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18.08.2019 - 16:000

Lorenzo Quadri sul caso UBS: "Segreto bancario: quell’iniziativa popolare del Nano…"

Il consigliere nazionale: "Nell’aprile del 2009 la Lega, per volontà del compianto Nano Bignasca, lanciò un’iniziativa popolare per ancorare il segreto bancario nella Costituzione federale."

di Lorenzo Quadri *

 

In questi giorni si parla parecchio, ed a ragione, della deleteria sentenza politica del Tribunale federale (o meglio: di una risicata maggioranza dei giudici del TF) sul caso dei dati personali di 40mila clienti UBS da consegnare alla Francia.

La sciagurata decisione, che crea un precedente, infligge l’ennesimo duro colpo alla piazza finanziaria ed a quanti ci lavorano.

Oltre al ruolo dei giudici politicizzati, va chiarito quello dell’Amministrazione federale delle finanze, che ha appoggiato attivamente la richiesta francese, prendendo a pesci in faccia gli interessi della Svizzera. Se ne deve dedurre che i burocrati eurofili dell’AFF sono ormai sfuggiti al controllo del Capodipartimento Ueli Maurer; e questo è preoccupante. Poiché tuttavia alcuni esponenti PLR tentano goffamente di cavalcare la vicenda, è utile ricordare un paio di antefatti.

 

1)  Ad inizio 2009, il ministro delle finanze PLR Hans Rudolf Merz ebbe a dichiarare: “il segreto bancario svizzero non è negoziabile”. Nel giro di un paio d’anni, con la fattiva collaborazione del PLR (oggi partito unico PLRPPD), il segreto bancario è stato smantellato. Con tutte le conseguenze del caso, specialmente in Ticino: piazza finanziaria fortemente ridimensionata, migliaia di posti di lavoro cancellati, una caterva di milioni persi dall’erario cantonale, centri città desertificati, eccetera.

2)  Il PPD, di recente divenuto una costola del PLR, è direttamente responsabile dell’elezione in Consiglio federale dell’ex ministra del 5% Widmer Schlumpf, la becchina della piazza finanziaria.

3)  Nell’aprile del 2009 la Lega, per volontà del compianto Nano Bignasca, lanciò un’iniziativa popolare per ancorare il segreto bancario nella Costituzione federale. L’iniziativa fallì perché i partiti del cosiddetto centro (?), ed in particolare il PLR, rifiutarono di appoggiarla. L’allora presidente PLR Fulvio Pelli dichiarò che il segreto bancario era “già sufficientemente garantito dalla legge”: quindi inserirlo nella Costituzione sarebbe stato superfluo. Abbiamo visto come è andata a finire.

4)  Nel giugno 2013, esponenti del PLR nazionale furono tra i promotori dell’iniziativa “Per la protezione della sfera privata” che chiedeva di tutelare costituzionalmente (ma come: non era “inutile”? Non bastava la legge?) il segreto bancario per gli svizzeri. Ennesimo esempio di politica-Xerox (prima denigrare le proposte della Lega, poi fotocopiarle) nonché di tentativo di chiusura della stalla dopo aver fatto uscire i buoi.

5)  Come se non bastasse, l’iniziativa in questione venne poi pavidamente ritirata nel gennaio 2018 dietro rassicurazioni farlocche che non valgono la carta su cui sono scritte.

6)  Morale: gli euroturbo che costituiscono il sedicente “centro” non si illudano di poter gettare fumo negli occhi a chicchessia. Lo smantellamento della piazza finanziaria ticinese ricade sotto la loro piena responsabilità.

 

* consigliere nazionale Lega dei Ticinesi

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