La donna salvata da un intervento cardiochirurgico poco dopo un parto cesareo racconta quei momenti drammatici
di Marco Bazzi
LUGANO – “Eravamo a casa nostra , a Cadro, domenica sera, e avevo una tosse insistente e il fiato corto. Come se mi mancasse il respiro”.
Davide, il marito di Céline, 38 anni, al nono mese di gravidanza, ha chiamato la Sant’Anna di Sorengo, dove la donna avrebbe dovuto partorire giovedì scorso. Venite subito in clinica, hanno risposto i medici che, dopo la prima visita si sono allarmati per lo stato di salute della donna.
“Avevo la temperatura molto bassa – racconta Céline con il suo leggero accento francese -. Si sospettava un’embolia polmonare, così sono stata traportata con un’ambulanza al pronto soccorso dell’ospedale Civico”.
Era circa l’una di domenica notte quando tutto questo accadeva: tensione, preoccupazione, un frenetico giro di telefonate e di consultazioni. In ospedale la situazione è parsa molto critica ai medici che hanno preso in cura Céline e, dopo una serie di esami, un’ecografia al cuore ha confermato che c’era qualcosa di grave in corso, una dissezione dell’aorta, che è letale se non si interviene tempestivamente.
A quel punto, dopo una consultazione con i medici del Cardiocentro, è stato deciso di effettuare d’urgenza un parto cesareo per salvare la nascitura. Poi, la paziente è stata trasferita nella sala operatoria del Cardiocentro, dove era stata predisposta d’urgenza un’equipe guidata dal cardiochirurgo Giorgio Franciosi.
Lei non si è accorta di nulla: è stata mantenuta sotto anestesia fino al termine della delicata operazione, avvenuta attorno alle cinque di lunedì mattina, un’operazione resa ancora più complessa dalla concomitanza con il parto cesareo e dalle possibili complicazioni che poteva comportare. Ma non c’era tempo per dubbi e incertezze: bisogna agire immediatamente.
“Mi sono svegliata martedì mattina nel reparto di cure intensive – racconta Céline mentre tiene tra le braccia la piccola Lia, nata la notte in cui sua madre ha rischiato di morire -. E, sapete?, oggi torno già a casa. Sono stati tutti fantastici, premurosi, tutti i medici e gli infermieri… In questi giorni, il personale del Pronto soccorso è venuto più volte a trovarmi, per vedere come stavo. Anche con mio marito e con i miei famigliari sono stati tutti molto gentili, li hanno costantemente informati su quello che di ora in ora succedeva”.
Céline e Davide hanno già due bambine, di 5 e 7 anni e, grazie a questa specie di “miracolo”, accaduto tra domenica notte e lunedì mattina, oggi le due bimbe hanno una sorellina e hanno ancora una madre.
“Non ho ancora realizzato bene tutto quello che è successo – dice Céline -. Ho bisogno di un po’ di tempo per capire, per elaborare… Ma l’importante è che io sia qui, accanto alle mie figlie e a mio marito. Ora penso che prenderò un po’ di pausa dal lavoro. Faccio la fiorista a Cureglia, e mi piace molto il mio lavoro, sono stata in negozio fino a Natale. Ma adesso voglio fare la mamma. Voglio occuparmi di loro”.