SECONDO ME
1° agosto, Martignoni: "Conserviamo la nostra conquistata autonomia"
La lettura della festa nazionale del candidato UDC: "A ogni appuntamento elettorale rinnoviamo la voglia di indipendenza e di salvaguardia della convivenza civile, che sono un atto di fedeltà a un Patto sempre attuale"

di Brenno Martignoni Polti*

Nel sottolineare, oggi, i 732 anni della nostra Patria, voglio rivolgere un pensiero a chi ci ha preceduti.
Ai nostri antenati, ai quali dobbiamo essere riconoscenti per la lungimiranza nell’avere fortemente voluto un’alleanza perpetua.

Tre territori, che quel primo agosto 1291, pattuirono spontanea quanto solenne promessa di reciproco aiuto. Un’idea che ha posto solide basi alla nostra Confederazione, negli anni, cresciuta a 26 Cantoni sovrani. Una prosperità che parte da lontano. Ma, soprattutto, fondata su sentimenti di mutua assistenza, per la libertà. Nessuna sudditanza. Nessuna dipendenza da altri Stati o comunità esterne.

È nostro dovere, oggi, nel presente e per il futuro garantire questa linea di autodeterminazione. È atto di rispetto e di gratitudine per quanto la Svizzera ha saputo mettere a frutto e costruire, non solo entro i propri confini, ma pure a livello internazionale. Guadagnandosi stima e considerazione che non hanno eguali nel mondo.

Mi piace vederci tutte e tutti, grandi e piccini, appartenenti a questo Paese, come un esercito compatto. Un'armata di operai della democrazia. Cittadine e cittadini motivati di uno Stato libero. Che concorrono, assieme a coloro che costruttivamente animano il dibattito politico, a preservare questa nostra conquistata autonomia.

Mi è così venuto di pensare al famoso discorso del nostro Generale Henri Guisan al praticello del Rütli, quel 25 luglio 1940. Lucide parole, proferite a braccio. Di enorme significato simbolico. In una Svizzera accerchiata dalle forze dell'Asse, espose le ragioni del dislocamento nel Ridotto nazionale e invitò popolo ed esercito alla resistenza incondizionata. Il rapporto del Rütli, a quel tempo, marcò la collettività e venne letto, anche nel dopoguerra, come un segnale con cui la Nazione affermava la propria esistenza e coesione.

Ecco. Ad ogni appuntamento elettorale, la Confederazione, attraverso queste nostre tradizioni, fatte di donne e uomini convinti, che lavorano per preservarle, rispettandone i meccanismi, rinnova la propria voglia di indipendenza e di salvaguardia della convivenza civile. Valori inestimabili. Per noi tutti un atto di fedeltà. Ad un Patto. Sempre attuale. Anche se data di oltre sette secoli. Viva la Svizzera!

*candidato UDC al Consiglio Nazionale

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