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Cronaca
01.12.2021 - 08:420
Aggiornamento: 05.12.2021 - 11:42

L'inchiesta su Via Nassa si allarga: dopo l'incendio doloso al White spuntano vandalismi al Cashmere Square

All'origine dei danneggiamenti ci sarebbe una vertenza tra la società Ancora, dichiarata fallita, e la proprietà dello stabile per affitti non pagati

LUGANO – Aveva suscitato stupore e scalpore in città nei primi mesi dell’anno la notizia del coinvolgimento di un noto commerciante luganese nell’incendio scoppiato il 12 febbraio scorso nella boutique White di via Nassa. Un rogo che, dopo le verifiche da parte della polizia scientifica, è stato rubricato come intenzionale, facendo scattare l’inchiesta e portando in carcere un mese dopo tre persone. In maggio venne anche arrestato in Italia l’esecutore materiale dell’incendio, un 50enne originario della Campania.

Ora, come scrive LaRegione, nell’inchiesta spuntano anche danneggiamenti, altrettanto deliberati, al Cashmere Square, sempre in Via Nassa, un altro negozio di abbigliamento riconducibile alla società Ancora, che gestiva il White.

 

Il noto commerciante di Lugano è indagato con le altre quattro persone coinvolte per essere il mandante dell’incendio. Secondo il Ministero pubblico ha ordinato di appiccare le fiamme con lo scopo di denunciare l’evento come accidentale, per poi riscattare la polizza assicurativa, superiore a un milione di franchi. Per lui e i suoi complici l'accusa è dunque di incendio intenzionale e tentata truffa.

Ad aggravare le responsabilità del mandante, che non è mai stato arrestato, c’è il fatto che la boutique era finanziariamente sana e che l’obiettivo sarebbe stato quello di arricchirsi indebitamente.

 

I danneggiamenti al Cashmere sono precedenti all’incendio: risalgono all’estate del 2020. E secondo LaRegione sono legati a una vertenza tra il commerciante e la proprietà dello stabile per affitti non pagati. La vertenza sarebbe sfociata in uno sfratto intimato all’inquilino e, come reazione, in atti vandalici. Ad ammettere le proprie responsabilità sarebbe stato il figlio del noto commerciante. Tra la proprietà e la società che gestiva il negozio è ora aperto un contenzioso civile per svariate decine di migliaia di franchi tra affitti non pagati e danni provocati, importi che la controparte contesterebbe parzialmente.

 

LaRegione aggiunge che nei giorni scorsi è stato anche dichiarato il fallimento della Ancora Sa, la società che gestiva i due negozi, società fondata nel 1986 con amministratore unico il noto commerciante.

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