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Cronaca
12.09.2021 - 11:440
Aggiornamento: 12:55

Ceruso: "Rotto un monopolio: per questo UNIA e OCST gridano allo scandalo"

Il presidente di Tisin rompe il silenzio su La Domenica: "Nel passato, e anche di recente, i sindacati storici hanno firmato un sacco di contratti simili..."

LUGANO - “Ho rotto una situazione di monopolio e questo dà fastidio. In passato i sindacati storici hanno firmato un sacco di contratti che prevedono retribuzioni inferiori a quello che sarà il salario minimo, anche negli ultimi tempi. Ma finché lo facevano loro andava tutto bene, se lo fa qualcun altro è uno scandalo, un affronto”.

Parole e musica di Nando Ceruso. Il presidente di Tisin rompe il silenzio dopo una settimana di polemiche. E lo fa andando al contrattacco dei principali accusatori del neo sindacato: UNIA e OCST.

Intervistato da “La Domenica”, dice di aver letto e sentito in questi giorni tante inesattezze, tante bugie, tante nefandezze che gli hanno fatto male. Perché lui , spiega, ha sempre cercato di fare gli interessi dei lavoratori. “Sono state sparate cifre fuori contesto – afferma l’ex sindacalista dell’OCST -. Si è parlato di salari di 15 franchi all’ora senza precisare che si tratta di un minimo inserito in una griglia che prevede in gran parte retribuzioni ben più elevate. Quasi tutti gli operai guadagneranno di più e nessuno perderà un franco in busta paga rispetto a oggi. Inoltre si è dimenticato di dire che un CCL non è composto solo dal salario, ma da tutta una serie di contenuti”.

La polemica, ricordiamo, nasce dopo che Tisin ha sottoscritto un CCL con tre aziende del Mendrisiotto che prevede stipendi in parte inferiori a quelli previsti dalla legge sul salario minimo che entrerà in vigore in dicembre. UNIA e OCST, e la sinistra, hanno parlato di “un sindacato farlocco” di “aggiramento della legge” di un’organizzazione “serva dei padroni”.

Ad infiammare ulteriormente lo scontro politico vi è anche la questione legata alla presenza nel comitato di Tisin, del capogruppo della Lega Boris Bignasca e della vicecapogruppo Sabrina Aldi, che per il momento hanno scelto di non ribattere alle critiche. Ma a proposito della loro partecipazione al progetto, Ceruso dice: “Hanno ritenuto che creare l’organizzazione TiSin fosse una buona idea, non per esercitare chissà quale influenza politica. Mi sembrano molto più politicizzati gli altri sindacati. E non fatemi parlare di quei sindacalisti- parlamentari che hanno approvato il salario minimo ben sapendo che la legge prevedeva uno spiraglio e ora si indignano perché non sono stati loro ad approfittarne”.

 
Nel lungo approfondimento de La Domenica, è stato intervistato anche Costantino Delogu, presidente della neonata associazione Ticino Manufacturing, che si è occupata della stesura del nuovo CCL: “Francamente questo contratto non mi sembra una grossa sorpresa - afferma -, nel mondo del lavoro ce ne sono già altri simili. Qualcuno però ha voluto dipingerlo in modo fuorviante, estraendo delle singole cifre che vogliono dire poco o nulla se non sono inserite nel loro contesto. Credo che abbia fatto clamore, solo perché è stato perfezionato da un nuovo sindacato. In realtà si tratta di un documento importante che permette di salvaguardare i posti di lavoro e nel contempo di offrire condizioni in gran parte migliori a quelle precedenti. In modo innovativo nel nuovo CCL sono state introdotte anche la preferenza indigena e un’indennità supplementare per i lavoratori residenti”.

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