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Cronaca
17.07.2018 - 09:000
Aggiornamento: 09:59

Bimbo malato di cancro, l'oncologo: "Un farmaco non riconosciuto". La madre: "Spiazzati da tanta solidarietà"

Bordate alle casse malati anche dalla sinistra. Il Partito Comunista si scatena: "Inammissibile, ci vuole una cassa unica, pubblica e coi premi in base al reddito e alla sostanza"

BELLINZONA – Ha commosso tutto il Ticino il caso del 12enne malato di cancro che non può accedere alle cure mediche in quanto non coperte dalla cassa malati. Come riporta la RSI, il farmaco in questione, non disponibile in Svizzera, si chiama Ixoten e dovrebbe essere importato dalla Germania per una cifra attorno ai 3mila franchi. Alla Radiotelevisione della Svizzera Italiana, l'oncologo Pierluigi Brazzola ha spiegato che "si tratta di una cura riconosciuta dall’Agenzia europea del farmaco (EMEA), ma non da Swissmedic”.

Il motivo? "Non ci sarebbe – spiega Brazzola – sufficiente letteratura sui benefici elevati della cura per questo tipo di sarcoma", "L'elevato beneficio – spiega il medico a La Regione – è però spesso quasi impossibile da dimostrare in pediatria, perché ci sono pochi studi”.

“L’assicuratore – dichiara il portavoce di Santésuisse Paul Rhyn alla RSI – deve valutare il caso specifico e può arrivare a una conclusione diversa da quella del medico curante. Il caso viene valutato individualmente dalle singole casse malati”.

Del buon cuore della popolazione ticinese è rimasta spiazzata anche la famiglia dello stesso bambino. "Siamo senza parole – dice Marta, la madre del bimbo a La Regione –, tanta solidarietà ci ha spiazzato. Abbiamo scelto di raccontare la storia per evitare che altre famiglie vivano quello che stiamo passando noi. È assurdo che una cassa malati possa decidere di non pagare una cura salvavita. È la politica che deve agire".

La colletta lanciata dall’Associazione 'Quii da la cursa' ha riscontrato grande adesione, motivo per cui "la cifra di tremila franchi dovrebbe essere raggiunta facilmente", ha confidato al quotidiano bellinzonese il deputato socialista Henrik Bang.

Anche la Lega contro il cancro si è schierata al fianco della famiglia dell’adolescente colpito da un sarcoma. "Se la cassa malati – fanno sapere – non rivedrà la sua posizione e la fattura resta scoperta, aiuteremo la famiglia grazie al Fondo bambini, adolescenti e cancro".

Indignazione e incredulità anche dal Partito Comunista che ha definito il caso come "la prova che nella ricca Svizzera il diritto alle cure mediche non è ancora garantito e che la privatizzazione della sanità sta diventando pericolosa per la comunità".

"E’ comprensibile – si legge nella nota del PC – umanamente che molti cittadini abbiano aderito a una colletta, per raccogliere fondi a sostegno della famiglia colpita in questo momento di urgenza, ma il problema non si può risolvere così: da anni stiamo pagando premi di cassa malati in perenne aumento e ora le assicurazioni private arrivano persino a rifiutare le cure a un ragazzo malato di cancro. E’ inammissibile!".


E ancora: "Bisogna pubblicare il nome della cassa malati in questione, iniziare un'operazione di boicottaggio e dare subito via a una battaglia politica e giuridica per punirla! Bisogna infine capire che queste situazioni continueranno a succedere finché non si andrà alla radice dei problemi: abolire questa giungla di casse malati private che fanno profitti sulle malattie dei cittadini è un dovere civico".

Infine, "il Partito Comunista chiede che il sistema sanitario sia nazionalizzato: ci vuole una cassa malati unica, pubblica e coi premi in base al reddito e alla sostanza".

Nel frattempo, l'Associazione 'Quii da la cursa' ha comunicato a Ticinonews di aver superato, in meno di 24 ore, la cifra di 16mila franchi, a dimostrazione di quanto il Ticino abbia preso a cuore il caso.

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