POLITICA E POTERE
Greta Thunberg si “converte” al nucleare
L’ambientalista svedese ha invitato la Germania ad avere più coraggio sulle centrali nucleari e a lasciarle aperte ben oltre la proroga che il governo ha fissato all'aprile del 2023. Ecco cosa ha detto

Cosa succederebbe se Greta Thunberg, l’ambientalista più famosa al mondo, si schierasse apertamente per l’energia nucleare? Potrebbe sembrare un paradosso, eppure è proprio quello che è accaduto. Si direbbe: una svolta epocale. E non sarebbe improvvisa, bensì meditata a lungo e maturata nel tempo, con razionalità. Ancora nel 2019, pur riconoscendo che l’Onu lo considera “una piccola parte di una nuova soluzione energetica a zero emissioni di carbonio”, la Thunberg si era detta “personalmente contraria” a questo tipo di energia, che è “estremamente pericolosa, costosa e richiede tempo”. Insomma, l’improvvisa conversione all’atomo appare come il più classico dei “contrordine compagni”.

Sarà difficile ora per i militanti del movimento ecologista mondiale da lei fondato nel 2018, “Fridays for future”, credere alle parole della paladina dei Verdi, oggi 19enne, ma Greta ha invitato la Germania “ad avere più coraggio sulle centrali nucleari e a lasciarle aperte ben oltre la proroga che il governo rosso-verde di Scholz, non senza critiche, ha fissato all'aprile del 2023”. 

Intervistata martedì al talk show Maischberger della rete tedesca Ard, alla domanda se giudichi un errore, in piena crisi energetica, chiudere le centrali nucleari tedesche Greta ha risposto: “Dipende. Se le avete già in funzione, mi sembra sia un errore chiuderle e concentrarsi sul carbone. Personalmente penso sia una pessima idea concentrarsi sul carbone quando l’energia nucleare è già presente”.

E, quando la conduttrice Sandra Maischberger le ha chiesto se le centrali nucleari andrebbero comunque chiuse il più presto possibile alla fine dell’emergenza energetica, ha risposto: “Dipende, non sappiamo cosa succederà dopo”. Più che uno “sdoganamento”, sembra in effetti la scelta fra il minore di due mali. Tanto più che l’ambientalista svedese ha ribadito con forza l’importanza di non rallentare, a causa della guerra in Ucraina, la transizione verso le energie rinnovabili. 

In realtà però, già nel novembre 2021 c’erano le avvisaglie che la Thunberg stesse “mettendo giudizio”; si pensi ad esempio alle rivelazioni, opportunamente censurate dal mondo ambientalista, di Francesco Giavazzi, ex consigliere economico di Draghi. “Quando abbiamo incontrato Greta - spiegò - ha dovuto convenire con noi sul fatto che per portare a termine la transizione con il massimo della velocità ci vorrebbero comunque vent’ anni. E durante questa transizione cosa facciamo, usiamo il carbone? Risposta: No, l’energia nucleare’”. 

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