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Politica e Potere
02.09.2016 - 09:110
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Aeroporto di Lugano, Marco Romano suona la sveglia: "Città e Cantone, se ci siete battete un colpo! L'attuale passività è disarmante". Lancia una frecciata a Zali: "Non dà alcun segnale di vero interesse", e su Swiss dice: "L'offerta su Agno oggi è indegn

Il consigliere nazionale e presidente dell'Associazione passeggeri: "Il trattamento riservato alla clientela è inaccettabile per una compagnia di bandiera e nuoce all’attrattività comprovata dell’aeroporto”

LUGANO - Swiss abbandona la linea Lugano-Ginevra, si concentra sulla Lugano-Zurigo, e spiana la strada alla compagnia ticinese Darwin-Etihad, che già garantisce quel collegamento.

“Abbiamo sempre ritenuto questa tratta insufficiente per due compagnie – ha dichiarato al Corriere del Ticino il direttore generale di Darwin, Maurizio Merlo -. È vero, sono aumentati i passeggeri, ma la presenza di due aziende con un'offerta così ampia era difficilmente sostenibile".
Ora la compagnia valuterà se introdurre un terzo collegamento quotidiano con Ginevra.

Ma al di là della decisione di Swiss e del positivo andamento dell’aeroporto luganese, rimane irrisolto il tema del futuro dello scalo. Marco Romano, consigliere nazionale e presidente dell’Associazione passeggeri (Aspasi) si chiede: “Cantone dove sei?”, riferendosi al secondo azionista di Lugano Airport. Il futuro dello scalo, spiega, dipende da due fattori: il primo è l’impegno di Swiss sulla rotta “Lugano-Zurigo”, il secondo è la politica che Cantone e Città intendono adottare: “È ora di concretizzare progetti di cui da anni, da troppi anni, si parla soltanto”.

“Come Aspasi – spiega Romano - siamo intervenuti su Swiss in maniera molto ferma dicendo a chiare lettere che l’attuale offerta su Lugano è indegna per un’azienda che resta pur sempre la compagnia di bandiera (anche se non di proprietà) svizzera. Il trattamento riservato alla clientela è inaccettabile e di riflesso nuoce all’attrattività comprovata dell’aeroporto”.

È ora che Swiss, prosegue Romano, “dica esattamente come vuole operare su Lugano, perché l’attuale offerta di voli su Zurigo è insoddisfacente: negli ultimi mesi ci sono state troppe cancellazioni e ritardi dovuti a un’organizzazione poco solida. Basta che un membro dell’equipaggio stia male perché l’aereo non parta. Ritengo che questa situazione non sia degna del potenziale che l’aeroporto ticinese rappresenta e dell’immagine di Swiss. A causa dei ritardi e delle cancellazioni si è diffusa, da parte di passeggeri e agenzie di viaggio, la pericolosa tendenza a evitare Lugano Airport in quanto giudicato uno scalo inaffidabile. Non possiamo accettarlo poiché quando le compagnie operano con efficienza Lugano è vincente”.

Swiss sembra aver recepito il messaggio e l’abbandono di Ginevra determinerà probabilmente una concentrazione delle risorse, umane e tecniche, sulla rotta per Zurigo.

“Ma nei confronti dell’aeroporto – aggiunge Romano - il Cantone mantiene un atteggiamento passivo, il ministro Claudio Zali non dà alcun segnale di vero interesse… desidera chiudere? È deludente: Lugano Airport è un’opportunità non solo in quanto collega il Ticino con Ginevra e Lugano, ma anche per lo sviluppo degli eventi congressuali, del turismo in generale, senza dimenticare che molte aziende, importanti contribuenti fiscali e persone benestanti utilizzano dei jet privati basati ad Agno”.

Romano insiste: “Eppure, nonostante Lugano Airport viva un ottimo momento sul fronte finanziario e di affluenza passeggeri, si fa poco o nulla per migliorare la struttura e l’accoglienza dello scalo, nemmeno piccoli investimenti di cui si parla da anni. E l’aeroporto rimane slegato dalla rete del trasporto pubblico del Luganese. È un’isola senza collegamenti efficienti, qui il Cantone e la regione possono dare risposte in tempi rapidi”.

“Cantone e Città, se ci siete battete un colpo – conclude Marco Romano -, e se al Cantone non interessa l’aeroporto venda la sua quota a Lugano. Da politico non luganese invito anche i consiglieri comunali a interessarsi del futuro dell’aeroporto. L’attuale passività è disarmante”.

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