Che c’entra la polemica sui ‘Mori sbiancati’ con l’Educazione allo sviluppo sostenibile, la “materia trasversale” che si sta discutendo a livello federale? C’entra nella misura in cui, in entrambi i casi, i critici parlano di infiltrazioni ideologiche, e di “cultura woke”. Il termine inglese, che letteralmente significa “sveglio”, arriva dall’America ed è entrato nel linguaggio politico anche in Europa, usato da chi si oppone al dogmatismo intollerante nei confronti delle idee che vanno contro le moderne sensibilità sulle questioni delle minoranze e dei diritti civili.
C’entra anche, la polemica sui ‘Mori sbiancati’ con l’Educazione allo sviluppo sostenibile, perché l’idea di rinunciare al “black-face” alle Processioni storiche di Mendrisio è nata, come ha affermato il presidente della Fondazione, Gabriele Ponti, durante “la preparazione del dossier per la candidatura UNESCO: le tradizioni viventi includono tutti e sono inclusive nella sensibilità di ognuno”.
E L’UNESCO è l’organo delle Nazioni Unite competente per l’Educazione sostenibile. Obiettivo: garantire entro il 2030 che le nuove generazioni acquisiscano conoscenze e competenze necessarie nell’ambito dei diritti umani, della parità di genere, della promozione di una cultura non violenta, e via dicendo.
Ma contro il nuovo Piano Quadro per le scuole di maturità proposto dalla Conferenza dei direttori della pubblica educazione - l’organo che riunisce i “ministri” della scuola dei Cantoni elvetici – che dovrebbe entrare in vigore già a partire dal prossimo anno scolastico, c’è stata oltre Gottardo una levata di scudi (leggi qui): “Non si tratta – ha scritto la SonntagsZeitung - solo di proteggere il clima e la biodiversità, ma anche di combattere il razzismo, le ingiustizie sociali ed economiche o l’ingiusta distribuzione tra i sessi”. Titolo del domenicale del Tages Anzeiger: “Scuole sature di ideologia”.
A suonare l’allarme, c’è anche un docente e saggista molto noto nella Svizzera tedesca, il deputato bernese dei Verdi Liberali Alain Pichard, secondo il quale “il nostro sistema educativo si sta sviluppando in una direzione pericolosa che può portare a una sorta di rieducazione totalitaria”.
Tra l’altro, nota a margine, il là sull’educazione allo sviluppo sostenibile, è venuto da un postulato dell’ex consigliere nazionale Marco Romano (che alla Processione del Venerdì Santo impersonava Gesù e portava la Croce). L’allora deputato del Centro l’aveva però limitato alla sensibilizzazione ambientale, chiedendo al Consiglio federale di “promuovere un piano d’azione nazionale di educazione allo sviluppo sostenibile a livello di scuola obbligatoria”.
Intanto, mentre il generale Roberto Vannacci è sotto inchiesta a Roma per istigazione all’odio razziale a causa di alcuni passaggi del suo controverso “Il mondo al contrario”, nelle librerie c’è un altro saggio che promette faville: il giornalista Vittorio Feltri ha pubblicato “Fascisti della parola”, un j’accuse contro il ‘politicamente corretto’ e la cultura woke. Intervistato dal domenicale del Corriere del Ticino, la Domenica, ha spiegato le sue idee senza peli sulla lingua: “Non si può essere così imbecilli da fare la guerra al dizionario”.
“Il woke e il Ticino” è il titolo di Matrioska in onda questa sera alle 19,30 su TeleTicino. Ospiti di Marco Bazzi, Alessandro Speziali, presidente PLR, Giovanni Jelmini, già presidente Centro-PPD, Arianna Lucia Vassere, associazione LGBTQIA + Imbarco Immediato, Claudia Crivelli Barella, capogruppo L'Alternativa Consiglio Comunale Mendrisio, Manuele Bertoli, già Consigliere di Stato PS e Andrea Censi, deputato Lega dei ticinesi.