Per la stagione 2024/25 123’913 presenze, autofinanziamento oltre il 50% e bilancio in pareggio: ricavi record, musica integrata, maggiore presenza in sala e mediazione culturale in espansione

LUGANO - La stagione 2024/25 del LAC si chiude con un dato che parla chiaro: 123’913 presenze complessive, in controtendenza rispetto ai trend del settore. Di queste, 81’272 hanno seguito la stagione artistica e 42’641 hanno partecipato alle attività di mediazione culturale. Numeri che non sono un’eccezione fortuita, ma il segno di un modello che tiene insieme ambizione artistica e disciplina gestionale: autofinanziamento superiore al 50% e bilancio in pareggio, nonostante un contributo pubblico nominalmente fermo da oltre dieci anni e destinato a ridursi dal 2026/27.
In sala, teatro e danza confermano una fedeltà crescente: 67’397 presenze, 82% di occupazione media e 61 tutto esaurito. Alla prima stagione con la musica interamente integrata nel perimetro LAC, la risposta è netta: 13’875 spettatori e 72% di riempimento, trainati da una politica prezzi più accorta, da campagne mirate e dall’apertura a nuovi linguaggi, dal jazz all’elettronica. Attorno alla programmazione cresce anche la comunità: 1’607 membri LAC+, con circa 17’500 presenze generate nell’anno. La mediazione culturale estende il raggio d’azione: 811 appuntamenti tra pubblico e scuole (470 e 341), 42’641 partecipanti totali, 1’559 dei quali in progetti dedicati a inclusione e accessibilità.
Sul versante economico, la stagione segna un nuovo massimo: CHF 9’632’690 di ricavi propri (+5% sul preventivo, +10% sull’anno precedente). La biglietteria e la prevendita valgono CHF 3’155’890, sponsorizzazioni e fundraising arrivano a CHF 1’489’000, l’area eventi e congressi (locazioni e servizi) totalizza CHF 1’197’600, mentre coproduzioni e tournée portano CHF 619’000. L’integrazione di LuganoMusica non è solo artistica: pesa +CHF 640’000 di ricavi netti aggiuntivi e consente una sensibile riduzione dei costi di gestione e promozione. E mentre il LAC guarda lontano, il radicamento resta forte: il 70% delle spese correnti ricade sul territorio.
L’identità produttiva non resta sulla carta. Nel 2024/25 debuttano 12 tra produzioni e coproduzioni; le tournée sono 8, con 157 repliche in 53 piazze e 26’744 spettatori fuori sede. Arrivano anche riconoscimenti: “Re Lear” (coproduzione LAC–Teatro di Roma) vince il Premio Le Maschere del Teatro Italiano come miglior spettacolo di prosa; Carmelo Rifici riceve il Premio Hystrio alla regia; Tindaro Granata conquista l’Hystrio Twister; Alessandro Bandini e Leda Kreider ottengono il Premio Mariangela Melato per giovani attori. Intanto la Compagnia Finzi Pasca, residente al LAC, presenta la prima nazionale di “Titizè – A Venetian Dream”, e prosegue la collaborazione con l’OSI tra San Silvestro, Pentecoste e i concerti per scuole e famiglie.
La rotta è dichiarata anche nelle parole dei vertici. Per il presidente Roberto Badaracco, “investire nella cultura migliora la qualità di vita e genera impatto sul territorio”; un pensiero che si accompagna al ringraziamento a Michel Gagnon per il lavoro del primo decennio. Il direttore generale Andrea Amarante definisce l’istituzione come un equilibrio da cercare “fra coraggio, responsabilità, curiosità e apertura”. Il direttore esecutivo Gregory Birth rivendica un “approccio manageriale” che unisce crescita dei ricavi propri, efficienza dei costi e disciplina nell’uso delle risorse: la condizione per assorbire i tagli ai fondi pubblici senza arretrare sulla qualità.
Infine, l’integrazione della proposta musicale — scelta strutturale sostenuta dalla Città di Lugano — mostra il suo effetto leva: programmazione più coordinata, pubblico in ripresa, economie gestionali. In una parola, consolidamento: la stagione 2024/25 consegna un LAC che fa crescere pubblico e qualità, tiene i conti in ordine e restituisce valore alla comunità, preparandosi a una fase nuova con basi solide e un profilo sempre più riconoscibile anche oltre i confini regionali.