Dopo la mancata nomina a procuratrice, la vice cancelliera lascia Palazzo di Giustizia e torna nel privato: "Io candidata alle elezioni? Ora come ora non lo so"
LUGANO – Sabrina Aldi lascia Palazzo di giustizia. Dal 2011 ricopriva la carica di vice cancelliere al Tribunale penale. In questo periodo ha anche svolto una parentesi di quasi un anno al Ministero pubblico come segretaria giudiziaria. Recentemente il suo nome era balzato sotto i riflettori della cronaca politico-giudiziario per essersi candidata per due volte consecutive alla carica di procuratrice pubblica. Ma per due volte il Parlamento non l'ha eletta, preferendole dapprima Valentina Item (poi ritiratasi) e in seconda battuta Pamela Pedretti. Aldi ha presentato ieri le dimissioni che oggi sono state formalmente accolte.
"Ho deciso di dimettermi per coerenza", dichiara a Liberatv l'ormai ex vice cancelliere. "In questi anni – aggiunge - avevo intrapreso un percorso nella magistratura che aveva come traguardo professionale la carica di procuratore pubblico. Le cose come è noto sono andate diversamente e ho quindi deciso di cambiare settore e di cominciare una nuova avventura nel privato. Dal primo marzo aprirò il mio studio legale a Lugano". Di cosa si occuperà in particolare? "All'inizio, come è normale, mi occuperò di tutto. Naturalmente vengo da tre anni e mezzo di esperienza nel penale e questo immagino avrà un peso. Poi mi piacerebbe riprendere anche gli indirizzi dei miei studi e dell'inizio della mia carriera, ovvero il diritto societario, economico e fiscale".
Una scelta da una parte professionale, dunque, e dall'altra anche emotiva: all'indomani della seconda bocciatura da parte del Parlamento, Sabrina Aldi aveva espresso tutta la sua delusione per la scelta del Gran Consiglio, avanzando critiche sul sistema di nomina dei procuratori. "Ribadisco – si limita ad aggiungere oggi - quello che ho detto all'indomani della decisione parlamentare: per evitare polemiche che danneggiano tutti, sia la magistratura come istituzione sia le persone che vi lavorano e quelle che si mettono a disposizione, bisogna trovare un sistema che non danneggi e che non getti ombre sulle nomine".
Rispetto al suo percorso da candidata a procuratrice non ha nulla di cui rimproverarsi: "No – afferma sicura - non mi pento di niente e non ho nulla da rimporverarmi. Quello che dovevo fare l'ho fatto bene. E penso anche agli incontri che ho avuto sia con la Commissione di esperti che con l'Ufficio presidenziale del Gran Consiglio. Il resto sono questioni che non mi riguardano, che vanno al di là della bravura dei singoli candidati, e che competono al giudizio dei singoli Gran Consiglieri".
Qualcuno si è chiesto perché, tra una candidatura e l'altra, non abbia fatto passare un po' di tempo, sottoponendosi due volte al giudizio del Gran Consiglio in soli pochi mesi. "Per una questione di coerenza. La prima volta che mi sono candidata sono stata ritenuta idonea dalla Commissione di esperti composta da professionisti di alto livello. Le cose non sono andate bene ma non a causa di qualche mia mancanza. Per questo non ricandidarsi sarebbe stato incoerente. Desideravo fare il procuratore la prima volta, così come lo desideravo la seconda. Per questo sono andata avanti".
Ma il passato è passato. "Adesso – spiega Sabrina Aldi – ho solo voglia di lanciarmi in questa nuova sfida professionale. Ci ho riflettuto, ho fatto le mie valutazioni e per tutta una serie di fattori ho pensato che fosse il momento giusto per lasciare il Tribunale".
Il disimpegno dalla magistratura spalanca anche le porte alla politica attiva: c'è in vista una candidatura nelle file della Lega alle prossime elezioni cantonali? "Ora come ora non lo so. La decisione di lasciare la magistratura è abbastanza fresca e non ho avuto ancora modo di pensare ad altro. Valuterò tutte le porte che si apriranno se e quando si apriranno. In ogni caso non esiste assolutamente una correlazione tra la scelta di tornare nel privato e una possibile candidatura alle prossime elezioni"
Ma quello a Palazzo di giustizia è un addio o un arrivederci? "Le cose – risponde Sabrina Aldi - non sono mai per sempre. Sicuramente è un arrivederci perché parlare oggi di un addio sarebbe eccessivo. In futuro non escludo niente".
Cosa si porta dietro, di buono e meno buoni, di questi tre anni e mezzo in magistratura? "Sono stati degli anni bellissimi dove ho incontrato delle persone fantastiche. Ho anche creato dei rapporti di amicizia. Ho imparato tanto sia per quanto riguarda la professione sia come esperienza di vita. Di cose particolarmente negative non me ne vengono in mente. Nel complesso la somma di tutto quello che ho vissuto è più che positivo".