CRONACA
La tragica storia di Alessandro e Cristina, due anni dopo il suicidio di Chiara, abusata da bambina
La vicenda ha scosso l'Italia intera. I genitori della ragazza non hanno retto il dolore e si sono tolti la vita il 9 dicembre in provincia di Torino

TORINO - Alessandro e Cristina Giacoletto hanno deciso di farla finita. Tre anni dopo la loro figlia, Chiara, morta suicida a 28 anni. La storia della famiglia Giacoletto è un tragico esempio delle devastanti conseguenze che possono avere gli abusi sui minori e delle difficoltà di ottenere giustizia. Chiara, violentata da bambina da un parente insospettabile con libero accesso alla sua casa, ha subito un trauma così profondo da indurla, tre anni fa, al suicidio.

Il colpevole, morto da tempo a causa di un tumore, non ha mai potuto essere processato, e la prescrizione per reati simili ha reso impossibile ogni azione legale. I suoi genitori, Alessandro e Cristina, si sono quindi battuti fino alla fine per sensibilizzare il pubblico sul tema, partecipando anche alla campagna "Justice Initiative" di Emergency per portare attenzione su una normativa che spesso impedisce alle vittime di ottenere giustizia.

"È importante fare molta attenzione, imparare ad affinare le nostre sensibilità e la nostra capacità di percepire le emozioni di chi ci sta a fianco – avevano raccontato durante un convegno a Milano –. Più si i è piccoli e più la mente, purtroppo, rimuove il trauma. Lo nasconde e a volte lo recupera a distanza di 10, 15 o 20 anni, quando ormai il danno è talmente grande e devastante che nemmeno la migliore psicoterapia del mondo, il migliore farmaco, il migliore psichiatra dell’universo è più in grado di ricomporre le migliaia di pezzi in cui il cuore è andato. Ogni mattina le vittime devono ricomporre i cocci della loro esistenza e provare a trovare un motivo buono per continuare a vivere".

Alessandro, 64 anni, e Cristina, 59, hanno condiviso pubblicamente il loro dolore per dare voce a chi non ne ha, sottolineando come i traumi infantili vengano spesso rimossi e riemergano solo anni dopo, quando le ferite sono ormai insanabili. Questo li ha portati a vivere con un senso di colpa schiacciante per non essere riusciti a percepire in tempo i segnali di disagio della figlia. La loro lotta per trovare un "motivo buono" per continuare a vivere si è rivelata vana. Cristina, dopo aver venduto la sua farmacia e devoluto il ricavato a una fondazione per bambini in Etiopia, ha tentato più volte il suicidio, mentre Alessandro, medico molto stimato, ha visto la sua vita e la sua forza sgretolarsi.

Il 1° dicembre, data che avrebbe segnato il 31° compleanno di Chiara, i due genitori hanno pianificato nei minimi dettagli il loro ultimo gesto, lasciando lettere e precise indicazioni per la suddivisione dei loro beni. Gli amici, pur intuendo il tragico epilogo, non sono riusciti a convincerli a cambiare idea. L'arrivo dell'elicottero del 118 il 9 dicembre ha confermato ciò che tutti temevano: Alessandro e Cristina si sono tolti la vita, ponendo fine a un dolore insopportabile. Un dolore che la coppia aveva raccontato in un'intervista a un giornale locale.

L'articolo era uscito il 4 dicembre e pochi giorni dopo i due coniugi sono stati trovati nella loro auto chiusa nel garage di casa, privi di conoscenza e in condizioni disperate. A nulla sono valsi i soccorsi: la donna è mancata nove giorni dopo il ricovero all'ospedale Molinette di Torino. Alessandro l'ha raggiunta il 23 dicembre, dopo due settimane trascorse nel reparto di rianimazione all'ospedale San Luigi. "Suicidio - avevano spiegato al quotidiano riferendosi alla vicenda della loro figlia - non è la parola corretta. Chi pone fine alla sua vita a causa di una violenza è vittima di un omicidio psichico e il suo aguzzino è un assassino. Ora noi siamo soltanto ombre".

La comunità di Rivalta e Orbassano, scossa dalla tragedia, conserva però un ricordo luminoso della famiglia: Alessandro, medico devoto che aiutava mezzo paese, e Cristina, farmacista generosa e paziente. Il trauma della perdita di Chiara e il senso di impotenza hanno distrutto due persone eccezionali. Come diceva spesso Alessandro, "quando a una farfalla si toccano le ali, smette di volare", citando una frase di Mauro Corona. 

Resta connesso con Liberatv.ch: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
Potrebbe interessarti anche

CRONACA

Torino: "I genitori erano disperati perchè non riuscivano a tirar fuori la bambina"

IL FEDERALISTA

Disforia di genere, nel nord Europa si inverte la rotta. Ma in Svizzera...

CRONACA

Annamaria Bernardini de Pace sul caso Segre-Seymandi: “Basta con l’ipocrisia femminista, chi tradisce ha sempre torto”

CRONACA

Il tormentone dell'estate continua. Cristina Seymandi replica a Massimo Segre "Sconcerto, delusione, amarezza e dolore..."

SINDACATO E SOCIETÀ

“Amo la polizia, ma vado al lavoro con un peso nel petto"

In Vetrina

LETTURE

SILVIVA pubblica "La scuola a cielo aperto": 200 proposte per apprendere nei territori

18 DICEMBRE 2025
PANE E VINO

GastroTicino, sette nuovi dirigenti della ristorazione

18 DICEMBRE 2025
EVENTI, CULTURA, TERRITORIO

LAC, pubblico in crescita e conti in ordine

18 DICEMBRE 2025
LETTURE

“Le disuguaglianze in una società del benessere. Una questione cruciale per la Svizzera e il Ticino“ 

16 DICEMBRE 2025
EVENTI, CULTURA, TERRITORIO

"A Christmas Carol": concerto di Natale al LAC

16 DICEMBRE 2025
ENERGIA

Linea 5, in servizio i primi bus articolati elettrici: “Un passo decisivo per la mobilità del Luganese”

14 DICEMBRE 2025
LiberaTV+

POLITICA E POTERE

Vannacci a Mendrisio. Tre domande a Piero Marchesi

13 DICEMBRE 2025
POLITICA E POTERE

Dazi e Rolex, Trump, Keller-Sutter, voto sull'UE, finanze cantonali... Roberto Grassi a tutto campo

12 DICEMBRE 2025
POLITICA E POTERE

Capitan Vitta, i duelli alla messicana, l'offerta di Sirica e le vignette di Altan

15 DICEMBRE 2025