POLITICA E POTERE
Licenziamento di Caruso, 'achtung' della Gestione al Governo
Ben 11 firme "con riserva" sul rapporto di Fabrizio Sirica relativo alla richiesta di risarcimento avanzata dall'MPS nei confronti del Consiglio di Stato
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BELLINZONA - Undici firme “con riserva”! Quasi tutta la Commissione gestione e finanze del Gran Consiglio. Senza dubbio un record assoluto per un rapporto parlamentare. Un record dietro al quale si può leggere con chiarezza un atto di sfiducia nei confronti del Governo, in particolare verso i vertici del Dipartimento educazione. O, come suggerisce uno dei “riservisti”, più che un atto di sfiducia un monito. Un ‘achtung’.

Ma veniamo al punto: il rapporto, firmato dal co-presidente del Partito socialista Fabrizio Sirica, riguarda la pretesa di risarcimento, formulata il 16 gennaio dai deputati dell’MPS Matteo Pronzini e Giuseppe Sergi contro i Consiglieri di Stato ed è all’ordine del giorno della sessione parlamentare di settimana prossima.

I richiedenti, si legge nel rapporto di Sirica, “sostengono che i membri del Consiglio di Stato abbiano cagionato alla Repubblica e Cantone Ticino una spesa ingiustificata pari a fr. 1'500.–, corrispondente all’importo riconosciuto al ricorrente a titolo di indennità per ripetibili, a seguito dell’annullamento, da parte del Tribunale cantonale amministrativo, della decisione adottata nella vertenza concernente il licenziamento di un docente”.

Secondo i deputati dell’MPS, prosegue il rapporto, i membri del Governo avrebbero adottato nella vicenda un comportamento qualificabile quale “un atteggiamento non solo inaccettabile [..] ma persecutorio ed un abuso di potere che non può essere tutelato”.

Il caso, lo avrete capito, è quello di Roberto Caruso, il docente della Spai di Mendrisio Roberto Caruso, docente della Spai di Mendrisio, sospeso dalla sua funzione dal Dipartimento dell'educazione, a giugno dello scorso anno e successivamente licenziato (leggi qui).

Un caso, quello di Caruso, sul quale il Tribunale amministrativo è stato chiaro: nei suoi confronti è stato violato il diritto di essere sentito.

Il rapporto redatto da Sirica - il quale avrebbe anche proposto di inserire nel documento una nota di biasimo verso Pronzini - si basa sulla nota del consulente giuridico del Gran Consiglio e “sottolinea – citiamo - con vigore e chiara volontà politica l’inconsistenza della strumentale richiesta avanzata dall’atto parlamentare”.

La Commissione “raccomanda pertanto al Gran Consiglio di respingere la richiesta di attivazione di un’azione risarcitoria nei confronti dei membri del Consiglio di Stato”. E così sarà, visto che il rapporto di Sirica è stato firmato da quasi tutti i commissari. Ma sono le firme con riserva il dato politico più rilevante.

Tra i molti deputati della Gestione che hanno posto l’asterisco della riserva – esprimendo dunque scetticismo sulle modalità con cui il Governo e i vertici del DECS hanno trattato il caso – figurano il capogruppo del Centro Maurizio Agustoni, i suoi omologhi della Lega (Boris Bignasca) e del PLR (Matteo Quadranti), oltre al presidente del PLR stesso Alessandro Speziali, alla sua vice Natalia Ferrara, e al coordinatore leghista Daniele Piccaluga. In loro compagnia troviamo i deputati Paolo Caroni, Tiziano Galeazzi, Luca Renzetti, Roberta Soldati, Alessandra Gianella. Le uniche firme senza riserva sul rapporto di cui è relatore il co-presidente del PS Fabrizio Sirica, sono quelle del capogruppo socialista Ivo Durisch e della co-coordinatrice dei Verdi Samantha Bourgoin.

Ultimo dettaglio, piuttosto rilevante: tra le firme (con o senza riserva) manca quella del presidente del Centro, Fiorenzo Dadò. Un segnale politico forte, il suo. Gli abbiamo chiesto di spiegarcelo e lui ha detto: “Se lo Stato non dà il buon esempio rispettando i principi cardine del diritto, e mi riferisco al sacrosanto diritto di essere sentiti in un ambito delicato come l’interruzione di un rapporto di lavoro, non si può poi pretendere che siano i privati a farlo”.

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