Bisogna assolutamente cambiare le cose, aggiunge D’Alessandri, “e se vogliamo cambiarle l’iniziativa deve avere un certo sostegno. Se così non fosse anche la riforma auspicata dal presidente della CORSI, Pedrazzini, rimarranno lettera morta, o uno specchietto per le allodole. Sono socio della CORSI dagli anni Ottanta: mi era iscritto per curiosità e ho sostenuto allora le battaglie che l’Alleanza Liberi e Svizzeri ha portato avanti contro il nepotismo, il gigantismo, lo spreco di risorse, l’informazione spesso sbilanciata a sinistra. Con gli anni alla RSI si è creata una casta e questa casta si è data i propri privilegi, come avviene in tutte le caste, che tendono a rafforzare il loro potere. Vede, i dipendenti che non pagano il canone per me è una vergogna. E gli stessi dipendenti possono essere soci della CORSI e partecipare alle assemblee, e in passato hanno bocciato ogni tentativo per cambiare le cose il che ha portato a una disaffezione della gente verso la Cooperativa”.