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Politica e Potere
21.12.2012 - 11:040
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:40

Pesenti: "Socialdemocratica sì. Di centro destra no"

La candidata socialista al Municipio di Lugano parla dopo la polemica scoppiata in seguito alla rinuncia di Nenad Stojanovic. E dice: "Il quinto posto alle primarie di Cadro non è un problema". E sulle Officine FFS: "Siamo lì per difendere le sensibilità

di Marco Bazzi

LUGANO - “Il quinto posto alle ‘primarie’ di Cadro per me non è un problema. Sono perfettamente consapevole di avere una linea politica che scontenta alcuni all’interno del Partito socialista”.

Patrizia Pesenti è serena, per nulla turbata dalla polemica scoppiata nel suo partito dopo la decisione di Nenad Stojanovic di ritirare la sua candidatura dalla lista per il Municipio di Lugano.

“Vado avanti per la mia strada”, dice a liberatv.ch. Il 7 dicembre a Cadro si sono svolte le “primarie” del PS. E nella gremita saletta dell’osteria Sport, l’ex ministra non è certamente stata plebiscitata.

Ha raccolto 53 voti su 91 schede valide. Ma il “pieno” non l’ha fatto nessuno: la più votata, Cristina Zanini Barzaghi, ha ottenuto 70 preferenze, seguita da Raoul Ghisletta con 64. Gli altri candidati erano tutti sotto la linea dei 60 voti.

Insomma, non è un dramma, anche se ci si poteva attendere più entusiasmo di fronte a una figura politica come quella di Pesenti che potrebbe portare al Partito socialista molti consensi esterni alle elezioni di aprile, ed essere determinante per l’eventuale riconquista del secondo seggio in Municipio.

Stojanovic ha ritirato la sua candidatura perché la dirigenza del Partito non ha voluto pubblicare tempestivamente i risultati delle “primarie” e perché il PS di Lugano continua ad avere una linea troppo vicina al centro-destra. La sua, come ha dichiarato al nostro portale, non è una critica frontale alla candidata Pesenti, ma piuttosto alla politica che incarna l'ex consigliera di Stato. Non è infatti un mistero che il discorso di Patrizia Pesenti sia piaciuto molto a Giorgio Giudici e un po' meno a una parte della base socialista.

Ma un po’ di delusione non la vive, Patrizia Pesenti, per questo quinto posto?

“No. Sapevo che c’erano alcune persone che sono da sempre in difficoltà con la mia posizione politica. Una parte del Partito è sempre stata in disaccordo con la mia linea. So però di avere un sostegno diffuso tra gli elettori socialisti, anche se, come ogni candidato, non posso pretendere di rappresentarli tutti”.

Lei si sente di incarnare una linea di centro?

“Sono vista da alcuni come troppo moderata, troppo socialdemocratica. Sono anche stata accusata di eccessivo ottimismo, per il mio discorso di Cadro. Ma non mi preoccupo: penso che a Lugano ci sono molte cose importanti da fare e l’ottimismo è fondamentale per progettare il futuro”.

Insomma, lei non si sente di tradire gli ideali socialisti…

“Io non mi sento affatto di centro destra. La mia linea politica è chiarissima. È lì da vedere nelle cose concrete per cui mi sono battuta in passato. Sono contro la politica di centro destra. Ma non sposo nemmeno certe tesi troppo massimaliste”.

Quindi, alla luce della polemica, non l’ha sfiorata l’idea di farsi da parte…

“No, non mi faccio condizionare da questa polemica. Anzi, mi sarebbe sembrato strano se non ci fosse stata”.

Cambiamo fronte: c’è pressione a “sinistra” nei suoi confronti anche sulla questione delle Officine di Bellinzona. Lei fa parte del gruppo di lavoro voluto dalle Ferrovie federali per progettare il futuro del sito industriale, sul quale si profilano ombre di speculazione immobiliare.

“Le Ferrovie e il Cantone si sono impegnati per garantire un futuro alle Officine e creare nuove opportunità su quell’area. Le ferrovie hanno deciso di appoggiarsi anche sul parere di alcuni rappresentanti ticinesi e credo che questa sia una scelta importante: io e i colleghi che fanno parte del gruppo di riflessione abbiamo il compito di portare e di difendere le sensibilità del Ticino su questo importante centro di competenze. Non vedo proprio il minimo spazio per alcuna polemica”.

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