CRONACA
Romina Sangiacomo, campionessa di Spartan Race e fisioterapista: "Quando hai una passione niente diventa impossibile"
"Dal mio lavoro ho imparato che le persone possono dimenticare ciò che hai detto, ciò che hai fatto, ma non dimenticheranno mai come le hai fatte sentire"

Romina Sangiacomo, classe 1993, è campionessa di Spartan Race e ha conseguito un Bachelor in Fisioterapia SUPSI. Come nasce la tua passione per lo sport? 
“Dall’età di 8 anni pratico sport, ho iniziato con la ginnastica attrezzistica e due anni fa ho scoperto una nuova disciplina che mi ha particolarmente colpita, ovvero le gare OCR (obstacle course racing, tradotto in italiano corse a ostacoli). Dato l’interesse e la curiosità per questa disciplina -  un mix tra la corsa e la forza fisica e mentale - ho iniziato a gareggiare per divertimento. Poi alla fine si è tramutato in qualcosa di più impegnativo e ho deciso di allenarmi con maggiore serietà in parallelo con gli studi. Non è stato semplice, questo sport mi ha portato via tanto tempo, soprattutto nel weekend. Ho dovuto quindi organizzarmi bene per riuscire sia con gli studi, con la famiglia, gli amici e lo sport. Quando hai una passione niente diventa impossibile e si fanno dei “sacrifici” senza che essi siano un peso.Quest’anno ho vinto il campionato italiano, e agli Europei mi sono classificata prima nella mia Age Group. Dal prossimo mese inizio a lavorare al 50% nello studio Myfisio a Lamone, e 50% all’Atlantide a Bellinzona.”

Quale percorso di formazione hai frequentato in SUPSI? E com’è nato il tuo interesse verso questo ambito?
“Ho frequentato la formazione di fisioterapista, concludendo un mese fa il Bachelor. Il mio interesse verso questo lavoro è nato grazie alla mia passione per l’attività fisica, la salute, e soprattutto il piacere di instaurare relazioni con le persone. Quello che più amo del mio lavoro è che ti permette di poter aiutare il prossimo. Ho imparato che le persone possono dimenticare ciò che hai detto, ciò che hai fatto, ma non dimenticheranno mai come le hai fatte sentire.”

I tuoi studi in fisioterapia li vedi applicati concretamente, oltre che sul lavoro, anche su te stessa in quanto sei tra le atlete femminili di Spartan Race di vertice in Europa. Quanto ti aiuta avere una conoscenza approfondita in questo ambito quando prepari una gara o un allenamento?
“Aver intrapreso questo percorso professione mi ha aiutato ad avere più consapevolezza del mio corpo. L’ambito fisioterapico è perfettamente coerente con lo sport che pratico, tutte le nozioni che ho appreso mi hanno aiutato sia negli allenamenti che nelle gare e soprattutto nei recuperi post gare.”

Quali sono i tuoi obiettivi sportivi e professionali a breve termine?
“Il mio obiettivo sportivo è quello di continuare a impegnarmi negli allenamenti per gareggiare dando sempre il massimo, per riuscire a competere a livello europeo e mondiale. Per quanto riguarda il mio obiettivo professionale, fra un mese inizio a lavorare e vorrei avere la possibilità di applicare tutto quello che ho imparato e accrescere ancora di più le mie conoscenze, inoltre ho già provveduto a iscrivermi al CAS di Angiologia della SUPSI, quindi l’avventura continua.”

È più importante: una particolare cura dell’alimentazione o una regolare attività fisica?
“Entrambe! Senza una corretta alimentazione non si può rendere al 100% fisicamente. Io non seguo nessun tipo di dieta, tranne per il fatto che non mangio carne da un anno, ma principalmente mi piace mangiare in modo salutare rispettando l’ambiente circostante, cerco quindi di avere coscienza di ciò che mangio.”

Quali sono gli elementi appresi durante questo percorso formativo trascorso in SUPSI che ritieni più importanti?
“Tutti gli elementi studiati mi hanno portato ad avere il bagaglio di conoscenze che posseggo attualmente, ritengo di avere le basi che mi permettono di sapermi muovere in diverse situazioni. Sia le materie teoriche e quelle pratiche fisioterapiche sono state fondamentali, ma anche la parte dei moduli complementari con le materie interdisciplinari e multidisciplinari frequentate dagli altri corsi (cure infermieristiche ed ergoterapia) sono state di ottimo spunto per sviluppare le nostre soft skills e riflettere sulla nostra personalità.”

Raccontaci un aneddoto che ricordi con piacere del tuo percorso di formazione trascorso in SUPSI
“Non dimenticherò mai la prima lezione di anatomia e neurologia, quando nessuno riusciva a seguire il professore, ci guardammo tutti spaventati e uscimmo completamente demotivati. In quel momento ho capito, o meglio, mi sono resa conto che il lavoro che avevo scelto e che volevo fare sarebbe stata una vera sfida e che dovevo rimboccarmi le maniche per riuscire a raggiungere il mio obiettivo.”

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