CRONACA
Tra gioielli, orologi e politica, la storia di Alfredo Paganetti: "Ciò che è prezioso non passerà mai di moda"
Intervista al proprietario della Charly Zenger, la più vecchia gioielleria del Locarnese che ci parla del suo lavoro e della scelta di candidarsi per la prima volta in Municipio e in Consiglio Comunale a Losone
ASCONA – I gioielli sono simbolo di femminilità, di grazia e di bellezza fin dai tempi antichi. La lavorazione dei metalli e delle pietre preziose ha radici nelle più remote epoche storiche e attraversa tutti i continenti. Dalle grandi civiltà alle piccole tribù, dal mare ai deserti. Simboli, ornamenti, pegni d’amore… Poi, da quando l’uomo ha iniziato a contare il tempo, l’arte gioielliera si è intrecciata con quella orologiera, unendo bellezza, perfezione e precisione.La Svizzera è da secoli una delle patrie mondiali di quest’arte. Tutto iniziò nel Cinquecento, quando il severissimo Calvino vietò ogni manifestazione esteriore di ricchezza, e i celebri orafi ginevrini si riconvertirono in orologiai. Quella che divenne poi una fiorente industria nazionale nacque dunque sull’onda della Riforma protestante. Insomma, senza Calvino probabilmente non ci sarebbe stato il Rolex…Alfredo Paganetti, 53 anni, ha dedicato nella sua boutique di Ascona una sorta di “tempietto” alla prestigiosa marca ginevrina, creando il primo Rolex Corner: un angolo del negozio arredato con stile e materiali firmati Rolex. Il culto dell’orologio di classe non ha ceduto alla plastificazione, e resta ben vivo nonostante l’arrivo sul mercato di oggetti di largo consumo, e nonostante gli smartphone abbiano condizionato la nostra gestione del tempo. Paganetti - che ha alle spalle una lunga esperienza nel settore orologiero e gioielliero, essendo stato per una ventina d’anni direttore alla Bucherer, metà dei quali trascorsi nel negozio di Lugano – ne è fermamente convinto: “Ciò che è prezioso e di classe non passerà mai di moda”.Così, dieci anni fa, era il 6 dicembre del 2006, Paganetti ha deciso di fare il grande salto, rilevando la più vecchia gioielleria del Locarnese, la Charly Zenger. A quel tempo i negozi erano due: uno a Locarno e uno ad Ascona.“Qualche anno dopo – racconta - ho deciso di puntare tutte le carte su Ascona, chiudendo il negozio di Locarno. Ma nel frattempo, nel 2010 e sempre in dicembre, avevo aperto una boutique a Lugano, in via Pessina. Ho mantenuto il marchio Charly Zenger, ma a Lugano ho scelto di mettere in primo piano i gioielli, creando anche un centro gemmologico, dove vengono lavorate e valutate le gemme”.Ad Ascona l’attività è invece concentrata sugli orologi, con il traino di due grandi marchi come Rolex e Cartier, ai quali si aggiungono Breitling, Tudor, Chanel, Tag-Heuer, Oris, Montblanc. Gli ultimi tre sono stati introdotti di recente.Sul fronte dei gioielli, invece, Paganetti ha puntato su tre sole case: Pomellato, Dodo e Foppe. “Ma proponiamo una vasta gamma di gioielli che acquistiamo direttamente o produciamo in proprio – spiega -. Abbiamo per esempio in esclusiva per il Ticino le perle delle Isole Fiji: molto rare e ricercate, perché la produzione è limitata a sole 20'000 pezzi all’anno. Ma nonostante siano rare vengono commercializzate a prezzi interessanti”.La politica dei prezzi è una delle carte vincenti delle boutique di Paganetti: “A parte gli orologi, che hanno prezzi consigliati dalle case madri, sui quali si può comunque giocare, da noi la convenienza si riscontra soprattutto nel settore della gioielleria, in particolare sui diamanti”.Ma il lavoro, gli orologi e i gioielli, non sono tutto. Alfredo Paganetti ha deciso che adesso è venuta anche per lui l’ora dell’impegno politico. Per la prima volta in vita sua si è candidato, mettendosi in lista per Municipio e Consiglio comunale a Losone, dove vive. Ha scelto l’UDC. “Perché? Perché ritengo l’UDC un partito vicino all’economia e contemporaneamente alle rivendicazioni dei cittadini”. Sintetico, ma chiaro.
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