POLITICA E POTERE
"Demolizione ex-Macello. Il Consiglio di Stato mantiene la sua versione dei fatti?"
Giuseppe Sergi e Matteo Pronzini interrogano il Govenro dopo le ultime notizie sul ruolo di Norman Gobbi nell'operazione

di Giuseppe Sergi e Matteo Pronzini*

Negli scorsi giorni è stata resa disponibile la documentazione - a lungo rimasta secretata per l’ostruzione del comandante della Polizia cantonale – relativa alla vicenda dello sgombero e della demolizione dell’ex-Macello a Lugano (29/30 maggio 2021).

Dalla documentazione appare un elemento interessante poiché intimamente collegato con la decisione di procedere allo sgombero e alla demolizione (e alle possibili reazioni che questo avrebbe potuto suscitare), vi è la questione del coinvolgimento delle autorità cantonali. Dalle carte ora a disposizione sembrerebbe che perlomeno la questione dello sgombero abbia investito anche il Consiglio di Stato.

Infatti, sembrerebbe che la decisione politica di sgombero sia stata presa di comune accordo tra l’allora sindaco Marco Borradori e il direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi. Secondo quanto apparso sulla stampa in merito ai documenti desecretati, il giornale d’impiego della Polizia cantonale relativo alla sera del 29 maggio, conterrebbe – alle ore 19.55 - la seguente annotazione: “Conferito con Gobbi e cmd Polca e sindaco lugano. Tutti concordano con decisione bloccare accesso Vanoni e procedere sgombero Molino”.

Nelle risposte ai diversi atti parlamentari presentati all’epoca, rispettando un copione ripreso sempre più spesso in questi ultimi anni, il Consiglio di Stato - approfittando delle ambigue disposizioni di legge (in particolare dell’art. 99 della Legge sul Gran Consiglio – LGC) – ha continuato a rifiutare di rispondere alle domande poste dagli interpellanti, invocando l’esistenza di procedimenti penali e/o amministrativi in corso.

Tuttavia, in un’occasione il Consiglio di stato è stato più loquace. Interrogato sul suo ruolo rispetto alla decisione di sgombero, rispondendo ad una domanda contenuta in una interrogazione del 1° giugno 2021, il governo affermava: “Rilevato poi come lo stabile oggetto dello sgombero è di proprietà della città di Lugano, non vi è chi non veda che, ovviamente, la decisione di intervento spettava unicamente all’Esecutivo comunale. Il Consiglio di Stato non è stato di conseguenza informato o coinvolto in una decisione che non era di sua competenza” (sottolineatura nostra). Quella affermazione appare chiaramente falsa e in totale contraddizione con le annotazioni contenute nell’annotazione del giornale d’impiego della Polizia cantonale.

Alla luce dei precedenti osservazioni chiediamo al Consiglio di Stato:

1. Non ritiene di dover correggere l’affermazione contenuta nella sua risposta all’interrogazione del 1° giugno 2021 (no 58/21) laddove si afferma che “Il Consiglio di Stato non è stato di conseguenza informato o coinvolto”?

2. Ritiene che quella risposta sia conforme a quanto prevede l’art. 99 cpv. 1 della LGC che prevede che nelle risposte il Consiglio di Stato “informa in modo proporzionato, oggettivo e completo, distinguendo chiaramente tra dati e valutazioni, indicando le fonti, senza tralasciare elementi essenziali o tacere aspetti negativi”?

3. Poiché la questione di una eventuale informazione (o coinvolgimento) del Consiglio di Stato alla demolizione di parte dell’ex – Macello non è ancora stata acclarata, ritiene di dover meglio precisare quale fu il suo ruolo su quello specifico aspetto (magari prima che la prosecuzione dell’inchiesta lo smentisca anche su questo punto)?

*deputati MPS

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