CRONACA
Il giallo di Americo, scomparso da Capolago. Le inquietanti rivelazioni degli amici: "Aveva paura. E dopo l'aggressione omofoba si era chiuso in se stesso"
Un amico: "Aveva cominciato a frequentare un’altra compagnia, formata da marocchini e tunisini di religione musulmana. Sono arrivato a pensare che dietro ci fosse l’Isis"

CAPOLAGO – Di Americo Aldrovandi non si hanno più notizie dal 20 marzo, quando è scomparso da Capolago. Il Caffè racconta oggi nuovi retroscena del giallo che avvolge questo 35enne, di cui si è occupata anche la trasmissione italiana "Chi l’ha visto?".

 

Secondo un amico, che si chiama Matteo, Americo aveva paura, tanto che qualche settimana prima di svanire nel nulla si era trasferito a Lugano da un altro suo amico.

 

Di chi aveva paura? "Non lo so, non me l’ha detto - ricorda Matteo - ma era diventato paranoico, usava i telefoni cellulari dei suoi amici per mandare messaggi e telefonare".

 

Un altro amico del 35enne, Andrea, che è del Mendrisiotto ha raccontato: "Mi ha telefonato in febbraio e mi ha detto che si trovava a Barcellona, in Spagna: non so per quale motivo si trovasse lì, di sicuro aveva cominciato a frequentare un’altra compagnia, formata da marocchini e tunisini di religione musulmana. Sono arrivato a pensare che dietro ci fosse l’Isis".

 

Un ulteriore dettaglio inquietante è quello che racconta al Caffè Massimiliano, pure lui del Mendrisiotto. "Un giorno Americo mi ha raccontato di essere stato rapito e abbandonato a San Bernardino, non mi ha detto da chi e nemmeno il motivo". Era fine gennaio.

 

Un suo vicino di casa a Capolago ha affermato che c’era molto disordine nella sua vita, ma chi conosce quest’uomo concorda su una cosa: nessun segnale che volesse sparire nel nulla.

 

Americo, che rilegava libri per un’associazione di Mendrisio e leggeva testi sulla spiritualità e frequentava un centro di meditazione, è stato indagato per transazioni immobiliari sospette, ma i suoi amici ritengono che non sia il tipo da mettere in piedi una truffa. L’estate scorsa è stato vittima di un’aggressione omofoba e da allora, dice chi gli è vicino, si è chiuso in se stesso: "Ha risentito molto di quella violenza".

 

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