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22.11.2022 - 15:230

Parità, divario salariale fra i sessi tra i più elevati in Europa

Nei settori industria, costruzioni e servizi le donne svizzere nel 2020 hanno guadagnato il 18% in meno rispetto ai colleghi uomini. Travail.Suisse invita il Parlamento a lavorare su una nuova revisione della legge sull’uguaglianza

BERNA - Il divario salariale tra i sessi nell’industria, nelle costruzioni e nei servizi in Svizzera rimane tra i più alti d’Europa. È quanto indica oggi l’Ufficio federale di statistica precisando che nel 2020 in questi ambiti le donne hanno guadagnato in media il 18,4% in meno degli uomini, che in termini monetari si traduce in 8.604 franchi in meno all'anno.

In Germania (18,3%) e Austria (18,9%) si osservano valori simili, mentre in Estonia (21,1%) e Lettonia (22,3%) si registrano le differenze salariali maggiori. Nei Paesi Bassi, che si distinguono per un tasso di partecipazione al mercato del lavoro delle donne simile a quello in Svizzera, la differenza salariale è minore (14,2%). Nell’Unione europea (Ue) ammonta al 13,0%.

In Svizzera, tre donne su quattro dai 15 ai 64 anni lavorano (75,4%). Dopo l’Islanda e i Paesi Bassi, la Confederazione ha dunque uno dei tassi di donne occupate più alti nel raffronto con l’Ue (63,4%), prosegue l’Ufficio federale di statistica. Il tasso elevato riscontrato in Svizzera e nei Paesi Bassi va di pari passo con un’ampia diffusione del lavoro a tempo parziale: nel 2021, rispettivamente il 60,9 e il 65,0% delle donne occupate lo erano a tempo parziale, mentre in Islanda, questa percentuale era del 34,6% (Ue: 28,8%).

Tra gli Stati membri dell’Ue e dell’Aels (Associazione europea di libero scambio), la Svizzera e la Grecia a livello terziario presentano la quota più equilibrata dal punto di vista del genere: nel 2020 la quota di studentesse in Svizzera era del 50,5% e in Grecia del 49,5% (Ue: 54,0%). Nella maggior parte dei Paesi, il numero di donne che studiano è più alto di quello degli uomini.

La disparità salariale era del 19% nel 2018 e del 18,3% nel 2016. Una parte di questa differenza è spiegata dal livello di formazione, dall’esperienza o dalla posizione a livello gerarchico. Un’ampia parte rimane comunque senza spiegazione, e questa "misteriosa" quota è salita dal 45,4% nel 2018 al 47,8% nel 2020. Espressa in valore monetario, la parte "inspiegabile" si attesta, sempre nel 2020, a 717 franchi lordi al mese (686 nel 2018). La cifra è leggermente più elevata nel settore privato rispetto a quello pubblico.

L’organizzazione indipendente delle lavoratrici e dei lavoratori Travail.Suisse si dice "costernata" per l’incremento di tale discriminazione, e ha invitato il Parlamento a lavorare su una nuova revisione della legge sull’uguaglianza.

 

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