POLITICA E POTERE
Accrocchio, pioggia di critiche sul Governo
UDC durissima: "Esecutivo piegato agli interessi di bottega". L'MPS chiede una riunione straordinaria del Gran Consiglio
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Tutto vero! L'accrocchio è servito

09 LUGLIO 2025
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Tutto vero! L'accrocchio è servito

09 LUGLIO 2025

Riceviamo e pubblichiamo le reazioni dei partiti alla decisione del Consiglio di Stato

UDC: "Peggio dell'arrocco"

"L’UDC Ticino prende atto con profonda preoccupazione della decisione del Consiglio di Stato di procedere a una riorganizzazione interdipartimentale, non tramite uno scambio netto tra i due Consiglieri di Stato Norman Gobbi e Claudio Zali, come da proposta che era stata ritenuta inopportuna a meno di 20 mesi dalle Elezioni, ma attraverso un trasferimento parziale di Divisioni e competenze. Una soluzione, dal punto di vista amministrativo e funzionale, addirittura peggiore dell’arrocco inizialmente ipotizzato.

È l’ennesima conferma che il cosiddetto “Governo del Mulino Bianco” non riesce a governare con visione e fermezza. Si piega agli interessi di bottega e dirige alla giornata. Incapace di decidere ciò che andava fatto —  ovvero respingere il tentativo scomposto di arrocco dei Dipartimenti — l’Esecutivo ha preferito costruire un compromesso confuso, tecnicamente fragile e politicamente miope. Un compromesso che ha un solo nome: minestrone istituzionale.

Si è probabilmente voluto evitare il confronto interno per mantenere l’apparente quiete dell’Esecutivo, a scapito però della funzionalità dell’amministrazione cantonale e dell’interesse della cittadinanza. Una riorganizzazione decisa non per esigenze oggettive, ma per rispondere a interessi personali e a equilibri interni tra Consiglieri. In un’amministrazione già appesantita da ritardi e inefficienze, l’unico risultato prevedibile sarà un ulteriore aumento della burocrazia, una maggiore confusione interna e uno stallo sui dossier prioritari per il Cantone.

Non entreremo più nel merito di questa assurda decisione e nelle polemiche inutili a seguire, ma non mancheremo di evidenziare, cammin facendo, con fermezza e trasparenza verso i cittadini le lacune e le conseguenze negative concrete di quanto deciso".

PLR: "Soluzione rattoppata"

"Il PLR ha preso atto della decisione del Consiglio di Stato di approvare all'unanimità il passaggio di alcune responsabilità politiche tra Norman Gobbi e Claudio Zali. Come già ribadito, la decisione era di competenza governativa e la rispettiamo dal profilo istituzionale, augurandoci che sia stata presa con l'unico obiettivo migliorare l'azione governativa nell'interesse del Paese. D'altra parte il PLR non può non sottolineare come questa scelta sia anche una clamorosa ammissione di fallimento politico su tutta la linea della direzione leghista dei due dipartimenti. Il PLR ha spesso critico DI e DT per i progetti fermi e per il metodo di lavoro. Alla luce di questa decisione parziale e rattoppata – che conferma tutti i dubbi molto spesso evidenziati – l'attenzione liberale radicale per il buon funzionamento dello Stato sarà ancora più accentuata e severa. Ora è giunto il momento di tornare ad occuparci dei temi che toccano davvero la nostra cittadinanza, superando questa fase in cui la politica ha vissuto un'altra grave crisi di fiducia.
 
Nel comunicare la propria decisione, il Consiglio di Stato ha perso un'importante occasione per illustrare con chiarezza le ragioni e, soprattutto, gli obiettivi della riattribuzione. Ciò avrebbe consentito al Governo di dimostrare un orientamento strategico e costruttivo, anche nei confronti del Paese. Il PLR si attende ora che le priorità e l'agenda operativa dei due dipartimenti coinvolti vengano presentate senza indugio".

MPS: "Serve una riunione straordinaria del Parlamento"

"Le decisioni prese dal governo, in realtà, non rispondo ad alcuna logica politica visibile, fondata su argomentazioni e orientamenti politici o amministrativi. L’impressione è che si sia voluto dare un contentino ai due ministri leghisti.
Alla luce di quanto deciso il consigliere di Stato Gobbi smette di fare il poliziotto per dedicarsi completamente a quelle di vigile urbano o poco più: difatti cede la divisione della giustizia e la responsabilità della polizia riducendo il suo impegno alla sezione della circolazione e poco più. Se ne è reso conto persino il governo che, “al fine di riequilibrare i carichi di lavoro” ha deciso di affidare al ministro Gobbi la responsabilità della divisione costruzioni (che resta nel Dipartimento del territorio di Zali). A Zali passerà la responsabilità della Giustizia e della Polizia.

Siamo di fronte a una riorganizzazione di due Dipartimenti fondata su una diversa suddivisione delle responsabilità politiche dei vari settori pur lasciando intatta l’organizzazione dei Dipartimenti. Di fatto si rimette in discussione la logica politica – indipendentemente dal giudizio che se ne possa avere – che aveva condotto alle delle decisioni che avevano condotto all’attuale assetto dei dipartimenti (a seguito della famosa riunione del Lago d’Orta). Proprio per questo quanto deciso oggi appare politicamente ed amministrativamente assurdo, senza una base né politica seria, né tanto meno una logica amministrativa degna di questo nome.

Con questa decisione il governo, nel suo insieme, mostra la sua profonda inadeguatezza e incapacità a rispondere ai problemi e alle priorità  (gravi e urgenti) della maggioranza delle cittadine e dei cittadini di questo Cantone. Le decisioni prese oggi (frutto di 5 ore di inconsistente discussione) non permettono di avanzare nemmeno di un passo in questa direzione. Particolarmente significativo (e penoso allo stesso tempo) il fatto che il governo, nel suo comunicato, non sia stato in grado di scrivere nemmeno una riga a giustificazione dei cambiamenti operati.

Anche per questo ultimo aspetto, la decisione presa pone problemi politici di fondo sui quali a nostro modo di vedere il Parlamento dovrebbe riflettere e discutere. Per questo nei prossimi giorni i deputati dell’MPS avvieranno i contatti necessari per vedere se vi sono le condizioni per la tenuta di una seduta straordinaria del Gran Consiglio che possa affrontare la questione, chiedendo a tutti i deputati e le deputate del Gran Consiglio di aderire a questa nostra proposta.

 

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