POLITICA E POTERE
Questa sera a Matrioska: “Israele e Palestina, dalle Uni al Tribunale”
Dalle occupazioni degli atenei al mandato d’arresto della Corte internazionale dell’Aia per il premier israeliano Benjamin Netanyahu. Ecco gli ospiti del dibattitNotizia clamorosa dall’Aia: il procuratore capo della Corte penale internazionale, Karim

Notizia clamorosa dall’Aia: il procuratore capo della Corte penale internazionale, Karim Kahn, ha chiesto mandati di arresto per il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il ministro della Difesa Yoav Gallant e per i leader di Hamas Ismail Haniyeh, capo dell’ufficio politico, Yahya Sinwar, capo del movimento a Gaza e Mohammed Deif, leader delle brigate Al Qassam, il braccio armato del gruppo che controlla la Striscia. Alla base della richiesta, c’è la convinzione del procuratore che entrambe le parti abbiano commesso crimini di guerra e contro l’umanità.

Il mandato d’arresto per i leader israeliani, il primo diretto contro i vertici di un Paese democratico, divide l’opinione pubblica in Svizzera e nel Mondo. Il presidente americano Joe Biden l’ha definito una mossa oltraggiosa: “Non si possono paragonare Hamas e Israele, è quello che sta succedendo a Gaza non è genocidio”. Mentre Francia, Belgio e Spagna plaudono. Da parte sua, il governo israeliano auspica sanzioni da parte degli USA contro il tribunale all’Aia.

“In qualche mese – ha scritto qualche giorno fa sulla Regione il giornalista Roberto Antonini, anticipando il mandato d’arresto della Corte internazionale - Israele ha bruciato il capitale di empatia consegnatogli dalla strage del 7 ottobre. Ha moltiplicato per trenta i crimini degli islamisti, e le sue inenarrabili distruzioni di scuole, università, ospedali, abitazioni e gli oltre 35mila morti l’hanno travolto sotto una condanna globale senza precedenti”.

Le occupazioni delle università

E l’opinione pubblica e la politica è spaccata sulle proteste studentesche e sulle occupazioni degli atenei. Manifestazioni, proteste, sit-in e occupazioni. Dagli Stati Uniti all’Europa moltissimi studenti e attivisti pro-Palestina si sono mobilitati chiedendo un cessate il fuoco a Gaza, così come l’interruzione dei rapporti con istituzioni e università israeliane. Nei giorni scorsi i vertici del Partito socialista hanno preso posizione sulle occupazioni: “Studentesse e studenti in tutta la Svizzera hanno dato il via, a seguito di azioni simili in America ed Europa, a occupazioni universitarie per chiedere la fine del genocidio in atto a Gaza e di rivalutare le relazioni che intrattengono gli atenei svizzeri con le istituzioni israeliane. Il PS Ticino esprime la sua solidarietà con gli studenti e studentesse che stanno occupando gli atenei svizzeri e condanna con fermezza la repressione da parte della polizia”.

“Le manifestazioni si tollerano finché non hanno conseguenze rilevanti per chi non vi partecipa, e lo sgombero dopo avvertimento, con un uso proporzionato della forza, è cosa lecita e ben diversa dal pugno di ferro, del quale abbiamo ben altri esempi altrove”, ha dichiarato invece a liberatv.ch l’ex segretario di Stato alla ricerca Mauro Dell’Ambrogio. 

Giovani UDC contro tutti

Giovedì scorso i Giovani UDC hanno divulgato una presa di posizione contro l’antisemitismo all’interno delle Università, chiedendo alle autorità “di non tollerare possibili episodi di questo tipo anche all’interno dell’Università della Svizzera Italiana”. Alla fine all’USI si è svolto semplicemente un pacifico sit-in, al quale ha preso parte anche l’ex rettore Boas Erez, ma ormai la polemica era lanciata.

Sabato i movimenti giovanili ticinesi dell’intero arco politico hanno condannato “la subdola propaganda dei Giovani UDC. In un testo grossolano e ingannevole hanno recentemente diffuso un’immagine totalmente distorta delle proteste legate alla tragica situazione in Medio Oriente, ormai diffuse in tutta la Svizzera e ora giunte anche in Ticino. Le gravi e infondate accuse di antisemitismo mosse contro chi manifesta non sono altro che un pretesto per ottenere consenso, fomentando odio e spaccando ulteriormente la nostra società. Questo è intollerabile (…). Chiediamo ai Giovani UDC di unirsi al nostro appello per la pace e il rispetto dei diritti umani, sperando che almeno questi valori non stridano con il loro programma politico”.

Immediata la replica dei Giovani UDC: “Respingiamo qualsiasi accusa di diffondere odio e bugie. Nella nostra dichiarazione, abbiamo affermato, e non siamo gli unici a farlo, che durante le proteste emerge la brutta faccia dell’antisemitismo, portando all’attenzione lo slogan “From the river to the Sea Palestine will be free”, che implica l’assenza di uno stato ebraico tra il fiume Giordano e il Mediterraneo, la richiesta di boicottare aziende e università israeliane e la legittimazione degli atti terroristici del 7 ottobre 2023 di Hamas. La demonizzazione di Israele durante le occupazioni delle università è evidente, dato che durante le proteste lo Stato ebraico viene spesso definito fascista e nazista e accusato di apartheid e genocidio, minimizzando gli atti atroci della Seconda Guerra Mondiale (…). Noi, Giovani UDC Ticino, continueremo a combattere contro qualsiasi forma di antisemitismo e invitiamo gli altri partiti di fare altrettanto, opponendosi anche loro alle occupazioni delle università”.

E tra chi vede nelle proteste anche un rigurgito di antisemitismo c’è anche il senatore socialista Daniel Jositch, al quale non è piaciuto lo striscione “Dal fiume al mare, Palestina libera”: “Per gli ebrei di Ginevra è davvero orribile vedere un edificio pubblico occupato per giorni con questo slogan”, ha dichiarato.

“Israele e Palestina, dalle Uni al Tribunale” è il titolo di Matrioska in onda questa sera alle 19,30 su TeleTicino. Ospiti di Marco Bazzi Boas Erez, Mauro Dell'Ambrogio, Diego Baratti, presidente dei Giovani UDC Ticino, Niccolò Mazzi Damotti, della direzione PS, Giuseppe Giannotti, portavoce dell’Associazione Svizzera-Israele e Leonardo Schmid, del Comitato unitario di sostegno alla Palestina.

 

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