Il diverbio andato in onda ieri sera a Matrioska tra il consigliere nazionale del Centro e il portavoce dell’Associazione Svizzera-Israele Giuseppe Giannotti ha ricordato quello andato in onda su Rete4...

Il diverbio andato in onda ieri sera a Matrioska, su TeleTicino, tra il consigliere nazionale del Centro Giorgio Fonio e il portavoce dell’Associazione Svizzera-Israele Giuseppe Giannotti, ha ricordato l’ancora più vivace confronto tra Eyal Mizrahi, presidente della Federazione italiana Amici di Israele, ed Enzo Iacchetti, andato in onda un paio di settimane fa a Carta Bianca su Rete4. Comune denominatore: i bambini di Gaza.
Mizrahi è tornato il 7 ottobre sull’ormai celebre frase “definisci bambino”, pronunciata durante l’acceso diverbio con Iacchetti, spiegando di averlo detto “perché la definizione di ‘bambino’ è diversa a seconda dell’interlocutore. Secondo l’ONU lo è al di sotto dei 18 anni, per noi occidentali dei dieci”.
“Quasi la metà dei combattenti di Hamas – ha aggiunto – ha tra i 15 e i 18 anni. Per l’ONU sono bambini, per Israele sono combattenti. I palestinesi arruolano bambini in combattimento dai 14 anni, gli mettono un mitra in mano e li mandano a combattere. Durante la guerra l’età è scesa ai 12 anni. Sono loro che mettono a rischio la vita di tantissimi ragazzi. Per un soldato è difficile riconoscerli da lontano: se vede qualcuno che gli punta un mitra, spara”.
Tornando a Matrioska, il confronto Fonio-Giannotti ha scatenato una ridda di commenti sui social. Tra gli altri è intervenuto il presidente dell’Associazione Svizzera-Israele sezione Ticino, Adrian Weiss, che su Facebook ha scritto:
“Capisco profondamente la sensibilità verso i bambini — sarebbe disumano non averla. Io stesso ho lavorato per tre anni in Africa curando bambini affetti da tubercolosi e creando reti vaccinali per proteggerli. Sono sensibile alla sofferenza di tutti i bambini, non solo a quelli di Gaza. Penso anche alle centinaia di migliaia di bambini israeliani che studiano nei rifugi o che hanno solo 30 secondi per raggiungerne uno quando suona una sirena — un’esperienza che Fonio non ha mai vissuto. Sono sensibile anche ai bus scolastici israeliani colpiti da razzi, non in tempo di guerra, o ai sessanta bambini che giocavano su un campo di calcio e sono stati uccisi da un missile di Hezbollah. Trovo terribile che Hamas stia reclutando bambini di 12 e 14 anni come miliziani, e mi stupisce che Fonio non abbia mai manifestato contro Hamas o contro il Qatar, che li ospita e li finanzia.
Fonio ha parlato di Sami Modiano, della sensibilità per la Giornata della Memoria e della lotta contro l’antisemitismo — valori che apprezzo sinceramente. Mi chiedo però come mai, pur condividendo questi principi, abbia sempre rifiutato di essere presente alle Giornate della Memoria organizzate localmente, mentre ha trovato il tempo di partecipare alle manifestazioni per la Palestina.
Non c’è nulla di male nel partecipare a manifestazioni: tutti desideriamo la pace e la convivenza. Ma allora perché non è mai venuto agli eventi o ai dibattiti — sempre dedicati proprio alla pace — organizzati dall’Associazione Svizzera-Israele?”.
Immediata la replica di Dadò:
“Finitela per favore con questa storia. Giorgio ha fatto benissimo a reagire alle scempiaggini che abbiamo sentito tutti. Il signore in questione può essere contento, gli si poteva dire anche tanto altro. Ognuno partecipa quando e dove ritiene di partecipare, in base alle contingenze del momento. Non c’è nessun obbligo di partecipare e di aderire ai suoi inviti. Questo non significa che tutte le vostre manifestazioni siano prive di valore.
Può stare sicuro che se fosse, in questo momento, in atto uno sterminio di bambini e innocenti nei confronti degli ebrei, come lo fu nella Seconda guerra mondiale, Giorgio, ma anche il sottoscritto, sarebbe in prima fila a fianco di coloro che, a difesa della civiltà e della vita, manifesterebbero indignazione.
Più in generale, chi partecipa a un evento non toglie o aggiunge assolutamente nulla all’importanza simbolica dell’evento. Una cosa è importante o non lo è per il suo valore intrinseco, non per l’apparenza.
Le manifestazioni per la pace che vediamo in questi giorni non sono importanti perché qualche politico si mette in mostra o siede in prima fila, ma perché la gente in generale sente il bisogno profondo di manifestare la propria sofferenza nel cuore.
La Giornata della Memoria è sicuramente importante, come importante è la manifestazione spontanea di tanti giovani contro i crimini che tutti i giorni vedono con i loro occhi. Dovrebbe partecipare anche lei, al loro fianco. Questo sì sarebbe un gran gesto degno di nota.
Per terminare, Fonio — come del resto il sottoscritto — non ha bisogno di dimostrare ulteriormente la sua attività e sensibilità nei confronti dei diritti umani e della tutela dei fanciulli. Sono anni che agiamo in questa direzione e molteplici sono le nostre attività in questo senso.
È ovvio che si reagisca in modo energico di fronte alle scempiaggini che sono state dette anche in questa trasmissione. Dove muoiono bambini non c’è più nessuno che ha ragione! Dove vengono ammazzati i bambini non c’è nessuna giustificazione!
Quello che sta avvenendo a Gaza è criminale, come criminale è stato l’attentato del 7 ottobre, e criminali sono tutte le altre guerre di questo tipo.
Noi non facciamo distinzioni tra la morte e la sofferenza di bambini con il giocattolo in mano e bambini costretti dagli adulti alla guerra, alla prostituzione o nelle profondità delle miniere di diamanti. Si metta anche lei il cuore in pace.
E soprattutto, non buttiamo più via tempo con queste discussioni che trovano il tempo che trovano. Mentre noi discutiamo nel salotto di casa, i bambini in guerra muoiono”.