CRONACA
Iadonisi mette le mani sul Borgovecchio e apre il WineBar al Maghetti. "Le restrizioni non mi frenano. Mascherina? Si può sorridere anche con gli occhi"
L'imprenditore, da anni attivo in Ticino, apre due nuovi ristoranti nel centro di Lugano e a Balerna: "Le risposto sono ottime. Mai lavorato così bene in trent'anni"

LUGANO/BALERNA – Che Francesco Iadonisi fosse un vulcano di idee lo abbiamo già detto. Che il suo spiccato spirito imprenditoriale lo portasse a 'sfruttare' il periodo di confinamento nel generare idee funzionanti, invece, non se lo aspettava nessuno. Men che meno in una difficile situazione legata alla pandemia. Eppure... Già, eppure...Iadonisi ne ha 'sfornata' un'altra delle sue. L'imprenditore da anni attivo nella ristorazione in Ticino non si è lasciato abbattere dalle misure restrittive che le autorità hanno emesso nel suo settore. Anzi. Ha intuito dove e come colpire ancora e ha aperto altri due locali destinati a fare del bene alla popolazione ticinese. Parliamo del Borgovecchio di Balerna, acquistato da Iadonisi proprio nel periodo di Lockdown, e del Wine Bar di Lugano situato nel Quartiere Maghetti.

"Insieme ad alcuni amici – spiega a Liberatv – ho pensato in una piazza come Lugano mancasse una vineria appositamente pensata per chi ha voglia di gustarsi qualche buon vino senza per forza doversi fermare a pranzo o cena. Una cosa diversa dal solito, diciamo. Le risposte dopo una ventina di giorni dall'apertura, devo ammettere, sono ottime perché la proposta funziona anche per gente più in là con l'età. Inoltre, è un appoggio a tutti, o quasi, i produttori locali. In questo modo, il produttore può far conoscere i propri vini con una degustazione in un ambiente accogliente e innovativo. La mia speranza è che possa diventare un punto di riferimento per i vini ticinesi. Il valore aggiunto è sicuramente Maurizio Di Maggio, ex gestore della Lanchetta, alla direzione. Una persona che fa la differenza non solo professionalmente, ma anche dal punto di vista umano".

Il Borgovecchio di Balerna, dicevamo. Iadonisi lo ha preso per mano "dopo che ho saputo che non poteva più riaprire dopo il lockdown. Lo abbiamo ristrutturato e portato a nuovi livelli. Anche in questo caso, abbiamo pensato di creare qualcosa di nuovo. Il nostro punto forte è quindi la cucina iberico-lusitana. Riscontri? Abbiamo aperto l'8 ottobre e siamo sempre stati pieni. Ma anche quando era chiuso ricevevo tantissime telefonate per prenotazioni. È un posto che mancava alle persone. Ed eccoci qui".

Con Iadonisi analizziamo anche il mondo della ristorazione, messo a dura prova in questi difficili mesi di pandemia. "Forse – dice – andrò controccorente. Ma noi non abbiamo mai lavorato così bene negli ultimi trent'anni. La stagione è stata interessante. Il timore di nuove chiusure c'è, ma bisogna conviverci anche perché penso sia una situazione che si protrarrà nel tempo. Cosa ne penso delle mascherine? Non sono un problema. Ai miei collaboratori dico sempre che si può sorridere, e far sorridere, anche con gli occhi".

Abbiamo infine chiesto all'imprenditore cosa lo spinge ad azzardare dove tutti non osano. "Io sono dell'idea che ogni idea che si genera bisogna metterla sul piatto. Investire è difficile, per tutti, ma se la pensiamo tutti così non si va più avanti. Che cosa si vive a fare se non per realizzare i propri sogni?".

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