CORONAVIRUS
Presentato il piano cantonale sui test di massa. "Le aziende se vogliono possono testare i collaboratori ogni settimana"
Per le scuole invece cambierà poco, a parte quelle poche che hanno anche un convitto. Si pensa per contro, per quanto concerne gli allievi, di modificare le regole sulle quarantene

BELLINZONA - Conferenza stampa oggi sulla strategia cantonale dei test di massa, con Manuele Bertoli, Direttore del Dipartimento dell'educazione, della cultura e dello sport, Raffaele De Rosa, Direttore del Dipartimento della sanità e della socialità, Christian Vitta, Direttore del Dipartimento delle finanze e dell'economia, Paolo Bianchi, Direttore della Divisione della salute pubblica e Giorgio Merlani, Medico cantonale.

De Rosa: "Per accedere ai test le aziende dovranno avere alcuni criteri"

"Presentiamo oggi il piano di cantonale che permetterà di realizzare test di massa ripetuti in aziende e nelle scuole. Vogliamo estendere i test alle persone asintomatiche particolarmente mobili, agendo in maniera preventiva e interrompendo subito le catene dei contagi".

"I numeri sono in aumento, c'è una crescita lineare ma costante. Dopo alcune settimane con 40-50 contagi al giorno, a marzo hanno ripreso a salire, questa settimana due volte abbiamo superato i 100 casi. Prudenza e cautela hanno indotto il Consiglio Federale a rinviare i possibili nuovi scenari a metà aprile. La situazione è fragile, dobbiamo seguire i comportamenti virtuosi imparati in questi mesi. Ci aspetta ancora un periodo difficile e la fatica pandemica si fa sentire: per questo voglio esprimere comprensione e un ringraziamento a tutti i cittadini per il senso di responsabilità che dimostrano ogni giorno".

"La campagna vaccinale e la bella stagione ci permettono di guardare avanti con serenità. Abbiamo avuto da Berna buone notizie sulle forniture dei vaccini, che dovrebbero permettere di rispettare i tempi previsti se non addirittura anticiparli".

"L'esperienza accumulata e le evidenze scientifiche mostrano che test ripetuti sono uno strumento in più ed efficace se eseguiti in modo pensato su persone con alta mobilità, dove hanno tanti contatti, o attivi in contesti dove è difficile rispettare le misure. Desideriamo rinforzare il pilastro del testare. Mercoledì abbiamo approvato la strategia e l'abbiamo inviata all'UFSP. Le aziende interessate potranno inserire i test, ripetuti nel tempo. Non è una misura sostitutiva di altre, ma uno strumento in più, solo vaccinando, testando, facendo attenzione, proteggendosi si può combattere il virus".

"In caso di sintomi, anche uno solo, la persona deve sottoporsi al PCR. Ci sono test orientati alla situazione, in caso di indagine a tappeto ordinate dal Medico Cantonale, per chiarire delle situazioni in cui il virus sempre essere presente, se c'è rischio di focolaio. Il test a tutti gli asintomatici si distingue in due categorie: quelli individuali (test rapidi e gratuiti nelle farmacie autorizzate) o collettivi, mirati e ripetuti, che presentiamo oggi".

"Gli obiettivi sono ridurre la diffusione del virus con l'uso mirato dei test. È importante selezionare i gruppi con un'evidenza di rischio superiore. Vogliamo definire le condizioni per poter beneficiare della copertura finanziaria della Confederazione. Desideriamo garantire continuità e efficacia".

"I gruppi sono tre: aziende (ad alto o basso rischio), le strutture scolastiche e educative con convitto e contesti con persone vulnerabili. Le aziende, che rappresentano la vera novità della strategia, possono chiedere test a tappeto. Per capire se sono a basso o alto rischio si deve vedere il tipo di attività (ad alto rischio sono bar, ristoranti, alberghi), l'alta mobilità dei dipendenti, i contatti e le distanze tra gli stessi (non sempre possono essere garantiti), il contatto diretto con utenza e clientela, il luogo di lavoro chiuso o poco ventilato, l'impossibilità di svolgere il telelavoro. Una volta suddivise le aziende in base al rischio, bisogna capire chi includere nel piano cantonale con rimborso della Confederazione di 8 o 34 franchi".

"Devono partecipare almeno il 60% dei collaboratori. Le aziende ad alto rischio devono avere almeno 10 dipendenti, a basso rischio 5. Si chiede almeno un mese di continuità di test, un test alla settimana. Il piano va inserito nella strategia di protezione". 

"Si è deciso di ricorrere ai test antigenici rapidi. Ogni azienda avrà un operatore sanitario qualificato, che eseguirà il prelievo, acquisterà il materiale e darà i risultati. In caso di una positività la persona dovrà essere isolata e la positività dovrà essere confermata da un PCR".

"L'azienda valuterà se partecipare o no. Dovrà richiedere la partecipazione attraverso una pagina web, ci sarà una valutazione della domanda da parte di un gruppo di lavoro, con la comunicazione dell'esito e in caso positivo i dati raccolti nel tempo. Entro Pasqua ci sarà un sondaggio per capire, attraverso le associazioni di categorie, qual è l'interesse delle aziende a partecipare. Entro metà aprile sarà possibile organizzare il dispositivo, da metà aprile ci si potrà annunciare online, come detto. In funzione delle domande ci sarà massimo impegno per evaderle il più rapidamente possibile".

Bertoli: "Il sistema in atto nelle scuole funziona"

"Non ci sono cambiamenti sostanziali per le scuole, a parte per quelle che richiedono una permanenza oltre l'orario scolastico, che sono comunque poche in Ticino: in queste situazioni la vicinanza e il tempo di vicinanza tra allievi e docenti cambia tutto. La situazione delle scuole ordinarie funziona dal 31 agosto, l'ho detto più e più volte, siamo soddisfatti di come le cose vanno, l'anno scolastico continua senza grandi problemi, anche dopo i cambiamenti intervenuti con le mutazioni, che hanno modificato le regole delle quarantene. Esse sono diventate più difficili da applicare dato che basta un positivo per mandare una classe in quarantena".

"Ora ci sono 12 classi in quarantena su 3'000 totali dalla scuola dell'infanzia al post obbligo, sono davvero poche. La situazione è sotto controllo e anche quando si sono rese necessarie indagini mirate su alcuni istituti è parsa subito assolutamente gestibile. Ieri e oggi è in corso un'indagine ambientale in una scuola della Bassa Valle Maggia che ha portato a zero casi positivi. Dove non sono segnalate anomalie non ci convince la strategia dei test a tappeto per tutti".

"Abbiamo predisposto, o stiamo predisponendo, una modifica sul sistema di gestione delle quarantene, su cui siamo ancora al lavoro. Settimana prossima ne parleremo con le scuole. L'idea è che, qualora ci fosse un caso positivo, si farà intervenire subito il gruppo della federazione ticinese delle ambulanze che faranno i test rapidi, con risultati subito, per capire se ci sono casi positivi da confermare col PCR e per rimandare a scuola gli altri. Questo velocizzerà tutto, farà in modo che quel che funzioni bene funzionerà ancora meglio".

"Per le scuole con convitto si proporranno test di massa per tutti. Con questa strategia che muta di poco quanto fatto penso che riusciremo a arrivare alla fine dell'anno scolastico in modo adeguato, senza sconvolgere troppo l'andamento scolastico. Da una prima rilevazione anche i risultati del post obbligo ci sembrano positivi, non ci sono state grandi cadute, a parte un ambito (commercio, ndr) con difficoltà maggiore. Sappiamo che c'è stanchezza e parte dei ragazzi hanno difficoltà di natura scolastica, per un vissuto personale e di famiglia legato alla pandemia, che la scuola cerca di affrontare con strumenti non strettamente scolastici, con sostegno e mediazione".

"Come Consiglio di Stato abbiamo discusso assieme il piano e siamo arrivati alla stessa conclusione. Nelle scuole abbiamo fatto esperienza coi test dove si erano verificati dei casi e da questi numeri abbiamo tratto la conclusione che testando tornavano numeri molto bassi, per questo siamo arrivati a questa conclusione".

Vitta: "I test sono una misura in più, non sostituiscono i piani di protezione"

"Un anno fa come oggi eravamo nel pieno della prima ondata di un virus che era sconosciuto. Erano settimane febbrili col Ticino contrapposto a Berna per le misure per limitare la diffusione. Oggi a un anno di distanza stiamo affrontando quella che tanti definiscono terza, e auguriamoci ultima, ondata. Adesso conosciamo le regole base per affrontare la situazione, possiamo vaccinare".

"Il Consiglio Federale ha deciso di estendere dal 15 marzo in modo importante la strategia dei test per rafforzare la previsione e trovare i focolai locali. Anche le aziende che lo desiderano possono affrontare test di massa. Si tratta di una decisione che come Consiglio di Stato salutiamo positivamente, ogni azione che può limitare l'andamento del virus è positiva, anche se l'unica risposta per uscire dalle restrizioni è un rapido andamento delle vaccinazioni".

"Le aziende ticinesi che lo desiderano possono integrare nei loro contesti di protezione i test diagnostici ogni settimana per gli interessati, ottenendo una copertura finanziaria. Ci aiuteranno le associazioni economiche, che anch'io ringrazio sin d'ora".

"È importante ribadire che questo è uno strumento aggiuntivo, utile per la prevenzione, ma non si sostituisce ai piani di protezione aziendale e non deve rappresentare una falsa sicurezza. Le misure che abbiamo imparato a conoscere restano validi. A ciò si aggiunge lo strumento principale per sconfiggere il virus, la campagna di vaccinazione".

"Ho accennato a quanto vissuto un anno fa. Noi ticinesi abbiamo saputo reagire in modo esemplare all'arrivo del virus, abbiamo superato uniti la prima ondata, insieme abbiamo affrontato la seconda e ora stiamo affrontando la terza e mi auguro unica ondata. Il sistema sanitario non è in stato di allarme ma di prontezza. Dobbiamo continuare a avere la forza necessaria per superare questa fase per poi affrontare con fiducia il futuro. Le vaccinazioni e la bella stagione ci aiuteranno a riacquistare la nostra libertà. Sconfiggeremo uniti il virus e sapremo rilanciare la nostra vita e la nostra economia, oltre al nostro accogliente e bel territorio".

Merlani: "Ma non ci si facciano eccessive illusioni"

"Avevo espresso qualche scetticismo. Il piano cantonale mette in campo certezze e incertezze. Io non voglio che si vada a sostituire quanto messo in atto coi test di massa e che non ci siano illusioni esagerate. Avevo espresso ulteriori dubbi sulle capacità di fare test PCR a livello svizzero". 

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