Il deputato Stefano Quadri chiede al Consiglio di Stato chi copre le spese per la sicurezza e se la legge venga applicata in modo uguale per tutti
BELLINZONA - Negli ultimi giorni, a Bellinzona, Lugano e Camignolo si sono svolte diverse manifestazioni legate alla situazione in Medio Oriente, che hanno richiesto un notevole impiego di forze dell’ordine e sollevato interrogativi sui costi della sicurezza, sulle modalità di intervento della polizia e sui criteri di autorizzazione adottati dal Cantone.
Alla luce di questi eventi, il deputato leghista Stefano Quadri, a nome del gruppo Lega dei Ticinesi, ha presentato un’interrogazione al Consiglio di Stato per chiedere chiarimenti su cinque punti specifici.
1. Costi della sicurezza
Quadrim chiede se il Governo non ritenga opportuno che parte delle spese legate al dispositivo di sicurezza venga coperta dai promotori o dai soggetti politicamente coinvolti, soprattutto nel caso di manifestazioni sostenute da figure pubbliche riconducibili al partito del consigliere federale Ignazio Cassis. È giusto – domanda – che tali costi gravino interamente sui contribuenti ticinesi?
2. Interventi di polizia e status professionale dei manifestanti
Il deputato sollecita conferma che nessun ruolo o professione (ad esempio quello di maestra d’asilo) offra forme di immunità o trattamento particolare in caso di fermo di polizia, e chiede di verificare che le forze dell’ordine agiscano sempre secondo criteri proporzionali e oggettivi, indipendentemente dalla visibilità o dal profilo dei partecipanti.
3. Chiarezza sugli episodi e documentazione video
Alla luce delle polemiche sorte attorno a un fermo avvenuto durante una manifestazione, Quadrim domanda se non sia necessario rendere pubbliche le registrazioni complete dell’intervento, per garantire trasparenza e chiarezza sui comportamenti di tutte le parti coinvolte.
Il deputato si interroga inoltre sul perché, “in un’epoca in cui la Polizia dispone di figure dedicate alla comunicazione”, non sia stato documentato in modo sistematico un episodio prevedibilmente destinato ad attirare attenzione mediatica.
4. Servizio d’ordine dei manifestanti
Il testo ricorda che i promotori di manifestazioni hanno l’obbligo di garantire un servizio d’ordine interno, come avviene di norma per altri movimenti o partiti. Se tale servizio era assente nelle recenti manifestazioni pro Palestina, per quale motivo l’autorizzazione è stata comunque concessa? E, in prospettiva, non sarebbe opportuno vietare sistematicamente eventi che non dispongono di un servizio d’ordine riconosciuto?
5. Luoghi sensibili e limitazioni territoriali
Quadrim chiede infine se non sia opportuno vietare manifestazioni politiche in prossimità di edifici governativi, sedi istituzionali o altri luoghi sensibili, e se il Consiglio di Stato intenda rivedere i criteri di concessione delle autorizzazioni, imponendo che eventi di natura politica si svolgano in luoghi simbolici ma non adiacenti a sedi ufficiali.
In sintesi, la Lega dei Ticinesi sollecita il Governo a chiarire:
chi paga i costi della sicurezza per eventi politicamente connotati;
se la legge viene applicata in modo uniforme per tutti i cittadini;
quali misure intende adottare per evitare il ripetersi di situazioni simili;
e se sia prevista una revisione delle modalità di autorizzazione delle manifestazioni pubbliche.