CORONAVIRUS
Dopo la LIA, il Covid pass. La nuova battaglia di Genola: "Abolitelo"
"Il certificato è "contrario al pubblico interesse anzi nefasto per la società, per le perdite e i costi che genera, diretti e indiretti e impedisce a chi è sano di non subire discriminazioni da parte dello Stato"

BELLINZONA - Il suo nome è noto per le lotte contro l'albo LIA per gli artigiani, ora Andrea Genola torna in campo contro il Covid pass e il sistema 2G. "Chiedo al Gran Consiglio Ticinese per rispetto ai principi di uguaglianza e responsabilità individuale e sociale garantiti della Costituzione Svizzera e ticinese di: 

- Attivarsi affinché il covid pass e G2 vengano immediatamente aboliti. Come ogni e qualsiasi altra misura per la quale non si possa dimostrare un beneficio sanitario proporzionato, alla sospensione di buona parte dei diritti fondamentali garantiti dalla Costituzione e dei danni socioeconomici che genera.

- Vi invitiamo a chiedere al Consiglio di Stato: Di determinarsi in merito a come intenda ripristinare l’ordine costituzionale. Di provare al Gran Consiglio Ticinese quali siano i benefici complessivi che le misure del 8 settembre 2021 (estensione del certificato 3G) e del 17 dicembre 2021 (certificato 2G) hanno portato ad oggi alla Confederazione e ai Cantoni in termini epidemiologici, economici, privati e sociali", si legge nella petizione urgente che ha inviato al Governo.

Prende spunto da quanto detto da un ampio gruppo di giuristi svizzeri, che aveva definito illegale il sistema 2G, ma non solo:  "L’evoluzione dei contagi dopo l’introduzione del covid pass e misure 2G, hanno dimostrato la loro inefficacia al fine della diffusione del virus. Infatti il covid pass non viene menzionato nel RAPPORTO URGENTE SUL PIANO DI PANDEMIA CANTONALE di M. Lazzaro e Ignazio Cassis del 2006, ma invece si riteneva indispensabile e urgente adeguare le capacità del sistema sanitario e riorganizzare la presa a carico ambulatoriale e ospedaliera in caso di pandemia. Perché qualsiasi altra soluzione (dunque anche il covid pass) non permetterebbe di limitare in maniera sensibile il numero dei malati, il numero dei morti e il disgregamento della società causati da una pandemia d'influenza. Inoltre il  Consiglio Federale 21,04,2021 descriveva la fase di normalizzazione così. La fase di normalizzazione inizia
quando sono state vaccinate completamente tutte le persone adulte che lo desiderano. Secondo il Consiglio federale, le forti restrizioni sociali ed economiche non sono più giustificate. I provvedimenti restanti (limitazioni di accesso e della capienza) devono essere abrogati gradualmente. Bisogna perseguire questa strategia anche se la volontà di farsi vaccinare della popolazione resta più bassa di quanto previsto. Ora il 67% di vaccinati, raggiunto dopo avere colpevolizzato, deriso, vessato e discriminato i renitenti al vaccino, va ben oltre ogni ragionevole dubbio che più di chi aveva la volontà di vaccinarsi si è vaccinato".

Definisce il pass "contrario al pubblico interesse anzi nefasto per la società, per le perdite e i costi che genera, diretti e indiretti e impedisce a chi è sano di non subire discriminazioni da parte dello Stato e di partecipare alla vita sociale ed economica nell’interesse della società" e continua a attaccare: "La limitazione delle libertà del singolo e l’intromissione nella vita del cittadino dello Stato non con il covid pass e 2G, presuppone a prescindere che il cittadino non abbia nessun senza civico e sia un’irresponsabile. Infatti gli viene negata la possibilità di assumersi le proprie responsabilità con test antigenici autodiagnostici gratuiti, per attuare, in caso di positività, le verifiche del caso e tutte le misure necessarie per la sua e altrui salute. I test antigenici autodiagnostici sono invece rispettosi della Costituzione (Art. 6 Responsabilità individuale e sociale) non ledono i diritti fondamentali e la dignità dalla persona e diminuirebbero il costo economico e sociale (in confronto al covid pass) che le generazioni future saranno costrette a pagare".

Da qui nasce la sua petizione. 

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