nella comunità… E non ci sono segni di violenza sul suo corpo. Tutto farebbe dunque pensare a una morte naturale. Stonano però il luogo e le circostanze in cui è stato rinvenuto il suo corpo. Inoltre, in una persona di 35 anni, quindi giovane, un edema polmonare è raramente provocato da una morte cardiaca. Il che però non può essere escluso se non dagli esami tossicologici”.
Nel frattempo, la Polizia cantonale ha interrogato i famigliari della vittima e il fidanzato con cui N.A. aveva una relazione da alcuni mesi. Quest'ultimo, che abita nel Mendrisiotto, è stato definito dai vicini "una persona per bene". Erano una bella coppia, hanno detto.