“Questi raduni sono talvolta aizzati da esponenti politici locali in cerca di visibilità, che poi si dileguano quando la situazione sfugge di mano, senza assumersi alcuna responsabilità”
BERNA - Il consigliere nazionale della Lega dei Ticinesi, Lorenzo Quadri, ha depositato un’interpellanza al Consiglio federale in seguito agli episodi avvenuti venerdì 19 settembre a Bellinzona, quando la conferenza del ministro degli Esteri Ignazio Cassis al Teatro Sociale è stata segnata da disordini durante una manifestazione pro-Palestina non autorizzata.
Quadri denuncia una situazione ormai diffusa in Svizzera, dove le manifestazioni pro-Pal, spesso prive di autorizzazione, degenerano in atti di vandalismo, molestie, aggressioni verbali e fisiche, limitazioni della libertà di movimento ed episodi di violenza. Una dinamica che, sottolinea l’esponente leghista, genera anche costi significativi per i dispositivi di sicurezza, inevitabilmente a carico dei contribuenti.
“Questi raduni – osserva Quadri – sono talvolta aizzati da esponenti politici locali in cerca di visibilità, che poi si dileguano quando la situazione sfugge di mano, senza assumersi alcuna responsabilità”.
Il parlamentare solleva quindi tre domande principali al governo federale.
La prima riguarda la compatibilità di simili manifestazioni con i valori fondanti della democrazia svizzera, in particolare il diritto al dialogo e la libertà di espressione: libertà che, rimarca Quadri, devono poter essere garantite anche a chi non condivide le posizioni pro-Palestina, senza doversi esporre al rischio di molestie o aggressioni.
La seconda domanda verte sul piano politico: Quadri chiede se il Consiglio federale intenda condannare con chiarezza e fermezza le derive delle manifestazioni pro-Palestina, oppure se intenda tollerare che la situazione degeneri ulteriormente, citando come esempio i disordini verificatisi il 22 settembre a Milano.
Infine, l’interpellanza tocca il tema dell’antisemitismo. Quadri sottolinea come in Svizzera stia aumentando la percezione di insicurezza da parte della comunità ebraica, al punto che “un ebreo riconoscibile come tale non può più muoversi in sicurezza nello spazio pubblico”. Al Consiglio federale viene quindi chiesto di esprimersi su questa evoluzione e di chiarire quali misure intenda adottare.
Con questo atto parlamentare, Quadri rilancia dunque il dibattito sulla gestione delle proteste legate al conflitto in Medio Oriente, mettendo in discussione non solo la sicurezza pubblica, ma anche i principi di convivenza e di rispetto reciproco che dovrebbero caratterizzare la democrazia diretta elvetica.