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16.11.2022 - 08:520
Aggiornamento: 09:24

Tragedia sul cantiere a Bellinzona, il j'accuse del sindacalista Matteo Poretti

Il sindacalista di Unia punta il dito contro l'impresa mesolcinese per la quale lavorava l'operaio morto una settimana fa

BELLINZONA – Matteo Poretti, sindacalista di Unia, fa una doverosa premessa: spetterà al Ministero pubblico stabilire la causa esatta del crollo che mercoledì scorso, 9 ottobre, è costato la vita a un operaio sul cantiere di via Ghiringhelli a Bellinzona. Ma solleva molti dubbi sulla morte dell’operaio di 44 anni. Dubbi che toccano l’impresa di Roveredo, specializzata in “casseratura” e muratura per la quale l’operaio, Mile Bojic, lavorava. I suoi famigliari hanno denunciato pubblicamente il caso e intendono presentare una denuncia per omicidio colposo (LEGGI QUI). Sulle cause della tragedia vi sono diverse versioni, che gli inquirenti stanno vagliando.

La ditta è accusata, in generale, di fare pressione sulle squadre di operai per velocizzare il lavoro e quindi i tempi di consegna. Poretti, intervistato da LaRegione, spiega che proprio per la sua “efficienza” è particolarmente apprezzata da molte imprese edili ticinesi “che ne sfruttano gli elevati ritmi di produzione e il cinismo con il quale impone alla propria forza lavoro rischi professionali oltre il consentito, condizioni molto redditizie in un contesto dove impera la guerra dei prezzi”.

E aggiunge che l’impresa ha una cinquantina di dipendenti che sottostanno al Contratto nazionale, ma non – grazie al domicilio societario nel Moesano – a quello ticinese, più restrittivo in materia di lavoro con intemperie e il sabato.

Nata a Basilea, l’impresa ha costituito una filiale nei Grigioni nel 2009, ma opera quasi esclusivamente in Ticino. Il sindacalista di Unia afferma che la ditta è stata al centro di molte segnalazioni inviate alla Commissione paritetica cantonale per l’edilizia, soprattutto per violazione del divieto di lavorare in caso d’intemperie: “Tante, troppe le volte in cui siamo stati sollecitati a intervenire da operai costretti a lavorare sotto la pioggia e talvolta anche sotto la neve. In questi casi il rischio d’infortunio cresce notevolmente, ma evidentemente i tempi di consegna sono rispettati meglio di altre imprese concorrenti. Purtroppo, nonostante le nostre ripetute segnalazioni e le multe inflitte dalla Commissione paritetica, per un ammontare che stimo per il Ticino in alcune decine di migliaia di franchi, la ditta di Roveredo non ha mai cambiato atteggiamento generale, a parte alcuni correttivi intervenuti grazie al fatto che pian piano, col passare degli anni, i suoi dipendenti si sono affiliati al sindacato. La sua presenza e la sua attività continuano a essere tollerate perché utili a un’edilizia dove l’abbattimento dei tempi di consegna è diventato un fattore centrale nel compensare i margini altrimenti erosi dalla guerra dei prezzi”.

Cifre non ufficiali, ma degne di fede, conclude Poretti, indicano che tra gli operai dell’impresa si contano una trentina di infortuni nel solo 2019: “Come sindacato seguiamo la trafila assicurativa e legale di quattro lavoratori impiegati per quella ditta e rimasti invalidi: dopo averli sfruttati, li ha scaricati. Ecco perché non mi sorprende quanto accaduto nel cantiere di Bellinzona sebbene, ribadisco, la causa esatta sia ancora tutta da chiarire”.

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