SECONDO ME
Le elezioni inglesi e il trionfo di Johnson, Giudici: "Alcuni partiti e personaggi svizzeri dovrebbero meditare sui risultati"
L'ex deputato PLR in Gran Consiglio: "Meno accondiscendenza a sottoscrivere concessioni e accordi e più attenzione al comune sentire"
TiPress

*Di Andrea Giudici

Il Regno Unito, in regolari e pacifiche elezioni, ha dato ai Tory di Boris Johnson la maggioranza assoluta alla Camera dei comuni. Gli elettori hanno così smentito i sondaggi interessati che annunciavano un grande recupero dei laburisti, Johnson in difficoltà e un probabile nuovo referendum sulla Brexit. I media politicamente corretti inglesi (Guardian, BBC, ecc.) ed europei sponsorizzavano manifestamente i laburisti, più sociali, più intelligenti, più giovani, più favorevoli alle minoranze e alle statalizzazioni.

Così anche la nostra TV (tale Lorenzo Amuso). La TV romanda con Burkhalter, una strana assonanza con l’ex ministro degli esteri, la RAI e le TV francesi e tedesche. Il popolo inglese non è quello portoghese o greco, che fu costretto a rivotare “finalmente” giusto, cioè come voleva Bruxelles. Gli inglesi sono un popolo orgoglioso di sé e della propria storia secolare. Hanno creato il parlamento moderno, l’habeas corpus a tutela di chi è arrestato, hanno combattuto, per anni da soli, il nazismo, salvando l’Europa da Hitler. Fatto ignorato da Juncker e dai suoi burocrati di scarsa conoscenza della storia europea.

Gli inglesi hanno deciso di regolare gli affari interni secondo le loro convinzioni e interessi e di non più dipendere da commissioni europee nelle quali i socialisti, nelle sale istituzionali, cantano “bella ciao”. In particolare hanno deciso di regolare la loro immigrazione secondo necessità e qualità. Con le elezioni gli inglesi hanno risposto a chi chiedeva un nuovo referendum sulla Brexit. I commenti dei leader e delle varie personalità in TV sono stati pacati, ben diversi dalle sguaiate discussioni dei politici italiani (Grillo ecc.). Questo storico risultato di riacquistata sovranità del popolo sarà applicato e non solo interpretato. Una lezione che alcuni personaggi e partiti svizzeri dovrebbero meditare, difendendo la nostra società, i nostri valori e la democrazia diretta.

Meno accondiscendenza a sottoscrivere concessioni, accordi, trattati che riducono la sovranità e le competenze popolari e più attenzione ai nostri interessi e al comune sentire.

*Ex deputato PLR in Gran Consiglio

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