Andrea Giudici: "Il Locarnese merita soluzioni praticabili, sostenibili e condivise, non progetti calati dall'alto"
Di Andrea Giudici*
Il progetto del nodo intermodale di Muralto, in votazione il prossimo 15 giugno, viene promosso come l’unica soluzione innovativa per la mobilità del Locarnese. L’auspicio viene a cozzare con la realtà dei fatti: si tratta di un progetto sovradimensionato, dal costo di 17 milioni di franchi, che comporterà più disagi che benefici. L’idea di concentrare oltre 250 passaggi di bus al giorno sul lungolago di Muralto e, in salita, su Viale Cattori solleva numerose perplessità: forte impatto ambientale legato all’aumento del traffico e delle emissioni foniche in un’area urbanisticamente strategica e pregiata, riduzione drastica dei posteggi adiacenti la stazione FFS (edifico storico ristrutturato interamente tra il 2017 e il 2019 e adeguata nel 2023 per le persone con disabilità), difficoltà di accesso alla stazione per anziani, persone con disabilità, famiglie con bambini o viaggiatori con bagagli. Anni di cantieri e deviazioni del traffico che rischiano di infliggere un ulteriore colpo al commercio e alla ristorazione locale, già in crisi.
Tutto questo per un’infrastruttura che non affronta realmente i problemi della mobilità regionale, né snellisce la viabilità attorno alla stazione. Questo progetto calato dall’alto, dopo oltre 10 anni di elaborazione e ritardi, ha volutamente escluso i 10mila metri del terreno FFS, e ciò solo per favorire gli interessi immobiliari delle ferrovie intenzionate a costruire immobili. Eppure la posizione di quel terreno sarebbe ideale per una "congiunzione" trasporto su gomma-treni, senza andare a impattare con i bus la zona a lago Debarcadero-Viale Cattori.
Un tratto di strada che, considerando lo stesso immobile della Stazione e quello del Debarcadero (fine 800-inizi 900) potrebbe benissimo rientrare nel percorso "Belle époque" che la Città sta progettando da Largo Zorzi al Castello: senza ovviamente sfilate giornaliere di centinaia bus in salita su un Viale in porfido a rovinare il concetto.
Il quartiere della stazione, oltre a essere una porta d’ingresso turistica, è uno dei paesaggi più pregiati del territorio urbano: vista lago, passeggiate, edifici storici, piccoli giardini pubblici. Pensare di trasformarlo in un flusso di traffico intenso per autobus è una contraddizione evidente con qualsiasi strategia di valorizzazione turistica della regione. La realizzazione di questo progetto impedirebbe infine lo svolgimento delle manifestazioni sul lungolago.
Il Locarnese merita soluzioni praticabili, sostenibili e condivise, non progetti calati dall’alto. Il 15 giugno votiamo NO, per difendere il buon senso, il territorio e una mobilità davvero a misura d’uomo.
*deputato in Gran Consiglio UDC, Locarno