Anche il Caffè dà oggi spazio al licenziamento di Valentino Lepori, il medico che ‘sussurrò’ su alcune modalità di fatturazione dell’Eoc. E sul domenicale si esprime anche la controparte che rispedisce al mittente tutte le accuse
BELLINZONA – “Si sono comportati come un Soviet! Appena apri bocca 'pam', vieni punito pesantemente". Anche il Caffè dà oggi spazio al licenziamento di Valentino Lepori, il medico che ‘sussurrò’ su alcune “apparenti” modalità di fatturazione in vigore all’Ente Ospedaliero. E rispetto alle dichiarazioni del medico riportate da LaRegione ieri (vedi allegato) poco cambia, se non i toni, decisamente più polemici.
Ma sul Caffè si esprime oggi anche la controparte, per voce del direttore generale Giorgio Pellanda, che secco commenta: “Lepori ha montato tutto sulla base di una fattura che era perfetta, ripeto perfetta”.
Qui occorre riavvolgere il nastro. Nella prima intervista rilasciata, Lepori aveva commentato quanto avvenuto alla Carità senza falso stupore, dicendo anzi che probabilmente non si trattava di un caso isolato. Tanto che era in possesso lui stesso di una fattura di un suo parente a cui erano state addebitate prestazioni non ricevute. Ma dopo il primo incontro con il direttore il direttore del San Giovanni di Bellinzona (presso cui Lepori era attivo come medico del personale) Sandro Foiada, apparentemente chiarificatore, il medico bellinzonese aveva parzialmente ridimensionato il peso delle sue affermazioni, dichiarando che “la fattura oggetto di contestazione del mio parente è amministrativamente corretta”.
E sul Caffè, lo specialista in medicina generale, con studio a Bellinzona, torna sulla questione e replica a Pellanda: “L'Ente ha fatto un errore di valutazione. Non ho mai detto che i metodi di fatturazione all'Eoc fossero illegali, ho detto che sono vergognosi. Saranno anche procedure corrette, consentite dalle nuove regole interne di cui non ero a conoscenza, ma a mio avviso vanno esclusivamente a beneficio dei medici, dell'Ente, degli ospedali e delle casse malati. A perderci sono i pazienti, che pagano per prestazioni mediche specialistiche private in realtà non erogate. Pazienti che, per tutto ciò, pagano un premio di cassa malati più alto, a volte anche con fatica, pur di garantirsi le cure e le visite di primari e viceprimari”.
Lepori poi torna amareggiato a ribadire che il suo licenziamento “è una ritorsione” visto che è stato dettato “esclusivamente dai miei commenti sui fatti della Carità di Locarno”. Insomma, conclude dopo aver ricordato i 22 anni passati al servizio dell’Ente (anni, ci tiene a precisare, trascorsi come un dipendente “che in tutti questi anni non ha mai ricevuto il minimo rimprovero dal punto di vista professionale”), “non si trattano così dipendenti che, ripeto, si sono permessi di dire un'opinione, senza alcuna colpa o mancanza dal punto di vista professionale”.
Lapidario Pellanda, che taglia corto e conclude: “È un'inutile polemica quella del dottor Lepori. A noi dice che ha sbagliato, che non voleva danneggiare nessuno, che dà le dimissioni e poi continua a fare esternazioni sui giornali. No, così non va bene”.