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Salute e Sanità
23.05.2024 - 16:010

Stress sul lavoro, lo vive il 23% degli svizzeri. E il 45% è esposto a rischi fisici

Lo dice uno studio sulla salute sul lavoro effettuato dall'Ufficio Federale di Statistica. Si registra un forte aumento delle donne che si dicono emotivamente esauste, mentre la percentuale degli uomini resta stabile

BELLINZONA - Stressati, a rischio bornout e perennemente stanchi, con una stanchezza cronica di difficile risoluzione e aumentati rischi a livello di benessere psicologico e psichico, oltre che fisico. Il quadro che emerge da recenti e diversi studi in merito alla salute generale spaventa. In Svizzera il 23% delle persone attive lavorativamente è stressata, una percentuale in aumento, soprattutto per quanto riguarda le donne.

A dirlo è l'Ufficio Federale di Statistica. “Nell'arco di dieci anni, la quota di persone che dichiarano di provare stress sul lavoro è aumentata, passando dal 18% del 2012 al 23% del 2022. Si tratta dell'aumento maggiore registrato tra le condizioni di lavoro che possono rappresentare un rischio fisico o psicosociale per la salute. Oltre la metà delle persone stressate (53%) ha dichiarato di sentirsi emotivamente esausta sul proprio lavoro e presenta un rischio accresciuto di burnout”, si legge infatti in uno studio sulla salute sul lavoro. “Nel 2022, il 25% delle donne e il 21% degli uomini professionalmente attivi hanno dichiarato di essere spesso o sempre stressati sul lavoro. Queste quote sono in aumento, soprattutto tra le donne, poiché nel 2012 le donne stressate erano il 17% mentre lo era il 18% degli uomini”.

In particolare, dunque, preoccupa la condizione delle donne, una categoria che spesso deve anche conciliare vita familiare e lavorativa. “La quota delle donne emotivamente esauste nel loro lavoro e che presentavano quindi un maggior rischio di burnout è passata dal 20% nel 2012 al 25% nel 2022. La percentuale di uomini a rischio di burnout è invece rimasta stabile e nel 2022 si attestava al 19%. Le persone sotto stress hanno maggiori probabilità di sentirsi emotivamente esauste nel loro lavoro: più di una persona stressata su due (53%) ha infatti dichiarato di essere emotivamente esausta. Il 27% delle persone emotivamente esauste presentava sintomi di depressione, contro il 5% di quelle che non lo erano”.

Il settore dove si rileva il tasso di stress più elevato è quello sociosanitario, dove peraltro sono attive molte donne, circa una su quattro. Per quanto concerne l'esposizione a rischi fisici, essa è in leggera diminuzione, ma in ogni caso ancora nel 2022 “il 47% degli uomini e il 43% delle donne erano esposti ad almeno tre rischi fisici su dieci sul luogo di lavoro. Per gli uomini ciò rappresenta una leggera diminuzione rispetto al 2012, anno in cui tale quota si attestava al 50%”. I principali sono l'assunzione di posizioni dolore e stancanti e il dover sollevare o spostare persone. Scende il rischio di entrare in contatto con sostanze tossiche o nocive.

È evidente come a settori differenti coincidono rischi diversi. Sempre dallo studio: “Nell'agricoltura e nell'edilizia, i rischi fisici prevalgono nettamente su quelli psicosociali: oltre l'80% delle persone che lavorano in questi settori sono esposte ad almeno tre rischi fisici. Nei settori della sanità, della ristorazione, del commercio e dei trasporti, i rischi psicosociali hanno la stessa frequenza di quelli fisici, e la quota di persone che devono far fronte ad almeno tre rischi fisici o almeno tre rischi psicosociali si avvicina o supera il 50%. Gli altri rami del settore dei servizi sono meno esposti alle condizioni di lavoro a rischio. Per tali rami, i rischi psicosociali sono più frequenti di quelli fisici. I rami nei quali la somma delle quote delle persone esposte ad almeno tre rischi fisici o ad almeno tre rischi psicosociali è più alta sono la ristorazione, l'edilizia e la sanità”.

Lo stress, quindi, è sempre presente e porta, come spiegato da un dossier del Fatto Quotidiano di qualche giorno fa, a una stanchezza perenne e di fatto cronica, che può divenire nel tempo invalidante. Una delle cause è il continuo bombardamento a livello di stimoli, con i cellulari e la richiesta della società di essere sempre connessi e produttivi. Anche il cibo ha il suo ruolo, sia perchè, presi dalla fretta dell'esistenza quotidiana, si tende a mangiare in fretta, sia perchè si prediligono alimenti ricchi di grassi e poveri di fibre o costituiti da carboidrati raffinati.

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