SECONDO ME
Mirante: "Cuba: la fame è la più grande rivoluzionaria"
"Perseguire il profitto e il benessere materiale ad ogni costo e a scapito di tutto, non è certamente sano. Ma anche l’assenza di sviluppo economico è altrettanto pericolosa"

di Amalia Mirante*

La fame è la più grande “rivoluzionaria”. Ancora una volta, purtroppo, ce ne stiamo accorgendo. Dalle informazioni che trapelano migliaia di cubani sono scesi in piazza in tutta l’isola per protestare contro il governo.

Perseguire il profitto e il benessere materiale ad ogni costo e a scapito di tutto, non è certamente sano e non è un modello di sviluppo da seguire per l’economia. Ma anche l’assenza di sviluppo economico è altrettanto pericolosa. Quando non abbiamo le risorse per mangiare, per vestirci e per curarci non abbiamo più nulla da perdere e la rabbia esplode. Questa parrebbe la situazione a Cuba.

La crisi del Coronavirus ha messo in ginocchio il Paese. Il turismo tra le fonti primarie di benessere e che garantiva mezzo milione di posti di lavoro è stata la prima vittima. Ma anche il percorso di sostegno alla piccola imprenditoria locale e le misure messe in atto per attirare l’afflusso di capitali stranieri hanno subito una battuta d’arresto. Certo, il settore dell’estrazione di idrocarburi mostra ottime prospettive, ma la dipendenza dalle importazioni petrolifere del Venezuela rimane ancora fortissima. E la situazione di crisi in cui versa anche questo Paese non è d’aiuto.

Come l’aiuto probabilmente non arriverà dagli Stati Uniti che sono accusati dal nuovo presidente cubano Miguel Diaz-Canel di essere i fomentatori delle manifestazioni di piazza. Si sa, i rapporti tra le due nazioni non sono di certo idilliaci. Dal 1960 circa dopo la rivoluzione castrista gli americani hanno fatto di tutto per contrastarli ed emarginarli. Cuba divenne indipendente, si avvicinò all’ex Unione Sovietica e scelse di essere una società comunista. Questo in piena guerra fredda. Le tensioni furono lunghe e continuano ancora oggi. Alle nazionalizzazioni di imprese americane ed espropri, gli Stati Uniti risposero con un embargo commerciale che vietava qualunque scambio di beni e servizi tra le due nazioni. Con le conseguenze che ben potete immaginare.

La fame di Cuba oggi fa tremare non solo un regime, ma anche un sistema alternativo, un ideale. In questi anni abbiamo, purtroppo, visto tante rivolte del “pane”. E tutte mosse da popoli disoccupati e affamati che privati di tutto hanno lottato per cambiare il loro destino e quello dei loro figli. Un destino di miseria e sofferenza che trova speranza nel far cadere governi spesso autoritari, corrotti e totalitari.

Nell’ultimo decennio ricordiamo la primavera araba che ha portato i capi di Stato in Tunisia, Egitto, Libia e Yemen, nel miglior caso a fuggire, nel peggiore, come toccò a Gheddafi, alla morte.

Ma la fame è stata la protagonista di tante proteste di piazza anche negli ultimi anni. In Sudan contro l’aumento del prezzo del pane, in Iran contro l’aumento del prezzo della benzina, in Colombia contro la riforma fiscale fatta sui poveri, in Iraq per chiedere lavoro ai giovani e la fine della corruzione, in Ecuador contro la fine dei sussidi sulla benzina, in Cile contro l’aumento dei biglietti della metropolitana, in Libano contro una tassa sulle chiamate di Whatsapp. E ancora Bolivia, Porto Rico, Venezuela, Haiti. La lista è lunghissima.

Ma perché scendere in piazza, manifestare, rischiare la vita per una tassa sulle chiamate di Whatsapp? Noi non lo faremmo mai. Vero. Noi abbiamo il benessere economico e possiamo permetterci di pagarla. Per queste persone, una tassa sulle chiamate, un aumento del prezzo della metropolitana o la fine dei sussidi sulla benzina, significa fare un ulteriore passo nella miseria e nella povertà.

*economista

Resta connesso con Liberatv.ch: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
In Vetrina

EVENTI, CULTURA, TERRITORIO

A JazzAscona omaggio a McDuff, Trad Jazz e Folk Rock del Sud degli Stati Uniti

30 GIUGNO 2025
LETTURE

“Mutanti, diario di una transizione”

30 GIUGNO 2025
PANE E VINO

Mondial du Merlot & Assemblages 2025: l'eleganza del Merlot premiata a Sierre

27 GIUGNO 2025
EVENTI, CULTURA, TERRITORIO

La Centovallina riparte in grande stile e guarda al futuro: folla e applausi per i nuovi treni

24 GIUGNO 2025
EVENTI, CULTURA, TERRITORIO

“Vite parallele”, la nuova stagione delle Arti performative al LAC

19 GIUGNO 2025
ENERGIA

AIL, tutti i numeri del 2024. Ecco il Rapporto integrato

18 GIUGNO 2025
LiberaTV+

POLITICA E POTERE

Rapporto segreto della Lega, il verbale di Gobbi

18 GIUGNO 2025
POLITICA E POTERE

Arrocco leghista in Governo, tre domande a Renzo Galfetti

14 GIUGNO 2025
ANALISI

La tentazione di un "vaffa day"

16 GIUGNO 2025