Il presidente di AITI e Consigliere Nazionale ci va giù pesantissimo e lancia il suo j'accuse: "Non mi scaglio contro la volontà del popolo ma contro i numerosi venditori di fumo. Ci hanno fatto votare uno slogan che non è applicabile
LUGANO - Parole dure, durissime. Fabio Regazzi, in un'intervista scoppiettante rilasciata al Corriere del Ticino, entra a gamba tesa nel dibattito su Prima i Nostri e attacca frontalmente i sostenitori di "Prima i nostri" e anche Norman Gobbi per aver messo sul tavolo una sua proposta di applicazione dell'iniziativa.
Quello di Regazzi, intervistato dal quotidiano in qualità di presidente dell'AITI, è quasi uno sfogo. L'imprenditore e deputato lamenta un attacco alla libertà economica da una parte del mondo politico. Denuncia una deriva delle istituzioni e del loro funzionamento. E chi più ne ha più ne metta.
Giudizi perentori e taglienti. Come sulla proposta di Gobbi di cui, afferma, "non ci piace proprio nulla". "Non mi scaglio contro la volontà del popolo - sottolinea Regazzi - ma contro i numerosi venditori di fumo. Ci hanno fatto votare uno slogan che non è applicabile".
E ancora: "È ora che questi signori la smettano di far credere alla gente che possiamo decidere quello che vogliamo e, al contempo, mantenere le intese con l'UE".
Siluri uno appresso all'altro,difficili da riassumere, per questo vi invitiamo a leggere l'intervista completa sul Cdt, merita. Sempre a proposito della proposta Gobbi: "Sono sparate di marketing politico che non contribuiscono a risolvere nessun problema. Siamo ormai arrivati alla logica dei mercati paesani dove chi urla di più pretende di portarsi a casa la vacca".
"Di fronte a vincoli che violano manifestamente la libertà economica e e il diritto superiore - chiosa il Consigliere Nazionale - non si deve nemmeno entrare in materia. Si vuole strangolare la gallina che fa le uova (non so se d'oro ma le fa)? Lo si dica chiaramente".