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06.02.2020 - 14:560

Da Ranieri ai Ricchi e Poveri e Zucchero, si celebra la musica. I big vanno oltre mezzanotte

Sanremo non è un Festival adatto a chi il mattino dopo ha la sveglia. Francesco Gabbani si conferma un cantante adatto a questo show, Elettra Lamborghini twerka e divide, Paolo, malato di SLA, emoziona

SANREMO – Ecco, ieri ancora una volta abbiamo capito qual è il problema del Festival di Sanremo. Le serate durano troppo. E basta sentire Savino dire ad Amadeus “ci vediamo attorno alle 2”, che poi di sicuro è stimato per difetto e saranno anche le 2.30, per capire che chi il giorno dopo ha la sveglia puntata non ce la farà mai a sentire tutti i big in gara e che dovrà ascoltare le canzoni il giorno dopo su YouTube.

Eppure, dopo quella riflessione, mi sono chiesta cosa si potrebbe modificare. C’erano anni in cui i comici, i monologhi politici, gli ospiti che non c’entravano nulla portavano via ore. Ma non questa volta. Il Festival di Amadeus, il 70esimo, è un buon Festival, per me. Non ci sono momenti morti, a parte le pubblicità, che comunque fanno parte del gioco. Sarebbe bello toglierle, d’altronde chissà quanto si paga per andare in onda durante l’evento.

Di musica ce n’è tanta, che è poi lo scopo dello show. Non solo i big in gara, che forse sono i veri penalizzati, se è vero che la metà di loro a mezzanotte non si era ancora esibita. Forse si potrebbe tentare una formula con meno cantanti, chi lo sa. Sarà curioso vedere questa sera con le cover e 24 artisti che si devono esibire come si farà a non fare l’alba.

Dicevamo, tanta musica. Di oggi e di ieri. Standing ovation per Tiziano Ferro, che si è prestato, un po’ come Baglioni negli anni scorsi, a ripercorrere canzoni storiche della musica italiana. Ieri da brividi il duetto con Massimo Ranieri. Ed è stata un regalo alle generazioni di qualche tempo fa la reunion dei Ricchi e Poveri, tanta energia nonostante siano passati quarant’anni dall’ultima volta assieme, oltre ad una scoperta: ammetto che diversi brani li conoscevo senza sapere chi fossero gli autori, da ieri hanno guadagnato una fan. Annunciato e applaudito anche lo show di Zucchero, con i suoi musicisti, come lancio per un ennesimo tour mondiale.

Se Fiorello la prima sera lo avevo giudicato eccessivo, ieri era esilarante. Aveva detto che si sarebbe vestito da Maria De Filippi se si fosse raggiunto un certo share: detto, fatto. La signora di Canale 5 ha chiamato in diretta, unendo metaforicamente Rai e Mediaset, con la musica di C’è Posta per te in sottofondo, una sorta di messaggio che quando c’è il Festival non si fanno gare di ascolti e si è uniti per la musica (infatti, le altre reti hanno rinunciato ai programmi forti questa settimana, per cui effettivamente o si guarda Sanremo o c’è ben poco). 

Commovente al punto giusto il ricordo di Amadeus di Frizzi, come forte e toccante è stata la presenza sul palco di un ragazzo malato di SLA, dignitoso e fiero pur nella sua condizione di immobilità. Si era presentato alle selezioni con una struggente canzone che non è arrivata alle finali ma il conduttore gli ha permesso di portarla sul palco: una scelta giusta e umana, il testo meriterebbe un premio per il coraggio e la sensibilità. Applausi a scena aperta. Questa volta non si è insistito su un tema specifico, il sociale e la violenza sulle donne che avevano caratterizzato la prima serata, soprattutto col fortissimo monologo di Rula Jebreal, hanno lasciato il posto, con discrezione, al ricordo dell’amico conduttore scomparso e alla storia di Paolo e di quella tremenda malattia che è la SLA. Per esempio, non passa il turno la canzone delle giovani Martinelli e Lula sull’Ilva di Taranto, peccato perché meritava.

Dei big alla fine non c’è molto da dire, perché forse proprio il rischio che corrono è di passare in secondo piano. C’era curiosità per Junior Cally, dopo le tante polemiche. Si è presentato senza maschera, elegante al punto giusto (solo l’altra sera altri rapper si erano esibiti con un tipico look da strada, come da tradizione), ed ha cantato contro il populismo e il razzismo. Un tema rap e trap, insomma, una denuncia: sarà l’inizio della ripulita della sua immagine verso un altro tipo di carriera o un passaggio obbligato dopo quanto gli è stato detto? Lo vedremo. 

Piace e parecchio Piero Pelù, che canta le gioie di essere nonno. Colpisce l’eleganza di Tosca, che porta una vera canzone d’amore. Giuliana Angi dedica il brano alla mamma, piacciono nella loro verve spiritosa e divertente i Pinguini Tattici Nucleari, che probabilmente puntano al tormentone estivo. Il colpaccio lo fa Francesco Gabbani, che come ai tempi della scimmia che ballava si issa al primo posto, segno che Sanremo è il suo palco.

Divide Elettra Lambroghini, che a me personalmente è piaciuta. Certo, lei non è una cantante tout court, il suo abbigliamento e il twerking non sono propriamente da Sanremo, ma nel 2020 cosa è adatto al Festival e cosa no? Accostarla a Ranieri o ai brani portati da Ferro il giorno prima può essere un azzardo, d’altra parte la musica è trasversale e ricordare e celebrare non vuol dire chiudersi al nuovo. Per quanto mi riguarda, strana però promossa.

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