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18.08.2019 - 16:510

Simona Genini: "Le imposte sono certe, ma il gettito no! Solo una politica fiscale competitiva lo garantisce"

"Per quanto attiene l’imposta sul reddito: l’1% dei contribuenti genera il 25% del gettito, il 10% corrisponde il 50% del gettito"

di Simona Genini *

Pochi giorni fa mi è stato chiesto se ero certa su un’informazione, risposi, preliminarmente, che di certo vi sono unicamente le tasse e la morte. Per quanto attiene il primo tema ricordo che le imposte ordinarie (sul reddito e la sostanza per le persone fisiche e sull’utile e il capitale per le persone giuridiche) sono oggetto di armonizzazione fiscale a livello federale. Il che sta a significare che la determinazione della base imponibile è definita dalla legislazione federale, mentre i Cantoni sono autonomi per stabilire l’ammontare delle deduzioni (e non le deduzioni in quanto tali) e le aliquote impositive.

Mi sembra opportuno rimarcare che uno recente studio dell’Università di Lucerna, sulla fiscalità delle persone fisiche, ha messo in rilievo due dati politicamente significativi a livello nazionale: per quanto attiene l’imposta sul reddito: l’1% dei contribuenti genera il 25% del gettito, il 10% corrisponde il 50% del gettito.

Dall’altra parte il 50% dei contribuenti con minor reddito producono soltanto l’11% del gettito. La conclusione dello studio è che il sistema fiscale svizzero, che genera annualmente 52 miliardi di imposte sul reddito, contribuisce in modo sostanziale a una redistribuzione della ricchezza dalle classi più abbienti a quelle con minori entrate.

Il Ticino non fa eccezioni, anzi, l’ho più volte scritto che la nostra fiscalità è estremamente generosa (basti pensare che le deduzioni sociali sono le più alte della Svizzera e che il 25% dei contribuenti non paga imposte). Ho già scritto della poca competitività delle aliquote per quanto attiene le persone giuridiche, tanto che il nostro Cantone è stato relegato all’ultimo posto e lo rimarrà ancora, per i prossimi anni, nonostante il messaggio di inizio luglio del Consiglio di Stato.

Dopo queste cifre alcune riflessioni si impongono. Per quanto attiene le persone fisiche anche il Tages Anzeiger di Zurigo, quotidiano notoriamente vicino alle posizioni della sinistra, ha messo in evidenzia i risultati dello studio mettendolo in contrapposizione alla posizione dei giovani socialisti che hanno lanciato l’iniziativa a favore di un’imposta “sulla ricchezza”, che dovrebbe andare a colpire quell’1% dei contribuenti che concorre in larga misura al gettito complessivo delle persone fisiche.

L'idea dell’iniziativa, sulla quale andremo a votare, è di arrivare a racimolare da 5 a 10 miliardi di franchi dall'1% della popolazione abbiente che vive grazie ai redditi generati dai capitali investiti. La proposta non tiene conto che se anche solo la metà di questi contribuenti (che hanno una mobilità elevata) dovesse lasciare il nostro paese, verrebbero a mancare perlomeno 6-7 miliardi di gettito (50% del 25% di 52 miliardi).

Già solo questo dato indica la pericolosità di questo tipo di approccio alla fiscalità.  Per quanto concerne le persone giuridiche mi limito a ricordare che a inizio luglio il Governo cantonale ha promulgato le proposte fiscali per gli anni a venire. Questo ha generato delle reazioni molto “tiepide” da parte della maggioranza dei partiti rappresentati in Parlamento. A settembre la speciale sottocommissione della gestione dovrà discutere queste proposte.

Samuele Vorpe ha già messo in evidenza le criticità del progetto di legge, suggerendo di scindere le misure in due distinti messaggi (uno sugli adeguamenti obbligatori alla LAID e l’altro sulle proposte attinenti alle aliquote). In questo momento non mi sembra opportuno entrare nei dettagli tecnici delle modifiche di legge, ma ritengo indispensabile rivolgere un appello alla classe politica affinché questa discussione venga affrontata in modo razionale e senza ricadere in dogmi ideologici. Le cifre che ho evidenziato devono fare riflettere sulla necessità per il nostro cantone di perlomeno mantenere quel gettito necessario per alimentare la spesa sociale (che lo ricordo ammonta a CHF 1,5 miliardi annui).

Per non assistere alla morte della competitività fiscale del nostro Cantone è vitale affrontare immediatamente e celermente il messaggio del Governo e trovare le soluzioni politiche adeguate all’urgenza della situazione e da subito lanciare una discussione sulla fondamentale riforma generale  di tutto il sistema impositivo del nostro Cantone.

* avvocato

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