CRONACA
Il lupo del Piano, Regazzi: "No alla sindrome di Cappuccetto Rosso, ma il problema va affrontato senza buonismo"
Il presidente dei cacciatori: "Personalmente non vorrei trovarmi faccia a faccia con un lupo mentre faccio jogging sulla golena del Ticino. E, pur senza fare allarmismo a buon mercato, penso anche a mamme e bambini”

BERNA – No alla sindrome di Cappuccetto Rosso, ma nemmeno alla banalizzazione del problema. È, in sintesi, il pensiero di Fabio Regazzi dopo le predazioni del lupo sul Piano di Magadino, lupo che è stato filmato mentre scorrazza a pochi metri dalla strada cantonale.

 

Il consigliere nazionale e presidente dei cacciatori fa una premessa: “Magari dico una cosa scontata, però la voglio dire per onestà intellettuale: i cacciatori non sono molto amici del lupo. Ma oggi le mie riflessioni vanno oltre questo dato di fatto. Il lupo sta diventando un problema serio in un territorio come il nostro, molto urbanizzato. Questo predatore, che ha bisogno di grandi spazi, si sta espandendo e riproducendo con effetti spesso indesiderati, soprattutto per gli allevatori di montagna, ma non solo come dimostrano le predazioni delle ultime ore”.

 

Il tipo di pastorizia che abbiamo in Ticino, aggiunge Regazzi, rende difficili o inattuabili le misure di protezione delle greggi contro questo predatore.

 

“Però, fino a che il lupo colpiva in montagna, chi vive in città leggeva il fenomeno in tono per così dire ‘romantico’. Ora che inizia ad avvicinarsi alle abitazioni anche in pianura penso che in molti cambieranno idea. È chiaro che non siamo più di fronte a singoli individui, ma che iniziano a formarsi dei branchi, per cui i giovani maschi devono cercare nuovi territori e tendono a sconfinare in zone abitate. Forse ci si renderà dunque finalmente conto che quello del lupo è un problema da non sottovalutare e che non si può continuare a far finta di niente, sperando che la natura di autoregoli”.

 

La nuova legge sulla caccia in discussione alle camere federali, prosegue il consigliere nazionale, affronterà anche il tema dei grandi predatori, in particolare dei lupi ma anche delle linci, che nell’altopiano e nel Giura stanno pure creando seri problemi.

 

“La nuova legge dovrebbe consentire abbattimenti più facilitati rispetto ad oggi, concedendo ai cantoni maggiori margini di manovra. L’insofferenza e il timore nella popolazione stanno crescendo, il che non significa aprire la strada al linciaggio dei lupi, ma semplicemente guardare la realtà senza lasciarsi condizionare dal buonismo e da ragionamenti romantici. Quando un lupo inizia ad avvicinarsi troppo agli abitati bisogna intervenire, perché parliamo comunque di un grande predatore, guidato dall’istinto di uccidere. Personalmente non vorrei trovarmi faccia a faccia con un lupo mentre faccio jogging sulla golena del Ticino. E, pur senza fare allarmismo a buon mercato, penso anche a mamme e bambini”.

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