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30.05.2023 - 13:400

Questa sera a Matrioska "Fronte del fisco"

L’ex consigliera di Stato Marina Masoni ha rilanciato la questione fiscale e sul tavolo della politica ci sono diverse proposte che toccheranno i nostri soldi e quelli dello Stato. Ecco gli ospiti del dibattito

MELIDE - “Dobbiamo salvaguardare i redditi e il lavoro, non spingere cittadine e cittadini a dipendere dai sussidi o a trasferirsi. Ogni aumento di valutazione fiscale - come quelli intervenuti negli scorsi anni - o delle stime immobiliari - come quello previsto entro due anni - è un secco, doppio aumento delle imposte”. Con queste parole l’ex consigliera di Stato Marina Masoni ha rilanciato la questione fiscale, che ha contraddistinto la sua azione politica alla guida del Dipartimento finanze ed economia. Lo ha fatto la scorsa settimana nel suo discorso presidenziale all’assemblea di TicinoModa, rivolgendosi al direttore del DFE Christian Vitta, presente in sala.

E a proposito di Vitta, nelle scorse settimane l’ex presidente del PLR Fulvio Pelli gli ha lanciato una frecciata velenosa al comitato cantonale che ha analizzato la sconfitta del partito alle elezioni di aprile: “Abbiamo un consigliere di Stato che non presenta le riforme che deve presentare”. Ma Pelli ha criticato anche i “suoi” parlamentari: “Abbiamo un gruppo che non fa proposte, o le fa piccoline. Ci manca il profilo. Non è possibile che il Plr, da 200 anni al lavoro per finanze sane, si faccia portar via dal ‘Decreto Morisoli’ il tema di cosa serva fare per i conti. Dobbiamo essere noi a dire che la spesa non deve superare le entrate”.

Così, mentre il “decreto Morisoli”, con il suo obiettivo del pareggio di bilancio entro il 2025, continua ad aleggiare come un fantasma ogniqualvolta la politica affronta lo spinoso tema dei conti pubblici – e quindi di sgravi o aggravi di imposte, di tasse e di sussidi – torna a far capolino la questione fiscale.

“Fronte del fisco” è il titolo di Matrioska in onda questa sera alle 19,30 su TeleTicino. Protagonisti del dibattito, condotto da Marco Bazzi, i deputati Simona Genini (PLR), Giorgio Fonio (Centro), Michele Guerra (Lega), Sergio Morisoli (UDC), Ivo Durisch (PS) e Samantha Bourgoin (Verdi).

“Al momento risultano prioritari interventi nell’ambito delle aliquote dell’imposta sul reddito delle persone fisiche nelle fasce dove il Cantone Ticino non è concorrenziale nei confronti intercantonali, dell’imposta di successione e donazione, dell’imposizione della previdenza quando si ritira il capitale della propria cassa pensione e stiamo valutando di estendere le deduzioni per le spese professionali a favore dei lavoratori”. Con queste parole Giordano Macchi, direttore della Divisione delle contribuzioni, aveva fatto il punto sulla riforma fiscale annunciata per il prossimo anno, in un’intervista rilasciata nel settembre scorso al Corriere del Ticino. Spiegando poi che in Ticino “per i redditi bassi, anche grazie alle deduzioni fiscali tra le più alte della Svizzera, segnatamente per i figli, l’onere fiscale è estremamente attrattivo. Per il ceto medio ci troviamo nella media e invece risultiamo nelle ultime posizioni per i redditi elevati”.

Un tema, quello della pressione fiscale per i redditi elevati, al centro di un’iniziativa parlamentare presentata due anni fa dal presidente del PLR Alessandro Speziali, dalla capogruppo Alessandra Gianella e dal deputato Matteo Quadranti.  Lo scopo della proposta, hanno spiegato i promotori, è quello di ridurre il carico fiscale anche per una fascia di popolazione molto mobile e che rappresenta “un’importantissima fonte finanziaria per molte realtà locali”. Attualmente il 3% più abbiente delle persone fisiche paga il 35% totale delle imposte, hanno sottolineato i deputati del PLR, che chiedono di riportare le aliquote per i benestanti nella media nazionale.

Una proposta che non ha però trovato molti consensi: anche perché questi sgravi causerebbero, inizialmente, una contrazione del gettito di Cantone e Comuni, di quasi 43 milioni all'anno. Partito socialista - già pronto al referendum - e Centro ritengono che la cifra sia sottostimata e andrebbe cifrata in almeno 120 milioni. Mentre la Lega auspica una riforma fiscale complessiva e non cerotti proposti da singoli partiti.

È chiaro che, con i chiari di luna di questi tempi, far passare uno sgravio solo per i ricchi è non solo rischioso per le finanze cantonali ma anche utopistico a livello di consenso popolare.

Intanto, sul tavolo della politica ci sono diverse proposte o riforme intrecciate alla questione fiscale – in particolare l’iniziativa popolare sulla neutralità delle stime immobiliari e gli sgravi sui premi di cassa malati -. E c’è anche il tema dell’imposta speciale per chi preleva il capitale del secondo pilastro, che in Ticino è la più elevata o tra le più elevate a livello nazionale. La neo deputata Simona Genini ha presentato un’iniziativa parlamentare per ridurla: “Ritenuto che la previdenza professionale ha il compito, assieme al primo pilastro, di consentire agli assicurati un adeguato mantenimento del tenore di vita, un prelievo fiscale eccessivo mina questo scopo”, ha spiegato. Insomma, la carne al fuoco non manca…

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