CRONACA
Dalla disperazione di un licenziamento al coronamento di un sogno. La storia del capannaro Loris Sonzogni: "Momenti bui, ma ne ho guadagnato in qualità di vita"
Insieme alla moglie Yvonne, il ticinese gestisce – in collaborazione con l'Unione Ticinesi Operai ed Escursionisti – la Capanna Bovarina, "un rifugio apprezzato dai ticinesi, ma anche dai turisti svizzero tedeschi"

BLENIO – Loris Sonzogni ha dovuto attendere più di 55 anni prima di coronare il suo più grande sogno: quello di trasformare la sua passione in un vero e proprio lavoro. Per Loris, fare il capannaro insieme a sua moglie Yvonne è sempre stato l'obiettivo di una vita, una volta giunto al traguardo della pensione.

Solo che le cose non sono andate esattamente come sperava. Assicuratore di professione, Loris viene licenziato all'età di 55 anni. "Una vera e propria mazzata per l'autostima e l'orgoglio", ci racconta.

Momenti bui, dove tutto sembrava aver perso senso. Poi, un'illuminazione. La cosiddetta luce in fondo al tunnel. Un segno del destino, forse, ma per Loris non ci sono stati dubbi: il licenziamento si è trasformato in un'opportunità per "anticipare" il sogno di una vita.

Con ritrovato entusiasmo, i coniugi Sonzogni hanno iniziato l'avventura da capannari alla Capanna Adula. Tre anni nella Val di Carassino prima di trasferirsi alla Capanna Bovarina, nella Valle di Campo, sui monti di Campo Blenio, dove da quattro anni Loris e Yvonne gestiscono – in stretta collaborazione con l'Unione Ticinesi Operai ed Escursionisti – il rifugio alpino diventato ormai un punto di riferimento per gli amanti della montagna, ticinesi e non solo.

"In effetti – spiega Loris – la nostra capanna è molto ben frequentata anche da turisti svizzeri tedeschi. La nostra è una capanna viva per tutti i mesi dell'anno, anche in inverno durante i week end, per chi pratica le pelli di foca o le escursioni con le ciaspole. E questo è un fattore è molto apprezzato dai clienti".

"In più – aggiunge –, la Valle di Campo è una zona molto sicura che non presenta pericolo di valanghe. Anche questo aspetto non è da sottovalutare. Gli escursionisti preferiscono muoversi in zona sicura, a meno che non siano dei veri e propri esperti di alpinismo".

Dalla capanna si può raggiungere lo spettacolare Lago Retico, a quasi 2'400 metri di quota, proseguendo poi fino all'altopiano della Greina attraverso il sentiero degli Stambecchi, oppure il Lucomagno, proseguendo poi eventualmente fino alla regione del Piora, in Leventina, attraverso il passo dell'Uomo.

Ma la Capanna Bovarina non è solo tappa fissa per gli escursionisti: "Accogliamo anche parecchi mountain-biker, in quanto il rifugio è raggiungibile anche con le biciclette da montagna".

A distanza di quattro anni dall'inizio di questa avventura, Loris e Yvonne Sonzogni si dicono "soddisfatti dalla risposta dei clienti. Siamo riusciti a farci un nome grazie alla passione che ci mettiamo nel coccolare chi viene da noi".

"Non possiamo proprio lamentarci – conclude Loris –. La nostra clientela spazia da appassionati di montagna che tornano a farci visita, a persone che leggono recensioni sulla capanna o sulla regione e passano a trovarci. Ma non mancano anche quelli che sostano soltanto per un pranzo, essendo la Capanna Bovarina ben accessibile”.

Guardandosi indietro, Loris Sonzogni non ha rimpianti né prova rancore verso i vecchi datori di lavoro, anche perché "ne ho guadagnato in qualità di vita". E a volte è proprio vero: si chiude una porta e si apre un portone.

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