BELLINZONA – “Preparate il portafogli, arriva l’imposta di circolazione”. Così, qualche giorno fa, abbiamo titolato (leggi qui) l’articolo che annunciava l’arrivo nella buca lettere dei ticinesi dell’imposta di circolazione 2024. La nuova formula è stata votata in Gran Consiglio lo scorso mese dicembre dopo mesi di discussioni. Precedentemente, l’importo da saldare teneva conto di un solo fattore: quello delle emissioni di CO2.
Anche dopo l’arrivo della fattura, l’imposta di circolazione fa discutere e anima il dibattito pubblico e politico. In molti hanno postato sui social le fatture, reclamando per l’ aumento (in alcuni casi anche del doppio) dell’imposta. Alcuni hanno invece pubblicato la testimonianza fotografica di come con la nuova formula pagano di meno.
Anche la politica è spaccata. Il deputato del Il Centro e primo firmatario dell’iniziativa ‘Per un’imposta di circolazione più giusta’ Marco Passalia: “L’avevamo già detto mesi fa e poi ribadito in tutti i modi pubblicamente ed in Gran consiglio. Questa nuova imposta tradisce quanto votato dai cittadini. Sembrerebbe che a pagare di più, oltre ai veicoli elettrici, siano i veicoli piccoli e quelli famigliari, mentre le auto sportive e le supercar pagano tendenzialmente di meno. Non mi sembra un gran risultato. Almeno la nostra iniziativa aveva il merito di premiare i veicoli più sostenibili basandosi sul principio “chi più inquina, più paga”. È importante ricordare che la nostra iniziativa nel 2023 ha portato ad una riduzione dell’imposta al 92% dei ticinesi, mentre con il nuovo calcolo del 2024 sembrerebbe che circa 100 mila ticinesi siano toccati dall’aumento. Inoltre, l’iniziativa votata dai ticinesi chiedeva solo l’emissione di CO2 quale unica variabile, mentre il nuovo calcolo prevede anche peso e potenza. La nostra formula era semplice e basata su un’unica variabile, mentre questa è di comprensione più difficile per il cittadino”.
Passalia non è rimasto sorpreso degli aumenti. “Anche la mia VW Touran, classica auto famigliare, ha subito un aumento del 70% rispetto all’anno scorso. È giusto dire che l’imposta è anche diminuita per una fetta di automobilisti, ma in base a stime - non ci hanno mai fornito i dati corretti - sembrerebbe che ci siano circa 100 mila ticinesi che dovranno pagare di più. Noi del Centro avevamo chiesto di avere i dati a disposizione, di poterli analizzare e studiare e poi di mettere in atto le misure più vantaggiose per la maggior parte dei ticinesi. La nostra iniziativa era stata messa in atto per avvantaggiare circa il 92% della popolazione. Per la nuova formula, invece, la sezione della Circolazione non ci ha mai dato le informazioni dettagliate richieste, mentre invece rappresentanti del settore dell’auto avevano più dati di noi a disposizione. Gli altri partiti (PLR, Lega, Udc, PS e Verdi) non hanno voluto pazientare e replicare l’imposta del 2023 anche per il 2024 e quindi ora chi ha subito un aumento sa esattamente chi ringraziare”.
Fanno bene i cittadini a sentirsi presi in giro? “Direi di sì. È la seconda volta che mi capita di esercitare un diritto popolare chiamando il popolo alle urne e poi altri decidono di fare di testa proprio in barba all’esito delle urne. Con i semafori sul piano di Magadino e ora con l’imposta di circolazione. Un pessimo esempio di democrazia che fa allontanare ancora di più i cittadini dalla politica”.
Il Consigliere Nazionale della Lega dei Ticinesi Lorenzo Quadri ha invece pensieri diversi. “La decisione del Parlamento pone al gettito dell’imposta di circolazione un tetto massimo di 80 milioni di franchi. Se questo tetto è stato rispettato, ciò significa che per un certo numero di automobilisti l’imposta di circolazione è aumentata, mentre per altri – in particolare per i titolari di veicoli datati – è diminuita. Personalmente sono favorevole ad una diminuzione dell’imposta di circolazione, il sistema di calcolo del 2023 che tiene conto solo delle emissioni di CO2 lo trovo però iniquo e penalizzante in particolare per chi non si può permettere l’auto nuova (che emette meno CO2) o addirittura elettrica”.
Era preventivabile aspettarsi un aumento in fattura? “Come detto, se le decisioni prese sono state rispettate globlamente non c’è stato un aumento. È però nell’ordine delle cose che solo chi si trova confrontato con un aumento si sia fatto sentire, mentre gli altri no. Io ad esempio ho un’automobile del 2009 e la mia imposta di circolazione è diminuita di ca 150 franchi rispetto allo scorso anno. E come me sicuramente molti altri”.
Sui social, più di un cittadino ha affermato di sentirsi preso in giro. “Ricordo che anche nel 2023, quando l’imposta è stata calcolata solo sulla emissioni di CO2, ci fu una levata di scudi di chi subì un aumento importante, ossia in particolare i titolari di vetture datate che spesso non si possono permettere di passare a modelli più nuovi o elettrici. Il calcolo fondato unicamente sulle emissioni di CO2 penalizza in generale il ceto medio-basso. Non sono stupito che il CdS e la maggioranza parlamentare abbiano ritenuto opportuno apporre dei correttivi. L’importante è che il gettito complessivo non aumenti, ossia che lo Stato non utilizzi – come nelle intenzioni iniziali del CdS, poi bocciate a livello parlamentare – l’imposta di circolazione per fare cassetta; si tratterebbe di una forma di aggravio fiscale e quindi per me inaccettabile per principio”.
Sull’ipotesi di una nuova iniziativa popolare, Quadri ha le idee chiare: “Mi sembra l’ultima boutade del Centro a scopo di campagna elettorale. Se la nuova iniziativa popolare vertesse alla riduzione complessiva del gettito dell’imposta di circolazione, e quindi costituisse uno sgravio, sarei d’accordo. Non sarei d’accordo se l’intenzione fosse quella di avvantaggiare i proprietari di una Tesla a scapito di chi ha una vecchia utilitaria. Inoltre, se si vogliono lanciare nuove iniziative popolari, c’è anche un'altra questione che a mio parere va assolutamente tematizzata: ossia, come chiamare alla cassa le decine di migliaia di automobili dei frontalieri che intasano quotidianamente le strade ticinesi”.