'Viva la mamma...!'. Lara Comi, l'eurodeputata che bacchetta il Ticino, finisce nella bufera per aver assunto la madre come assistente a Bruxelles. Deve rimborsare 126'000 euro. Il caso fa innervosire perfino Berlusconi. Ma lei si difende: "Avevo 26 anni
L’eurodeputata garantisce di aver già anticipato una prima tranche della somma che deve rimborsare: “Il resto me lo tolgono tutti i mesi dallo stipendio di parlamentare. Finirò di pagare nel 2019"
BRUXELLES – Lara Comi, l’eurodeputata lombarda di Forza Italia divenuta famosa in Ticino per le sue sferzanti bacchettate a chi mette in discussione la libera circolazione e sostiene che i frontalieri sono troppi, è finita nella bufera. Figura infatti tra i casi di abusi sui rimborsi ai parlamentari rivelati dal quotidiano La Repubblica, e finiti del mirino dell’Ufficio antifrode dell’Unione Europea. Lara Comi deve restituire 126mila euro alle casse dell'Assemblea per avere assunto come assistente stipendiata da Bruxelles la madre, Luisa Costa.
“Una tegola sulla testa, una notizia che ci ha colti di sorpresa”, hanno commentato i vertici del Partito Popolare Europeo. Il caso della Comi ha fatto irritare anche Silvio Berlusconi, ma alla fine è stato deciso che Comi continuerà ad essere vicecapogruppo dei popolari visto che l' abuso non riguarda i fondi del gruppo, ma della direzione finanziaria del Parlamento.
L’eurodeputata, intervista da Repubblica, ha spiegato: “La prima volta a Bruxelles avevo 26 anni. Non conoscevo nessuno e avevo bisogno di una persona di fiducia. Mia madre è insegnante di italiano. Mi preparava i discorsi, seguiva la mia agenda. Si è messa in aspettativa non retribuita per aiutarmi”.
Era il 2009 e la Comi volle al proprio fianco la madre come assistente parlamentare, violando le regole europee che vietano di assumere parenti.
Ma lei dice: “Fino al 2009 il regolamento dell'Eurocamera lo consentiva. Poi nel corso di quell' anno fu introdotto il divieto. Ma il mio commercialista pensava ci fosse un periodo transitorio di un anno. Ha sbagliato, ma in buona fede. Da parte mia non c’è stata né truffa né inganno”.
Comi ha precisato che sua madre è stata al suo servizio per un solo anno. “Poi ho imparato a muovermi da sola e ho assunto altre persone”.
L’eurodeputata ha aggiunto di aver già anticipato una prima tranche della somma che deve rimborsare: “Il resto me lo tolgono tutti i mesi dallo stipendio di parlamentare. Finirò di pagare nel 2019. E sto dando indietro gli stipendi lordi ricevuti da mia madre, comprensivi delle tasse. Oltre il danno anche la beffa”.